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I lavori creativi nella moda

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Per lavorare nell’industria del fashion non bastano le opportune conoscenze, serve anche tanta creatività. Ecco le professioni più creative del mondo della moda

Strumenti per la creatività nella moda

Il mondo del fashion è un’industria mondiale che vale più di 1.2 trilioni di euro e che offre tantissimi sentieri diversi se si vuole intraprendere una carriera in questo settore dall’enorme potenziale.

Dai lavori pratici e creativi dedicati al fashion design alle opportunità di business imprenditoriali nell’industria del fashion, questo settore permette di combinare la passione per l’abbigliamento con quella per la finanza, il marketing, l’imprenditorialità o moltissime altre discipline. Non importa se si è interessati al design, alla fotografia di moda, alla tecnologia dei tessuti, al fashion marketing o le pubbliche relazioni: in questo campo c’è spazio per qualsiasi specializzazione.

Questo perché il fashion è sia un’industria che una forma d’arte, il che significa che esistono infinite possibilità per le persone che vogliono soddisfare il loro desiderio di ambizione e la voglia di creare qualcosa di speciale per gli altri. 

Perseguire una carriera nell’industria del fashion può essere per molti un sogno.

Che si desideri lanciare la propria azienda, disegnare e creare nuovi trend per collezioni di haute couture o lavorare come consulente fashion per un grande retailer, la parola d’ordine per avere davvero successo è creatività.

Per farsi notare e spiccare in un ambiente così competitivo, bisogna essere sempre un passo avanti, magari prendendo ispirazione da grandi della moda che hanno davvero lasciato un segno. Ma in quale ruolo? Ecco le professioni più creative dell’industria del fashion.

Le professioni creative della moda: lo stilista

Stilista

Lo stilista è l’ideatore, la figura che sta dietro tutto il lavoro di un brand di moda. Ma cosa fa esattamente? Lo stilista, o fashion designer, è quella figura che si occupa della creazione, del disegno e della realizzazione dei capi d’abbigliamento dell’azienda. La creatività in questo lavoro è fondamentale: per ogni nuova stagione, lo stilista deve ideare intere collezioni di abiti, scarpe e accessori che rispecchino lo stile dell’azienda o della maison, ma che siano sempre originali e al passo con i fashion trends del momento, oltre che con i desideri e le aspettative del pubblico.

Il lavoro dello stilista nasce come un vero e proprio processo creativo. Si parte da un’idea che funge da ispirazione, quasi da musa, per poi creare oggetti e abiti completamente nuovi.

L’ispirazione può venire sia dalle tendenze che nascono all’interno del mercato della moda o dalle previsioni dei futuri trend, sia da esperienze personali, ovvero da forme, tessuti e colori che lo stilista trova in giro per il mondo mentre ricerca nuove idee per le sue collezioni.

Il processo creativo è talmente personale e imprevisto che può nascere da un’idea che è venuta improvvisamente alla mente dopo aver visto o sentito qualcosa che ha risvegliato i propri sensi o da un percorso più lungo.

Dopo aver avuto l’idea che starà alla base del processo di progettazione, lo stilista elaborerà il cosiddetto concept, ossia l’idea che costituirà il fil rouge di tutti i disegni, bozzetti e modelli della collezione. Oltre ad una buona dose di creatività, c’è bisogno anche di conoscenze approfondite di tecniche digitali per poter utilizzare software come CAD. 

La supervisione dello stilista permane su tutti gli aspetti della collezione: dalle linee e le forme degli abiti, i tessuti che verranno utilizzati, i colori. Dopo la fase di creazione, viene quella di produzione, dove lo stilista sceglierà i fornitori da cui avere le materie prime per creare la collezione.

Il ponte tra l’idea e il prodotto finito: il modellista

Modellista

Un altro lavoro del mondo del fashion che fa della creatività il suo mantra è il modellista. Il modellista può anche essere definito come un progettista, che nel processo di creazione diventa il punto di incontro e il legame tra lo stilista e il prodotto finito.

Il modellista prende l’idea e i modelli dello stilista e li trasforma in realtà.

Segue quindi lo sviluppo del prodotto dall’idea e dal primo prototipo fino alla produzione vera e propria. I suoi compiti sono molteplici vista la natura e la varietà degli step del processo di creazione di un capo d’abbigliamento o di un accessorio.

Deve conoscere e saper interpretare le caratteristiche tecniche e funzionali dei progetti, dare un’impostazione alle nuove collezioni creando linee sempre nuove. Deve conoscere sia le basi della creazione dello stilista, ossia l’idea, la conoscenza del mercato e la creatività, sia le specifiche dell’attuazione del progetto, un processo che comprende la ricerca dei materiali selezionati, i tecnicismi legati ai prototipi e il processo tecnico di nascita e messa a punto del prodotto.

Oggetti in vetrina: il lavoro del visual merchandiser

visual merchandiser

Infine, quando il prodotto sarà finito e si dovrà solo proporlo al pubblico, è di fondamentale importanza il ruolo del visual merchandiser. Concretamente questa figura si occupa di ideare e implementare la strategia di esposizione dei prodotti o dei servizi offerti dall’azienda all’interno di un’area commerciale. Qui il cliente incontra il prodotto e dopo averlo guardato, toccato e analizzato lo valuta e, eventualmente, lo sceglie tra altri prodotti per l’acquisto.

Le aree commerciali in cui lavora il visual merchandiser possono essere diverse. Si parla di virtual visual merchandiser quando lo spazio da curare è uno spazio virtuale, per esempio un e-commerce.

In questo caso il cliente non potrà toccare con mano il prodotto, quindi il visual merchandiser potrà sfruttare soltanto il senso della vista e la psicologia del consumatore per utilizzare al meglio lo spazio a disposizione e creare una vetrina virtuale in cui il potenziale cliente è in grado di trovare tutte le informazioni che gli servono per arrivare alla propria scelta. La capacità di scovare sempre nuovi metodi per mostrare i prodotti necessita di grande creatività.

Quando invece l’area a disposizione è una vetrina o lo spazio all’interno di un negozio, il visual merchandiser potrà sfruttare tutti i sensi del pubblico. Anche in questo caso la psicologia del consumatore aiuta molto: dalle musiche di sottofondo agli accostamenti di stoffe diverse e all’utilizzo della psicologia dei colori.

Sono tutte tecniche creative che sono molto utili per creare un percorso sensoriale che instilli nel cliente sensazioni positive che lo inducano poi a scegliere il capo perfetto da acquistare. Tutte queste azioni sono spinte gentili che, nate grazie alle conoscenze e alla creatività del visual, riescono a portare il cliente lì dove l’azienda vuole.

Per saperne di più: Cos'è la creatività digitale e come svilupparla

A cura di Cultur-e
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