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Tutti gli account e i servizi da proteggere con l’autenticazione a due fattori

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L’autenticazione a due fattori permette di tutelare le informazioni sensibili che passano per l’email, il cloud storage, gli account social e tante altre app.

autenticazione a due fattori Shutterstock

L’autenticazione a due fattori è una soluzione di sicurezza informatica che riduce sensibilmente il rischio di attacco da parte di hacker o malintenzionati. Ma è necessario che l’utente faccia per primo lo sforzo di integrarla ai diversi profili che utilizza. 

Dalle email agli account social, passando per le app, i servizi di cloud storage, i servizi finanziari e addirittura i gestori di password: i programmi e i servizi che veicolano informazioni sensibili al giorno d’oggi sono tantissimi e ciascuno di essi merita di essere proteggo al meglio con l’autenticazione a due fattori

  • 1. Perché impostare l’autenticazione a due fattori su email e account social
    Autenticazione a due fattori

    Shutterstock

    La casella email è probabilmente il primo account da tenere in considerazione quando si parla di sicurezza informatica e tutela della propria privacy online. La stragrande maggioranza degli utenti utilizza infatti la propria email per organizzare informazioni personali di varia natura. 

    Il discorso vale tanto per le email di lavoro quanto per quelle personali e la quantità di dati sensibili varia di caso in caso: dalla corrispondenza aziendale ai documenti personali, passando per le credenziali di eventuali servizi legato all’indirizzo in uso. 

    Dotare l’email di un sistema di autenticazione a due fattori riduce sensibilmente il rischio che l’account venga compromesso. Un’ipotesi che permetterebbe a un malintenzionato di intromettersi nella corrispondenza della vittima e, magari, di utilizzare le informazioni contenute al suo interno per accedere ad altri account, espandendo la propria influenza a macchia d’olio. 

    Email e account social vengono utilizzati per archiviare e condividere informazioni sensibili, dunque è bene proteggere entrambi con un sistema di autenticazione a due fattori. 

    Lo stesso discorso vale per i social media, considerato che al giorno d’oggi tantissime persone li utilizzano per veicolare informazioni sensibili: dall’invio di password (che però andrebbe sempre evitato) alla condivisione di contenuti privati di vario tipo. 

    La compromissione di un account social permette a un malintenzionato di accedere a tutte le info di cui sopra, ma non solo. L’account può infatti venire utilizzato per diverse attività più o meno compromettenti: ad esempio la divulgazione di materiale che potrebbe danneggiare la reputazione online. Ma anche lo sfruttamento dell’immagine e i dati della vittima nell’ambito di operazioni di phishing o di altre truffe del web.

    Due eventualità che aiutano a capire perché l’autenticazione a due fattori andrebbe abilitata su tutti i social media in uso, in modo da salvaguardare sia la propria persona, sia la propria rete sociale da situazioni sgradevoli e potenzialmente pericolose. 

  • 2. Perché impostare l’autenticazione a due fattori anche su cloud e app
    Autenticazione con impronta digitale

    Shutterstock

    L’utilizzo del cloud storage ha semplificato la vita di milioni di persone, che oggi sincronizzano automaticamente i propri file sul web, senza avere bisogno di dispositivi di archiviazione esterna sottoposti a rischio usura come un hard disk esterno

    Un grande “pro” di questa soluzione è la possibilità di sfruttare le potenzialità della rete per condividere automaticamente le informazioni con altri account. Il “contro” è che tutte le informazioni sensibili contenute sul cloud di fatto sono a rischio attacco, anche nel caso di servizi storage tendenzialmente protetti e affidabili. 

    Abilitare l’autenticazione a due fattori anche sul cloud storage è dunque una pratica di sicurezza informatica fondamentale, soprattutto per chi utilizzi questo genere di soluzione per il mantenimento di dati sensibili. Una piccola attenzione, che però potrebbe rivelarsi decisiva per proteggersi tanto dagli hacker quanto da eventuali attacchi tramite virus o malware

    Lo stesso discorso vale poi anche per le app: sia quelle utilizzate nell’ambito lavorativo, ad esempio quelle per la gestione di progetti o quelle per la condivisione di informazioni, sia quelle che invece accompagnano l’utente nella sua vita privata

    Anche i servizi di cloud storage possono contenere dati privati da proteggere. E lo stesso discorso vale sia per le app utilizzate sul posto di lavoro, sia per quelle che vengono usate per fare acquisti. 

    Spesso gli utenti tendono a non prestare particolare attenzione alla sicurezza delle app che utilizzano sul posto di lavoro, magari perché pensano che questo genere di preoccupazione sia a capo esclusivamente della loro azienda

    In realtà il singolo può e deve contribuire alla tutela dei propri file e l’autenticazione a due fattori è la soluzione ideale per proteggere al meglio app professionali di vario genere: a partire dagli account email, fino ad arrivare ai software espressamente dedicati alla comunicazione

    Lo stesso discorso vale per le app personali, soprattutto nel caso in cui vengano utilizzate per acquistare prodotti o servizi. Non bisogna infatti dimenticare che queste app contengono i dati bancari dell’utente: informazioni sensibili e preziose, che non dovrebbero mai finire nelle mani sbagliate. 

  • 3. Altri account da proteggere con l’autenticazione a due fattori
    Codice autenticativo

    Shutterstock

    Tutti gli account legati a servizi finanziari sono da considerarsi ad alto rischio di attacco e, di conseguenza, andrebbero protetti al meglio integrando un sistema di autenticazione a due fattori. Le ragioni per cui migliorare la sicurezza di questo genere di account sono molteplici.

    Innanzitutto un hacker che accede ai fondi dell’utente potrebbe prosciugarli nel giro di pochi minuti, andando a selezionare operazioni difficili da tracciare per cui spesso è impossibile ottenere un rimborso. Inoltre gli account dei servizi finanziari contengono tante altre informazioni sensibili dell’utente: a partire dalla data di nascita e la residenza, fino ad arrivare al codice fiscale. 

    Attenzione poi a non sottovalutare il livello di sicurezza dei software e le app che si occupano proprio di sicurezza. È il caso ad esempio di password manager e di tutti quegli altri programmi che aiutano l’utente a proteggere le loro credenziali di accesso a servizi vari. 

    Per saperne di più: Sicurezza informatica: guida alla navigazione sicura sul web

A cura di Cultur-e
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