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Quali sono i migliori antivirus per Linux e perché installarli

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L’installazione di un software di protezione è necessaria anche su Linux e per fortuna l’utente può scegliere tra tante soluzioni, gratuite e a pagamento

sicurezza informatica Shutterstock

In Breve (TL;DR)

  • Linux è un sistema operativo sicuro, ma installare un antivirus come ClamAV, Sophos o Firetools è consigliato per proteggersi da minacce come trojan o keylogger, soprattutto in ambienti server.
  • ClamAV, open source, consente scansioni pianificate e personalizzabili, mentre Sophos offre un’elevata velocità di rilevamento grazie all’euristica avanzata, e Firetools isola file sospetti in una sandbox per test sicuri.
  • Per soluzioni a pagamento, software come Norton, McAfee e Bitdefender offrono funzionalità avanzate come VPN integrata, backup cloud e protezione per dispositivi multipli.

Linux è considerato a ragione uno dei sistemi operativi più sicuri del mercato, ma un utente che ha a cuore i propri dati e i propri dispositivi dovrebbe comunque considerare l’installazione di un antivirus

Per fortuna il mercato offre tante soluzioni adatte a tutte le esigenze, a partire da quelle gratuite e quelle che addirittura condividono la stessa natura open source caratteristica proprio di Linux. 

Senza dimenticare le versioni dedicate a questo sistema operativo firmate da grandi brand internazionali, che propongono soluzioni di abbonamento mirate sulla base della quantità e qualità di servizi di cui ha bisogno il singolo utente. 

  • 1. A cosa serve installare un antivirus per Linux
    Sicurezza informatica

    Shutterstock


    Molti utenti che scelgono Linux come sistema operativo, finiscono per chiedersi almeno una volta se abbiano davvero bisogno di installare un antivirus sul proprio dispositivo. 

    È opinione condivisa che il sistema operativo Linux sia uno tra i più sicuri, se non addirittura il più sicuro sul mercato. E questa convinzione spinge molti utenti, soprattutto quelli meno esperti, a riflettere sull’opportunità di rinunciare a un software di protezione aggiuntivo. 

    Il primo elemento da considerare è che le tesi sulla sicurezza di Linux poggiano su fondamenta solide. Innanzitutto il sistema operativo è interamente open source e ciò vuol dire che può contare su migliaia di esperti da tutto il mondo che testano quotidianamente le sue criticità, individuando e proponendo soluzioni a tutta la community. 

    Dopodiché la struttura di Linux è basata su un sistema di autorizzazioni molto funzionale, che blocca in partenza qualsiasi tentativo di eseguire attività che potrebbero portare a vulnerabilità della sicurezza.

    Inoltre il sistema operativo Linux è molto meno diffuso rispetto a Windows e macOS. Ciò vuol dire che anche gli hacker sono comprensibilmente meno propensi ad attaccarlo, proprio per via del suo bacino di utenti ridotto.

    Allo stesso tempo non è consigliabile utilizzare un dispositivo sprovvisto di antivirus o antimalware, a prescindere dal sistema operativo in uso. I dispositivi che installano Linux possono essere attaccati tanto quanto glialtri, soprattutto in un momento storico in cui le minacce informatiche vengono aggiornate a tempo di record. 

    In questo senso è poi importante sottolineare come Linux sia diffuso più in ambienti server che su desktop. Un presupposto che spinge i malintenzionati del web a cercare soluzioni per violarlo, considerato che questo genere di ambienti virtuali generalmente contiene informazioni sensibili: dai file e le email di lavoro alle credenziali e i documenti di utenti iscritti a servizi o membri di organizzazioni.

    Infine attenzione a non dimenticare che Linux offre protezione autonoma soltanto su determinate minacce: ad esempio quelle basate su script. Ciò vuol dire che il sistema operativo non è predisposto per gestire trojan, keylogger e tante altre tipologie di malware.

  • 2. Quali sono i migliori antivirus gratuiti per Linux
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    Gli utenti che scelgono un sistema operativo open source come Linux generalmente prediligono soluzioni antivirus gratuite e, magari, caratterizzate dallo stesso approccio alla libera circolazione delle informazioni.

    È il caso di ClamAV, un software open source che punta su una community internazionale per aggiornare la sua directory di malware. Lo scanner di ClamAV permette la pianificazione di indagini su tutto il sistema o su cartelle specifiche.

    L’utente ha inoltre la possibilità di personalizzare il programma, in modo che elimini autonomamente tutta una serie di file potenzialmente nocivi. Meritevole di menzione anche la scansione su server esterni come quello della posta elettronica, che consente di effettuare ricerche mirate anche a malware specifici di altri sistemi operativi.

    Anche Sophos è un antivirus gratuito disponibile per Linux e, secondo l’opinione degli utenti, vanta uno degli scanner malware più veloci del mercato. Il principale punto di forza di questo software è l’euristica avanzata, che permette di identificare i diversi malware a partire dal comportamento piuttosto che dal codice sorgente.

    Detto ciò, la directory proprietaria non garantisce la quantità e la qualità di aggiornamento tipica delle soluzioni open source. Un altro limite di Sophos da tenere in considerazione è l’assenza di un’interfaccia grafica, che rende l’impostazione delle analisi più lenta e laboriosa.

    Infine spazio anche a Firetools, un antivirus e antimalware che va ben oltre la semplice scansione di sistema, permettendo all’utente di entrare nel merito di un sandbox vero e proprio: un’attività di simulazione che permette di eseguire file potenzialmente dannosi, evitando però che abbiano un impatto sul dispositivo in uso.

    Firetools deriva dall’app open source Firejail e può essere integrato facilmente all’esecuzione di un browser. In questo modo l’utente può isolare eventuali minacce del web e testare la loro pericolosità in un ambiente sicuro.

  • 3. Quali sono i migliori antivirus a pagamento per Linux
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    Anche gli utenti interessati a una soluzione antivirus a pagamento hanno l’imbarazzo della scelta. Al giorno d’oggi infatti i software più noti e diffusi sul mercato sono generalmente disposti anche di una versione ottimizzata per Linux.

    È il caso ad esempio di Norton Antivirus, che offre diversi piani di acquisto in base al numero di dispositivi da proteggere e alle funzionalità aggiuntive richieste: dalla quantità di GB di backup cloud di cui vuole usufruire l’utente, alla possibilità di connettersi privatamente a Internet tramite VPN.

    Anche McAfee è dotato di una versione Linux, caratterizzata dagli stessi punti di forza dei corrispettivi Windows e macOS: protezione per un numero illimitato di dispositivi, monitoraggio e protezione delle attività dell’utente, possibilità di usufruire di assistenza specializzata nel recupero di informazioni sensibili e nel ripristino dell’identità.

    Infine spazio a Bitdefender, che parte da una suite di protezione standard contro malware e attacchi web, per poi arrivare a un servizio di Total Security che copre anche smartphone e tablet dell’utente.

    Per saperne di più:

A cura di Cultur-e
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