In Breve (TL;DR)
- Apple Intelligence, la nuova AI di Cupertino, promette di rivoluzionare l’esperienza utente garantendo un livello di personalizzazione avanzato e un forte focus sulla privacy.
- La gestione dei dati avviene principalmente sui dispositivi stessi, riducendo al minimo l’accesso esterno, mentre il Private Cloud Compute protegge le informazioni elaborate al di fuori del device.
- Nonostante le solide misure di sicurezza, gli utenti devono rimanere vigili, poiché le minacce informatiche evolvono rapidamente e richiedono un utilizzo responsabile delle nuove tecnologie.
Apple Intelligence, la potentissima intelligenza artificiale del colosso di Cupertino sta per arrivare e, anche se in Italia ci sarà da aspettare ancora qualche mese, l’argomento è uno dei temi caldi del futuro che, ovviamente, sta già sollevando diversi interrogativi.
Il più importante è certamente quello sulla privacy e sui sistemi di protezione dei dati personali che Apple ha implementato per questo nuovo strumento; chiaramente preoccupano le (potenziali) violazioni così come preoccupa il “posto” dove vengono archiviati tali dati e in che modo vengono protetti da eventuali attacchi esterni.
L’azienda promette misure restrittive ma, intanto che non ci sono maggiori informazioni al riguardo, è bene fare il punto della situazione e cercare di organizzare tutto ciò che sappiamo.
Apple Intelligence, la privacy è al centro di tutto
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Secondo le dichiarazioni ufficiali dei vertici Apple, l’arrivo delle funzionalità AI cambierà per sempre il rapporto degli utenti con il proprio iPhone o con qualsiasi altro device compatibile.
Il sistema nasce per essere un’evoluzione del classico assistente vocale che diventa ancora più smart, con Siri che sarà pronta davvero ad assolvere a ogni esigenza degli utenti.
Per farlo, però, dovrà conoscere a fondo la persona dall’altra parte dello schermo sfruttando, naturalmente, i dati personali e le preferenze raccolte durante l’utilizzo del dispositivo.
Fatto questo, sarà in grado di interagire con le varie applicazioni (incluse quelle di terze parti) e rispondere più o meno efficacemente ai bisogni degli utenti.
L’idea di “personalizzazione” del device diventa, dunque, centralissima nell’era dell’AI di Apple che, però, dovrà fare ancora più attenzione alla sicurezza dei dati e alla privacy.
La privacy e la sicurezza dei dati sono da sempre due de punti focali delle politiche dei dispositivi a marchio Apple
Vero è che nessun sistema può dirsi sicuro al 100% e considerando con quanto impegno i malintenzionati digitali (quasi quotidianamente) vanno ad attaccare le varie infrastrutture sul web, inclusi social e altre piattaforme, è chiaro che gli utenti possano avere dei dubbi su Apple Intelligence.
Intendiamoci, il problema non è rappresentato dall’impegno del colosso di Cupertino sul tema della sicurezza informatica; la questione è che, vista l’immensa quantità di dati che viene immessa in rete, la privacy degli utenti è sempre a rischio e i continui attacchi hacker sono la prova fondamentale di quanto preziosi possano essere i dati personali.
E visto che il settore dell'intelligenza artificiale generativa è in fortissima crescita, non stupisce nemmeno che sia considerato un terreno più che fertile dai malintenzionati digitali che stanno facendo del loro peggio per cercare falle nei vari sistemi e, naturalmente, andare a trafugare più informazioni possibili.
Come fa Apple a proteggere i dati degli utenti
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Come già detto l’impegno di Apple per proteggere i dati dei suoi utenti è ben noto e ha portato al successo moltissimi dei prodotti dell’azienda che ha addirittura creato lo slogan “Tranquilli è un iPhone”.
E in questo senso, nonostante alcuni attacchi diretti (come il celebre hacking di iCloud del 2014) il colosso di Cupertino è stato sempre in grado di scovare e risolvere tutte le vulnerabilità dal caso, chiudendo (quasi) completamente ogni suo sistema.
Ed è così anche per Apple Intelligence con tutte le query che vengono gestite principalmente sul dispositivo in uso, evitando che sguardi esterni possano ficcare il naso dove non dovrebbero.
I dati che passano attraverso Apple Intelligence saranno elaborati per buona parte sui device stessi e non saranno accessibili nemmeno dall’azienda stessa
Oltre a questo, l’azienda ha anche inaugurato un'enorme infrastruttura per il contenimento dei dati il Private Cloud Compute (PCC) che viene utilizzata proprio per gestire e proteggere tutte le informazioni sulle operazioni che, per un modo o per un altro, non possono essere gestite dal device.
Anche qui, sul cloud saranno inviati solo i dati rilevanti per le varie attività che verranno elaborate dagli altrettanto sicuri server Apple Silicon ma non saranno comunque accessibili da nessuno, nemmeno Apple stessa.
Lo sforzo per ottenere questi risultati è stato davvero enorme ma se oggi Apple Intelligence può essere considerato un sistema totalmente sicuro è soprattutto merito di questo impegno che sta convincendo gli utenti a fidarsi di questa tecnologia.
Ci si può fidare di Apple Intelligence?
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Volendo rispondere in modo netto a questa domanda possiamo dire che sì, al momento ci si può fidare di Apple e dei suoi strumenti perché, come appena visto, l’azienda ha da sempre a cuore la privacy degli utenti.
Certo, per l’Europa, è ancora tutto molto teorico e fino a che non si potranno mettere le mani su Apple Intelligence, bisognerà necessariamente affidarsi alle informazioni che arrivano dagli USA.
Ma al momento, chi ha già testo le nuove funzioni AI, sembra essere abbastanza sicuro sia della loro validità che ha davvero rivoluzionato la user experience e sia del livello di protezione garantito.
Nonostante le promesse di Apple, però, non bisogna mai dimenticare che un utilizzo attento di queste tecnologie è l’unico modo per proteggere davvero i propri dati personali
Dall’altra parte, però, bisogna ricordare che le minacce informatiche si evolvono velocemente e proprio grazie a nuovi tool basati sull’intelligenza artificiale, riescono ad essere ancora più letali e a colpire anche infrastrutture ritenute apparentemente inespugnabili.
Quindi, è bene ricordarlo, nessuno è totalmente al sicuro e questa è l’altra faccia della medaglia di una “cultura della tecnologia” diventata ormai predominante in tutti i contesti, non solo per gli utenti che utilizzano questi strumenti per personalizzare il proprio iPhone.
Tuttavia è anche vero che le contromisure messe in campo dagli esperti di cyber security diventano ogni giorno più sofisticate e, vista l’importanza fondamentale che ricoprono i dati personali degli utenti, sicuramente si tratta di una “battaglia” che nessuno ha intenzione di perdere.
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