Dote innata, la creatività è una qualità importantissima sia nella vita quotidiana, che nel lavoro. Sviluppata fin dai primi anni di vita, viene spesso associata solo ed esclusivamente a momenti ricreativi, ad hobby e passioni. È, invece, una delle soft skill più ricercate dai recruiter, perché ha dei risvolti positivi sulla produttività e sull’efficienza dei lavoratori.
Sono tanti i lavori che esigono una grande dose di creatività e ce ne saranno ancora di più. Le professioni del futuro che richiederanno il possesso di questa dote non sono afferenti solo al mondo dell’arte e della moda, ma anche in tutti gli altri settori.
Lo sviluppo di nuove tecnologie, che sollecita l’inventiva e la possibilità di dar vita a nuove soluzioni nei più disparati campi di applicazione, richiede persone pronte ad entrare nel mondo del lavoro e a sfoderare non solo le conoscenze tecniche, ma tutto il loro spirito creativo e un pensiero innovativo che va fuori dagli schemi e dalle strade già percorse.
Le persone creative riescono a trovare soluzioni inaspettate anche di fronte a problemi apparentemente insormontabili. È evidente come, in un mondo del lavoro sempre più competitivo e dinamico, sia un’abilità preziosa, da possedere e coltivare. Un talento in parte innato, che può però anche essere sviluppato nel tempo.
- Pensiero creativo: che cos’è
- Creatività: come svilupparla
- Creatività: tutti i vantaggi nel mondo del lavoro
- Lavori per persone creative: quali sono
- Designer
- ADV Manager
- Makeup Artist
- Sviluppatore web
- Architetto
- Moda
- Illustratore
- Tatuatore
- Social Media Manager
- Copywriter
- Interaction Designer
- Podcaster
- Fotogiornalista
- Interior designer
- Guadagnare con i podcast: come fare
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0. Pensiero creativo: che cos’è
Il pensiero creativo, o divergente, è uno degli argomenti più trattati e studiati in psicologia. È la capacità di trovare diverse soluzioni innovative e originali ai problemi. Una persona creativa sa individuare delle risposte a cui nessuno era giunto prima. Si contrappone al pensiero logico, che è basato sulla connessione causa-effetto.
Nei bambini è maggiormente presente, perché privi di pregiudizi e poco condizionati da ciò che li circonda.
Crescendo, invece, può diminuire se non costantemente allenato o se si vive in un ambiente che offre pochi stimoli. Se inizialmente si pensava che la creatività fosse una dote esclusivamente innata, nel tempo si è invece capito che può essere stimolata con degli esercizi. A influire sul suo sviluppo, anche il contesto con cui l’individuo si relaziona.
La scuola, partendo da questi presupposti, è sempre più propensa ad attivare dei momenti per stimolare lo sviluppo della creatività sin da bambini, poiché consapevole di come il pensiero divergente abbia risvolti positivi sia sulla vita quotidiana delle persone, consentendogli di risolvere gli imprevisti velocemente e in maniera efficace, che nel mondo del lavoro.
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1. Creatività: come svilupparla
La creatività è spesso attribuita agli artisti, ma in realtà tutte le persone possono esercitarla. Una delle caratteristiche principali del pensiero divergente è la flessibilità, indispensabile per poter ragionare fuori dagli schemi.
Un modo per sviluppare la creatività è quindi quella di fare sempre cose nuove, rompere le abitudini, spingersi fuori dalla propria comfort zone.
Oltre ad impegnarsi in attività tipicamente creative, come la pittura o la scrittura, si possono seguire utili consigli per poter allenare il pensiero divergente.
Ad esempio, assaggiare nuovi piatti al ristorante, viaggiare e visitare nuovi posti, interessarsi ad altre culture, ascoltare musica mai ascoltata, guardare film di generi diversi da quello preferito e leggere libri di autori mai letti prima.
Liberandosi dei propri limiti, dei pregiudizi e della paura di non essere in grado, bisogna essere sempre pronti a prendere in considerazione nuove opzioni, ad esprimere il proprio essere e il proprio pensiero, a porsi domande, ad imparare nuovi hobby o attività, a rischiare prendendo decisioni dal risultato incerto.
La curiosità verso il prossimo e verso il mondo esterno è una buona alleata della creatività. Consente di porsi le domande giuste, di guardare l’ambiente circostante con occhi nuovi e critici. Un buon modo per sollecitare il pensiero creativo è quello di circondarsi di altre persone creative, con cui potersi confrontare e da cui poter trarre ispirazione e nuove idee.
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2. Creatività: tutti i vantaggi nel mondo del lavoro
La creativity non è solo una qualità che contraddistingue gli artisti, come si è a lungo pensato, ma è insita in ogni individuo, seppur sviluppata in maniera diversa. Nella vita quotidiana risulta estremamente utile essere in grado di avere idee originali e rispondere con soluzioni innovative ai problemi. Ma è nel mondo del lavoro che questa abilità, considerata un’importante soft skill, è estremamente ricercata.
Gli esperti di risorse umane tendono a selezionare personale dotato di pensiero creativo non solo per le occupazioni nell’ambiente della cultura, dell’arte e della moda, che sono gli ambiti in cui la creatività sembra trovare ampio spazio, ma anche in tutti gli altri settori.
Il motivo è presto spiegato: essendo una caratteristica che si può sviluppare nel tempo e che non può essere trasmessa velocemente dall’alto, attraverso corsi e momenti di formazione, è importante che chi viene assunto sia già in grado di risolvere i problemi con originalità.
D’altronde, i vantaggi di avere personale creativo nell’ambiente di lavoro sono davvero tanti.
Un lavoratore creativo, infatti, sarà in grado non solo di proporre nuove idee e soluzioni, fondamentali per rendere l’azienda competitiva nel tempo, ma saprà anche dare vita a confronti costruttivi, di influenzare l’intera squadra, stimolando anche gli altri colleghi.
La creatività determina la capacità del lavoratore di produrre idee diverse rispetto ad un singolo argomento, di fare collegamenti tra progetti lontani e diversi tra loro, di captare dalle informazioni in proprio possesso dettagli importanti. Influisce quindi positivamente sulla produttività dell’intera azienda e favorisce l’innovazione.
Le aziende, pur consapevoli che la creatività sia una dote che cresce nel tempo e una caratteristica strettamente personale degli individui, può in ogni caso intervenire con azioni specifiche per implementarla nei propri dipendenti. È un obiettivo difficile da raggiungere, specialmente quando sono presenti gruppi di lavoro molto ampi, eterogenei e con competenze estremamente diverse, ma non impossibile.
Occorre innanzitutto stimolare il problem solving, chiedendo ai dipendenti di non rispondere ai problemi con le modalità già applicate e testate, ma ascoltandoli e dandogli la possibilità di sperimentare nuove soluzioni. La libertà d’espressione è fondamentale per poter permettere alle persone creative di esprimere tutto il loro potenziale.
Lavorare in gruppo può favorire lo sviluppo del pensiero creativo. Ascoltare le opinioni e le idee altrui, confrontarsi e adottare approcci diversi può avere un effetto benefico anche per coloro che sono abituati ad agire esclusivamente adottando un pensiero logico e metodi già testati.
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3. Lavori per persone creative: quali sono
Il pittore, il musicista, lo scrittore e tutto ciò che gira intorno al mondo dell’arte è tipicamente considerato un lavoro creativo. Nella realtà, però, l’utilità della creatività non si limita a pochi settori. Sono molti i lavori che richiedono un’attitudine al pensiero divergente per poter essere svolti nel migliore dei modi e per poter ottenere buoni risultati.
Lo sviluppo del web e, in particolare, dei social network, ad esempio, ha dato una forte spinta alla nascita di professioni che necessitano della creatività per essere svolte con successo. Nel digitale, le persone creative trovano ampio spazio, ma non solo. Tra i lavori del futuro e le professioni già esistenti, in cui è maggiormente richiesta questa dote ci sono:
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4. Designer
I designer sono dei progettisti e, come è facile immaginare, danno continuamente vita a idee innovative e creative. Trovano impiego in diversi settori. C’è, ad esempio, il design del prodotto, design della comunicazione, design degli spazi e degli ambienti, d’interni, etc.
Per ogni specializzazione c’è un percorso di studi da affrontare, che permette di apprendere tutte le conoscenze necessarie per svolgere il lavoro nel migliore dei modi.
La creatività è una dote essenziale da possedere, ma occorre anche acquisire competenze tecniche indispensabili.
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5. ADV Manager
L’ADV Manager è una figura professionale che pianifica il processo di promozione di prodotti o servizi, con l’ideazione e il coordinamento delle campagne pubblicitaria. È una professione che ha radici lontane, ma che con lo sviluppo della pubblicità sul web si è rinnovata e ha trovato una forte crescita.
Nel mondo pubblicitario la creatività è essenziale per sapersi distinguere e per riuscire ad attrarre l’attenzione del pubblico.
Oltre a questa preziosa soft skill, deve avere competenze tecniche e informatiche, saper gestire budget di spesa, conoscere tutti i canali di comunicazione, le loro regole e le loro caratteristiche, possedere abilità di analisi e spirito critico. Infine, soprattutto per chi opera nel digitale, sono necessarie conoscenze di SEO, SEM e Web Analytics
Per diventare ADV Manager va affrontato un percorso formativo importante. È necessaria una laurea in Scienze della Comunicazione, Scienze della Comunicazione Pubblica e d’Impresa, in Ingegneria Gestionale, in Informatica o in corsi di studi simili che permettano di apprendere conoscenze del mondo della comunicazione, del marketing e di sviluppare abilità di progettazione. È spesso opportuno, poi, frequentare anche un Master con approfondimenti sulla Web Advertising.
Tra le soft skill richieste per svolgere questa professione, oltre una spiccata creatività, anche doti interpersonali, capacità di lavorare in team, competenze di project management e conoscenza della lingua inglese.
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6. Makeup Artist
Il make-up artist è un lavoro creativo già estremamente diffuso, ma che anche in futuro offrirà buone opportunità lavorative. È l’ideale per tutti i creativi che vogliono lavorare nel mondo dello spettacolo e del cinema, dietro le quinte.
È un vero e proprio esperto di cosmesi, di colori e di tecniche di make-up, che affina con il tempo e con corsi di formazione. Per coltivare questa passione, infatti, non basta essere dei bravi truccatori autodidatti, ma bisogna frequentare dei percorsi formativi appositamente strutturati che forniscono conoscenze non solo sulle tecniche di trucco, ma anche sulle caratteristiche dei cosmetici, basi di medicina e nozioni di chimica.
Le specializzazioni a cui si può accedere, in qualità di make-up artist, sono tante e dipendono dal campo di applicazione: teatro, danza, spettacolo, cinema, moda, fotografia, etc. Per svolgere questa professione ci vuole creatività, passione, precisione e cura per il dettaglio.
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7. Sviluppatore web
Lo sviluppatore web (o web developer) si occupa dello sviluppo di applicazioni e di siti Internet, dal punto di vista del codice di programmazione e non dell’aspetto estetico. È una professione sempre più ricercata e che, anche in futuro, troverà vasta applicazione.
La conoscenza dei linguaggi di programmazione (ad esempio HTML, CSS, XML, JavaScript, Java, ASP), di scripting e di mark-up è alla base di questa professione, ma ci sono anche altre competenze che un buon sviluppatore web deve possedere. Oltre ad avere un pensiero creativo, deve essere in grado di risolvere i problemi velocemente e ottime capacità analitiche.
Per diventare uno sviluppatore web sarebbe opportuna una laurea in Ingegneria informatica, tanta esperienza sul campo, voglia continua di aggiornarsi e di cogliere le novità del web per poter restare sempre competitivi.
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8. Architetto
L’Architettura è uno dei campi in cui più è richiesta l’abilità creativa. L’architetto è colui che immagina, progetta e guida la costruzione di edifici che siano non solo esteticamente piacevoli, ma anche funzionali e sicuri.
Per diventare architetto occorre una laurea in architettura e la frequentazione di corsi di specializzazione. Bisogna possedere conoscenze sulla progettazione, sull’edilizia, sull’urbanistica e sulla pianificazione territoriale.
Le mansioni che un architetto deve svolgere sono tante e non si limitano alla progettazione degli edifici. Vi è anche uno studio di fattibilità, con un’analisi approfondita dell’ambiente circostante e delle possibili conseguenze del lavoro da svolgere, la presentazione dei progetti ai clienti, la redazione di documenti e reportistica, la supervisione dei lavori nei cantieri e la valutazione del risultato finale.
È una figura professionale che deve relazionarsi con clienti e committenti e deve pertanto avere abilità comunicative, di negoziazione e di problem solving. Necessarie anche le competenze informatiche, per poter lavorare su progetti 2d e 3d.
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9. Moda
Il mondo della moda pullula di creativi, che vi lavorano ricoprendo molteplici ruoli. Lo stilista è colui che, pensando fuori dagli schemi, riesci ad anticipare e a lanciare nuove tendenze. Ha un’ottima capacità di disegno, una buona conoscenza della storia della moda e dei tessuti e competenze sartoriali.
L’idea dello stilista viene sviluppata e concretizzata dal fashion designer, una delle professioni che avrà un forte sviluppo anche nei prossimi anni.
Il suo compito è quelli di lavorare sugli schizzi disegnati a mano, trasformandoli in modelli virtuali grazie all’utilizzo di programmi digitali. In questo modo è possibile vedere concretamente la resa dei tessuti, dei colori e le possibilità di abbinamento con altri capi o accessori.
Un’importante professionista che opera nel mondo della moda è fashion brand manager, che lavora con creatività e competenze imprenditoriali per rendere il brand forte, competitivo e riconoscibile sul mercato. Stabilisce i prezzi delle collezioni, fa analisi di benchmark e individua i canali di vendita più adatti e vantaggiosi.
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10. Illustratore
La creatività e la passione per il disegno sono le due caratteristiche principali di un illustratore, professionisti che realizzano immagini accompagnate da testo scritto per raggiungere molteplici obiettivi: promozione di un prodotto, di un servizio o per puro intrattenimento. Operano principalmente nel campo dell’editoria e del marketing.
Esistono molti corsi di formazione che hanno l’obiettivo di trasmettere tutte le conoscenze e le competenze necessarie per diventare dei bravi illustratori. Apprendere le varie tecniche di disegno è importantissimo, ma il talento resta l’unica qualità imprescindibile per svolgere questa professione.
Per approfondimento: Qual è la differenza tra fumettista e illustratore
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11. Tatuatore
Il tatuatore è tra i mestieri creativi più famosi e conosciuti del mondo. Ha radici profonde nel passato e, ora che ha perso tutte le connotazioni negative e non è più colpito da pregiudizi, un futuro apparentemente roseo.
Un tatuatore è abile nel disegno, sia su carta che su pelle, ha doti analitiche e sa progettare un lavoro valutandone la fattibilità.
Un buon professionista sa ascoltare le esigenze del cliente, renderle concrete, ha ottime capacità comunicative e relazionali. È importantissimo che abbia una conoscenza delle norme sanitarie e di sicurezza.
Per diventare tatuatore è possibile seguire dei corsi, ma è l’esperienza a fare la differenza. Ci sono, inoltre, tanti percorsi di formazione tenuti da esperti che hanno l’obiettivo di trasmettere tecniche e stili particolari. Più si è specializzati, più si è competitivi.
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12. Social Media Manager
Una delle professioni creative più gettonate del momento e che, senza dubbio, offrirà ottime opportunità lavorative anche in futuro è quella del Social Media Manager, colui che, nell’ambito del digital marketing, si occupa della gestione dei profili e delle pagine social di liberi professionisti, aziende e organizzazioni di ogni tipo.
Le mansioni che svolge sono tante e disparate. Elabora e pianifica la strategia social, stabilendo gli obiettivi da raggiungere e i canali da presidiare, instaura rapporti vantaggiosi per l’azienda o per il brand attivando importanti collaborazioni, gestisce la community, modera i commenti e controlla le campagne social, lavorando fianco a fianco con degli esperti di advertising.
Le competenze trasversali che deve possedere sono quindi numerose: di analisi, di problem solving, comunicative.
La dote creativa è indispensabile per riuscire a catturare l’attenzione in un mondo sempre più saturo di contenuti. Deve poi avere una conoscenza approfondita di tutti i canali social e di digital marketing.
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13. Copywriter
Il copywriter si occupa della stesura di testi per campagne pubblicitarie, contenuti web, brochure, volantini, etc. Il suo obiettivo è quello di catturare, tramite l’utilizzo sapiente delle parole, l’attenzione del pubblico target e convincerlo a compiere un’azione o a adottare uno specifico comportamento.
Negli anni, sono nate diverse specializzazioni di questa professione, che non è relegata esclusivamente alla carta stampata.
Il social copywriter scrive testi destinati ai social network, seguendo le regole delle specifiche piattaforme.
Il SEO copywriter, invece, elabora contenuti per il web ottimizzati per i motori di ricerca. Il micro copywriter (o UX writer) produce testi brevi, altamente persuasivi, che spingono all’azione (messaggi, call to action, chat bot, etc.).
Un buon copywriter ha una mente creativa, eccellenti capacità di scrittura persuasiva, ottima conoscenza di ortografia e grammatica, un bagaglio lessicale ampio e competenze SEO. È in grado di scrivere in diversi stili per comunicare in modo efficace con molteplici pubblici.
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14. Interaction Designer
L'interaction designer si occupa della progettazione dell'interazione tra l'uomo e i sistemi meccanici e informatici. Il suo obiettivo è quello di facilitare l’esperienza di tutti gli utenti, garantendogli interazioni intuitive e facili da memorizzare con ogni tipo di device.
Oltre alla creatività, che lo spinge a trovare soluzioni innovative, deve avere conoscenze di psicologia, di graphic design, di analisi e di marketing. Deve essere in grado di riconoscere i bisogni e le esigenze del pubblico target e ideare prodotti funzionali e utili.
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15. Podcaster
Il podcast sta diventando uno strumento sempre più importante per raccontare storie, approfondire argomenti culturali e politici o semplicemente per intrattenere il pubblico. Questo successo ha portato il podcaster, ossia l’autore e creatore del programma, tra le professioni più promettenti del futuro.
Per creare un podcast è necessario capire di cosa si vuole parlare, informarsi sull’argomento e scegliere il nome che avrà il programma.
Si possono trovare tantissimi podcast che trattano argomenti interessanti sul web, ma il consiglio è di optare per un settore che appassioni, per evitare di abbandonare il progetto dopo qualche episodio.
Un grande scoglio per i podcaster è riuscire a rimanere costanti e creare una narrazione in cui sia distinguibile un fil rouge attraverso i diversi episodi.
Sulla pagina di presentazione del podcast dovrà essere presente anche una breve descrizione del programma. Un paio di righe in cui si spiega alla futura audience cosa sta per sentire.
Prima di iniziare a registrare i diversi episodi, è bene scegliere la tipologia di podcast e programmare una scaletta degli episodi.
Che si scelga di impostare il programma come un one man show, di includere un co-conduttore o di creare un format incentrato sulle interviste, il podcast deve mantenere la stessa forma almeno per i primi mesi, per non confondere il pubblico.
Creare una lista, anche sommaria, in cui appuntarsi gli argomenti principali o il titolo delle varie puntate aiuta l’autore a vedere in che direzione sta andando il suo programma e quali sono i topic che non ha ancora toccato.
Se si vuole scendere più nel dettaglio, si può impostare una scaletta singola per ciascun episodio, in modo tale da sviscerare l’argomento scelto in tutte le sue sfumature ed evitare di interrompersi durante la registrazione.
Per la durata, testare il formato che più si preferisce e con cui ci si sente più a proprio agio. Un podcast può durare un paio di minuti o un’intera ora, non ci sono regole.
Per approfondimento: Come diventare podcaster, una professione in crescita
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16. Fotogiornalista
Creare una storia senza utilizzare le parole non è un lavoro semplice, ma è sicuramente un’attività per cui serve tantissima creatività.
È questo quello che fa il fotoreporter, una figura mista che racchiude in sé i compiti del fotografo e del giornalista, dal momento che spesso scrive anche gli articoli a corredo delle immagini scattate.
Il fotogiornalismo parte sempre da un’idea che deve essere strutturata in un progetto chiaro e dettagliato. Il primo passo è la ricerca di un argomento da trattare, che funge da base per creare il percorso da seguire, una volta che si avrà la macchina fotografica in mano pronta allo scatto.
La preparazione del progetto permette di pianificare le uscite che si andranno a fare e di non perdere di vista l’obiettivo finale, ossia l’argomento fulcro del reportage.
Una volta sul campo, il professionista deve essere in grado di catturare con uno scatto il momento perfetto, come spiegava già Henri Cartier-Bresson parlando di questa professione.
Quello che fa la differenza è l’impatto emotivo che la fotografia riesce a dare a chi la guarda. Per ottenere scatti capaci di emozionare, il fotoreporter deve saper cogliere l’essenza di un volto e di uno sguardo o imprimere sulla pellicola un attimo particolare.
Che sia una preda catturata dal predatore, un incontro commovente tra due persone o le vicende di una guerra, le immagini devono poter raccontare una storia.
Se i protagonisti degli scatti sono delle persone, il fotografo deve essere in grado di conquistare la loro fiducia e metterle a proprio agio.
La difficoltà più grande per il fotoreporter è data dall’immediatezza e dalla prontezza richieste dal contesto. A causa delle condizioni di scatto, può succedere che per alcune foto sia necessario un trattamento di post-produzione.
In questi casi è molto utile ricorrere a strumenti professionali come Photoshop o Lightroom, che permettono di modificare alcuni parametri senza stravolgere le foto.
Per approfondimento: Fotogiornalismo, una professione creativa
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17. Interior designer
Non solo mobili: il lavoro dell’Interior Designer si destreggia tra le richieste e le necessità dei clienti, la progettazione di spazi e degli oggetti che si trovano in un ambiente o la creazione di mobili che vogliono essere inseriti al suo interno.
L’Interior Design deve possedere competenze trasversali ben precise che comprendono la conoscenza approfondita di software come Photoshop, AutoCAD e Illustrator, ma anche grandi abilità nel marketing, nel design e in ambito artistico.
Oltre alle competenze tecniche, l’arredatore di interni deve possedere specifiche soft skills, prima fra tutte la creatività.
Questo lavoro richiede infatti la capacità di trasformare i desideri dei clienti in idee artistiche, belle da vedere e accattivanti e per farlo spesso è utile pensare out of the box, immaginando soluzioni alternative anche in spazi ridotti o progettati in modo non convenzionale.
Una delle maggiori difficoltà è quella di rendere funzionali spazi che per loro natura non lo potrebbero essere. Per far questo, spesso l’arredatore si trova anche a ideare arredi su misura da inserire appositamente in questi luoghi.
L’Interior Designer svolge una parte di ricerca e studio in ufficio, ma passa moltissimo tempo ad interfacciarsi con i diversi clienti. Una buona dose di empatia e pazienza diventano alleate essenziali nel rapporto con le aziende o i privati che richiedono questo tipo di servizio.
Sono diverse le realtà che vogliono migliorare gli spazi dove abitano o lavorano, dalle aziende che aspirano a rendere migliore l’ambiente di lavoro, ai privati che desiderano una casa su misura e che rispecchi la loro personalità. Ognuno di loro ha delle necessità ben precise, che il professionista deve saper soddisfare.
Spesso gli arredatori di interni decidono di specializzarsi in un particolare ambito. C’è chi si dedica all’environmental design, chi progetta ambienti per le strutture sanitarie e chi si dedica agli ambienti residenziali, dalle hall dei palazzi all’interno delle abitazioni.
Per approfondimento: Cosa fa l'interior designer e perchè è un lavoro creativo
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18. Guadagnare con i podcast: come fare
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Sempre più ascoltati e apprezzati dagli utenti, i podcast stanno spopolando sul web. Tra i tanti motivi che portano le persone a voler iniziare un podcast spicca la capacità di questa tipologia di programma di far guadagnare ingenti somme a chi riesce a creare un prodotto unico e accattivante e formare così una community fedele che lo segua e lo sostenga.
Spesso, anche chi inizia per puro svago o passione, cerca di monetizzare ad un certo punto del percorso. Bisogna tenere a mente che dare vita e continuare un programma di questo genere non è cosa da poco, anzi. Servono apparecchiature ad hoc e l’aspirante podcaster deve investire tempo, energie e qualche volta anche denaro per ricercare sempre nuove idee per gli episodi successivi.
I modi per avere un ritorno economico con i podcast sono molti, dalla pubblicità agli abbonamenti, senza dimenticare l’affiliate marketing
I podcaster danno spesso l’opportunità ai propri follower di supportare il loro lavoro attraverso donazioni volontarie. Che sia la cifra per acquistare un caffè o una pizza. Alcuni suggeriscono l’acquisto di un libro o altro prodotto da una lista creata appositamente a questo scopo. Sono molti i modi che i fan hanno per fare in modo che il content creator continui a pubblicare nuove puntate.
Nel caso in cui il podcaster sia un personaggio molto affermato e seguito all’interno della sua nicchia, è probabile che non chieda più un semplice contributo, ma per esempio crei un vero e proprio piano di abbonamento per gli utenti più affezionati. Attraverso il pagamento di una quota di iscrizione, gli abbonati possono accedere ad una serie di contenuti riservati. Interviste, momenti a tu per tu con il podcaster, dirette e articoli unici creati appositamente per chi è disposto a pagare.
Un altro metodo è cercare aziende o privati che vogliano sponsorizzare il podcast. Grazie ad una serie di pubblicità inserite all’interno del programma, il creatore del podcast può richiedere un compenso, che andrà a finanziare il proprio lavoro. Per poterlo richiedere, però, si consiglia di arrivare almeno ad una platea di 5mila utenti al mese.
Infine, il podcaster può sfruttare l’affiliate marketing per aumentare i propri incassi. Si tratta di una sponsorizzazione nascosta, dove gli inserzionisti vengono pagati attraverso delle provvigioni. Ogni volta che un ascoltatore acquista un prodotto tramite il link datogli dal podcaster, quest’ultimo riceverà una percentuale concordata precedentemente.
Il consiglio, sia nel caso di affiliate marketing che di sponsorizzazione, è quello di restare sempre coerenti con l’argomento del podcast e i valori del proprio programma, in modo tale da non perdere credibilità col proprio pubblico.
Per approfondimento: Come guadagnare coi podcast