La passione per il disegno è madre di moltissimi lavori del futuro, ma tra loro esistono differenze sostanziali anche molto importanti. Gli appassionati e i professionisti che sguazzano tra pennelli, matite e colori spesso decidono fin da subito quale strada creativa voler intraprendere, in modo tale da specializzarsi in una particolare tecnica o un determinato settore.
Che sia l’acquerello, la ritrattistica con la china, il ritratto iperealistico o il fumetto, ogni tecnica richiede abilità e competenze ben specifiche e distinte dalle altre.
Tuttavia sono in molti, soprattutto quando si è alle prime armi, a confondere le figure del fumettista e dell’illustratore. Sono in molti che tentano la fortuna mandando i loro disegni alle case editrici di fumetti, sperando in un riscontro positivo e una futura collaborazione.
Peccato che proporsi come fumettista mentre si invia un portfolio di illustrazioni, e viceversa, non sia un ottimo biglietto da visita. Vediamo insieme quali sono le differenze tra illustratore e fumettista.
Le differenze tra fumettista e illustratore
Bisogna partire dalle funzioni e le caratteristiche delle due tecniche del fumetto e dell’illustrazione per riuscire a capirne le differenze. L’intenzione comunicativa delle due immagini è molto diversa: mentre il fumetto ha lo scopo primario di comunicare un racconto o un’azione attraverso le immagini, l’illustrazione è un’immagine che vuole comunicare un momento o una particolare situazione, ma che non deve necessariamente tradursi in un movimento. Questa è una delle differenze sostanziali tra il fumettista e l’illustratore.
Il fumettista deve essere in grado di dare vita e movimento ai suoi disegni.
Inoltre, deve saper creare uno storytelling di immagini che scivoli fluido davanti agli occhi del lettore. Molto spesso le azioni dei protagonisti di un fumetto non compaiono tutte singolarmente all’interno di un fumetto. Ci vorrebbero molte più pagine e disegni grafici da realizzare. Il fumettista deve saper offrire al lettore un’idea di quello che il personaggio ha potuto fare tra una vignetta e l’altra.
L’illustratore invece non ha bisogno di dare l’idea del movimento, ma mostrare la bellezza di una singola immagine, esattamente come un quadro.
Per comprendere meglio questa differenza basterà pensare ad una serie di illustrazioni, ma divise in vignette. Senza inserire i baloon, ossia le nuvolette o i riquadri attraverso i quali si dà voce ai personaggi della storia, basterà osservare se le immagini delle vignette sembrano statiche o hanno una loro vitalità.
Se le immagini sono statiche, saranno illustrazioni, non adatte alla creazione di un fumetto. Se invece avranno quel guizzo di mobilità, ci si troverà di fronte ad un fumetto.
Anche senza la presenza dei baloon, i disegni del fumetto riescono a far capire al lettore cosa sta succedendo, esattamente come succede tra gli spazi vuoti tra una vignetta e l’altra.
Se lo storytelling non piace, non interessa o semplicemente le prove di un fumetto non hanno dato i risultati sperati, esistono moltissime declinazioni di lavori che hanno bisogno di un illustratore e non di un fumettista.
Per esempio, se si vuole rimanere in quest’ambito, ci si potrebbe proporre per diventare copertinisti, ossia figure professionali che disegnano le copertine dei fumetti.
È raro infatti che un fumettista sappia disegnare anche la propria copertina. L’impatto dell’immagine deve essere totalmente diverso: il fumetto deve narrare, la copertina deve colpire subito il potenziale lettore, suscitare un’emozione e convincerlo, se non ad acquistare il volume, almeno a sfogliarlo.
Fumetto VS cinema
Si può dire che il fumetto funzioni in maniera opposta rispetto al cinema. La potenza espressiva potrebbe risultare la stessa, ma i metodi per ottenerla totalmente diversi. Nella sceneggiatura di un film le sequenze di azioni vengono filmate spesso per intero. Questo vuol dire che mentre l’attore sta compiendo un’azione probabilmente non parlerà, ma lo farà non appena l’azione sarà conclusa.
La macchina da presa mostrerà quindi tutta la sequenza di azioni intraprese dall’attore.
Nel fumetto questo non potrebbe mai accadere. Se il fumettista iniziasse a descrivere tutte le azioni che i personaggi fanno, il fumetto finirebbe per risultare noioso e ripetitivo. La narrazione tipica del fumetto permette invece di saltare alcune azioni e comunque creare una storia che sia comprensibile e sensata al lettore.
La creatività del fumettista e dell’illustratore
Entrambe queste professioni richiedono moltissima creatività, ma anche una buona dose di conoscenze tecniche. Dalla conoscenza delle principali tecniche di disegno all’utilizzo di strumenti digitali come tavolette grafiche o app e software creati appositamente per agevolare il lavoro del disegnatore.
Come la personalità di ognuno, anche il tratto dei disegni differisce da persona a persona.
Ogni tratto possiede particolari caratteristiche che lo differenziano dagli altri. Questo è dovuto anche ad una creatività diversa per ogni individuo, che si sviluppa in base alla propria sensibilità ed è influenzata dalle esperienze che ognuno ha vissuto, dagli stimoli che si sono ricevuti e dal messaggio che si vuole dare con la propria arte.
Oggigiorno creatività e tecnologia devono andare di pari passo in questi lavori: è raro un fumettista che non abbia ancora utilizzato, per esempio, Comic Life o Krita. Allo stesso modo, difficilmente un illustratore non avrà CorelDRAW, Inkscape o Affinity nel suo arsenale.