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Anche l'Europa avrà un suo sistema Starlink per Internet

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Un consorzio di aziende europee ha deciso di portare 170 satelliti nell’orbita bassa. Se tutto andrà per il verso giusto, Internet dallo spazio arriverà nel 2027

Starlink RossHelen / Shutterstock.com

Le principali potenze europee nel settore spaziale e delle telecomunicazioni hanno unito le forze in un partenariato in risposta all’ambizione della Commissione europea di dar vita ad una costellazione di satelliti che fornisca connettività Internet dall'orbita terrestre, simile a quella offerta da Starlink (l’internet satellitare di SpaceX), ma sotto il controllo e il privilegio del continente.

Alla gara d’appalto hanno risposto Airbus Defence and Space, Eutelsat, SES, Thales Alenia Space che, tra gli altri, guidano lo sforzo del consorzio verso la causa rivoluzionaria di formare una costellazione sovrana composta da 170 satelliti nell’orbita bassa atta a fornire servizi di comunicazione sicuri e su misura per le applicazioni governative e militari.

Denominata "Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite” o IRIS² ,la propostaè sostenuta da 2,4 miliardi di euro dall'UE che si aggiungeranno ad ulteriori finanziamenti in arrivo da parte dell'European Space Agency e di investitori privati. 

Unione Europea pronta a diventare una vera superpotenza spaziale con la rivoluzionaria costellazione IRIS²

Lo scorso novembre Thierry Breton, Commissario dell'Unione Europea, ha svelato i piani per la costruzione di questa costellazione satellitare che consoliderà la posizione dell'Europa nell'esplorazione spaziale come una vera potenza da tenere in considerazione, offrendo incredibili opportunità di resilienza, interconnettività e sicurezza.

Nonostante la coalizione sia composta da grandi operatori come Deutsche Telekom,Hispasat, OHB, Orange, Hisdesat e Telespazio, incoraggerà startup, mid-cap e PMI ad aderire alla creazione di una costellazione di satelliti basata su un'architettura multi-orbita così da mantenere alto il carattere innovativo e competitivo del settore spaziale europeo.

Questo ambizioso progetto è stimato in 6 miliardi di euro e si prevede che sarà operativo entro il 2027 fornendo una copertura globale. Un compito non da poco e, date le attuali limitazioni della capacità di lancio (con il razzo europeo Ariane 6 che debutterà solo nel 2024), la realizzazione di un programma così massiccio potrebbe risultare scoraggiante.

Nonostante la sfida, i funzionari europei ritengono che sia comunque necessario per ridurre la dipendenza da società extra-europee per le comunicazioni e contenere possibili interferenze esterne. Per evitare di agganciarsi a SpaceX Starlink o al Progetto Kuiper di Amazon o ancora alla mega costellazione della Cina, l’unica opzione sarebbe OneWeb, ma questa rete è parzialmente di proprietà del Regno Unito, che pochi anni fa è uscito pubblicamente dall'Unione Europea, e potrebbe non avere la capacità di soddisfare tutte le esigenze dell'Europa.

L'Europa si lancia nella corsa allo spazio: le sfide di una propria rete Internet satellitare

Con la grande esperienza nella costruzione di satelliti delle aziende europee e dell’ESA nello sviluppo delle costellazioni Galileo e Copernicus, l'Europa ritiene che sia giunto il momento di prendere in mano la situazione e creare una propria rete Internet satellitare.

Il progetto è ambizioso e, se avrà successo, potrebbe fornire una copertura globale entro il 2027, ma ci sono numerosi ostacoli da superare prima di raggiungere questo obiettivo. Sfide come la necessità di coordinare tutti questi grandi partner e la potenziale interferenza della burocrazia da parte degli enti governativi europei che possono ritardare i progressi verso il completamento.

A titolo di confronto, SpaceX ha impiegato circa quattro anni per iniziare a implementare la copertura globale sulla sua rete Starlink dopo il lancio dei primi due satelliti di prova nel febbraio del 2018. Ma ha potuto contare su un ampio sostegno finanziario da fonti di capitale privato e una sola persona (Elon Musk) che ha preso decisioni senza quindi alcun blocco burocratico.

Se gli europei sono in grado di affrontare queste sfide? Solo il tempo potrà dirlo.

A cura di Cultur-e
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