Nell’ultimo anno ChatGPT ha letteralmente cambiato il mondo. Lo strumento di elaborazione del linguaggio naturale realizzato da OpenAI ha aiutato milioni di utenti a farsi un’idea sulle incredibili potenzialità dell’intelligenza artificiale.
ChatGPT con un semplice input testuale è in grado di restituire risultati semplicemente straordinari. Sia dal punto di vista della velocità che da quello della complessità del prodotto finito.
Le capacità di ChatGPT sono talmente avanzate da preoccupare non pochi professionisti di diversi settori. A questi si aggiunge lo stesso CEO di OpenAI Sam Altman, che ha recentemente ammesso di essere spaventato dal potere dei modelli linguistici basati su AI.
Le dichiarazioni del CEO OpenAI
Sam Altman è un programmatore e imprenditore americano: non ha ancora compiuto 40 anni, ma ha già una lunga storia di successi alle spalle. È stato nominato miglior investitore under 30 da Forbes nel 2015, anno in cui ha fondato OpenAI assieme a Elon Musk.
Recentemente Altman è stato intervistato dalla reporter Rebecca Jarvis per conto dell’emittente statunitense ABC. Ha parlato del modo in cui l’intelligenza artificiale sia in grado di cambiare la società così come la intendiamo oggi. Ma soprattutto ha ammesso apertamente che anche uno strumento come ChatGPT porta con sé dei pericoli tangibili.
Secondo il CEO OpenAI, proprio ChatGPT potrebbe venire ricordato come il più grande salto tecnologico mai effettuato dalla Storia. Al tempo stesso ha ammesso di essere impaurito dalla sua stessa creatura.
Tre le principali criticità individuate dal programmatore: che ChatGPT venga sfruttata nell’ambito di campagne di disinformazione, che realizzi software nocivi e addirittura che finisca col rubare il lavoro a milioni di persone in tutto il mondo.
I pericoli di Chat GPT
Le parole di Sal Altman hanno avuto un’eco considerevole tra gli esperti di intelligenza artificiale. Anche perché le sue preoccupazioni sono figlie di aspetti distintivi di Chat GPT.
Volendo partire dalle attività di disinformazione, in effetti ChatGPT è in grado di generare testi complessi nel giro di pochi secondi. Il rischio dunque è che qualcuno sfrutti le sue potenzialità per diffondere fake news a tempo di record.
La seconda preoccupazione di Altman è invece figlia della consapevolezza che ChatGPT è anche in grado di scrivere codice. Da questo punto di vista, il rischio è che l'intelligenza artificiale aumenti sensibilmente la quantità di virus o malware in circolazione.
Infine, il tema che più di tutti sta entrando nel dibattito internazionale: quello del lavoro dell’essere umano con l’avanzare dell’intelligenza artificiale. Strumenti come ChatGPT o DALL-E sono capaci di generare moltissimi output simili davvero molto simili all’opera di un essere umano.
A questo punto la domanda è lecita: cosa ne sarà di tutti quei professionisti che potrebbero essere sostituiti dall’AI? Per fortuna lo scenario è più complesso di quanto non potrebbe sembrare: innanzitutto perché l’Intelligenza artificiale non è ancora in grado di replicare determinati aspetti creativi dell’intelligenza umana.
Per non parlare poi del costo di strumenti come Chat GPT. Secondo le stime dell’esperto di AI Tom Goldstein il mantenimento di questo genere di tool si attesta sui tre milioni di dollari al mese. Difficile dunque pensare che gli utenti possano continuare a utilizzarli gratuitamente ancora a lungo.