L'esplosione del mercato degli smartphone ha portato alla ribalta aziende cinesi che un decennio fa nemmeno esistevano. Honor, OnePlus, Oppo, Meizu, hanno tutte conquistato una piccola nicchia di mercato che ha permesso loro di crescere e di migliorare sotto il punto di vista dei prodotti offerti. Tra queste aziende, però, quella che ha avuto maggior successo è sicuramente Xiaomi. L'azienda fondata nel 2010 da Lei Jun ha impiegato solamente tre anni per conquistare il mercato cinese, e andare poi alla conquista dell'America e dell'Europa. La crescita "dell'Apple cinese" (così è stata definita fin da subito Xiaomi) è stata sotto molti punti di vista straordinaria. È riuscita in pochi anni a centuplicare il fatturato e ad attrarre i soldi dei più grossi fondi di investimenti al mondo (cosa che le ha permesso sempre di migliorare i propri prodotti e di investire in ricerca e sviluppo).
Nonostante le difficoltà per gli utenti italiani nell'acquistare uno smartphone Xiaomi (il marchio è arrivato ufficialmente in Italia solamente a fine 2017, precedentemente era necessario acquistare i dispositivi direttamente in Cina), si vedono in giro sempre più telefonini con la "mi" scolpita nella scocca posteriore. Questo è dovuto al fatto che sempre più utenti italiani suggeriscono ai propri amici un dispositivo Xiaomi: il rapporto qualità-prezzo dei prodotti è davvero ottimo. Sebbene sia famosa soprattutto per gli smartphone, Xiaomi è un'azienda che produce tantissimi dispositivi: notebook, robot per la pulizia domestica, router Wi-Fi, fitness tracker (Mi Band 2), smartwatch, auricolari, cuffie Bluetooth. Ma non solo. Xiaomi realizza anche zaini per il computer portatile e penne con inchiostro svizzero. Ecco la storia di Xiaomi, l'Apple cinese.
Lei Jun, il capo
Dietro questo successo non c'è solo la voglia di ricalcare le orme di Apple o una strategia commerciale estremamente aggressiva e vincente. C'è anche la forza di volontà di un uomo che sogna di essere il nuovo Steve Jobs. Uno dei pallini e punti di riferimento di Lei Jun, creatore e CEO della Xiaomi, è proprio l'ex amministratore delegato della società di Cupertino. Per capirlo, basta assistere a uno degli eventi organizzati per la presentazione dei nuovi prodotti. Sembra di essere tornati indietro di un quinquennio, quando Steve Jobs "intratteneva" migliaia di fan con il suo fare pacato e sicuro. Solo che a vestire il maglioncino nero ed attillato è Lei Jun.
La sua storia personale, ancora oscura sotto molto punti di vista, subisce un'improvvisa svolta quando riesce a vendere Joyo, la sua piattaforma di e-commerce, ad Amazon. Jeff Bezos stacca un assegno da 75 milioni di dollari per poter sbarcare nell'immenso mercato cinese e Lei Jun ha finalmente un capitale sufficiente per buttarsi nel progetto di una vita: creare una società hi-tech che diventi l'Apple cinese.
Il sogno della Apple cinese
Un sogno che diventa realtà nel 2010, quando Lei Jun fonda Xiaomi. In appena 3 anni, come detto, Xiaomi riesce a conquistare il cuore di centinaia di cinesi, che sembrano preferire i prodotti "casalinghi" rispetto agli smartphone realizzati dai concorrenti statunitensi.
Il primo, grande successo risale al settembre 2011, quando viene lanciato sul mercato lo Xiaomi Phone, uno smartphone low cost acquistato da svariati milioni di cinesi. Inutile dire che questo successo ha avuto una grande rilevanza sulla stampa nazionale cinese tanto che Lei Jun ha iniziato ad "atteggiarsi" a Steve Jobs cinese. Alla base di questa sua politica espansionistica una strategia commerciale molto aggressiva, basata su prezzi competitivi e dispositivi ad alto contenuto tecnologico. In questo modo, Xiaomi riesce a lanciare sul mercato dispositivi che dal punto di vista hardware riescono a competere con i top di gamma degli altri leader del settore ma con un prezzo inferiore anche del 50%.
Xiaomi, comunque, non produce solamente hardware. Negli anni, infatti, l'azienda cinese ha sviluppato una propria versione di Android, chiamata MIUI Android, ed un'app per chat istantanea (sul modello di Whatsapp) chiamata Miliao.
L'anno della svolta
Per sfidare Apple e Samsung su loro stesso terreno c'è bisogno di una svolta: la società annuncia il 13 febbraio 2015 che porterà il suo negozio online mi.com in Usa per vendere accessori come auricolari e bracciali per il fitness. Almeno per i primi mesi, Xiaomi non ha potuto vendere gli smartphone a causa della mancanza di alcune autorizzazioni. L'obiettivo dell'azienda cinese è di migliorare gli ottimi risultati ottenuti nel 2014 sul territorio cinese: in un anno il numero di smartphone venduti ha superato quota sessanta milioni, posizionando Xiaomi come una dei primi produttori al mondo.
I dati dei primi sei mesi sono veramente incoraggianti, Xiaomi vende quasi 35 milioni di device e diventa il primo produttore in Cina e il quinto nel mondo. I piani di espansione di Lei Jun possono continuare a vele spiegate e nel luglio dello stesso anno Xiaomi per la prima volta inizia a vendere gli smartphone fuori dalla Cina: la nazione scelta è il Brasile, mercato giovane e in crescita. Ad agosto viene rivelato il Redmi Note 2, il primo smartphone dell'azienda cinese ad essere prodotto e venduto fuori dai confini del Dragone Rosso, con caratteristiche interessanti e con uno schermo generose e dall'ottimo rapporto qualità-prezzo.
Diversificazione del mercato
Per diventare veramente "l'Apple cinese" è necessario diversificare il mercato: per questo motivo oltre a sviluppare un nuovo fitness tracker (Mi Band 2) e ad altri accessori per smartphone, Xiaomi decide di scendere in campo anche nel settore dell'informatica e presenta il Mi Notebook Air, un laptop con uno schermo da 13,3', processore Intel i5, 8 GB di RAM, 256 GB di memoria interna. Il tutto supportato dal sistema operativo Windows 10. Il costo? Poco più di 500 euro. Un prezzo davvero concorrenziale, sebbene non sia disponibile fuori dal territorio cinese.
Ma la vera sorpresa dell'azienda cinese avviene nel settore degli smartphone, da sempre quello di punta di Xiaomi. Nel 2016 presenta ben tre nuovi smartphone top di gamma con un ottimo rapporto qualità prezzo. A febbraio 2016, durante il World Mobile Congress è la volta del Mi5, uno dei primi smartphone a montare lo Snapdragon 820, il nuovo SoC dell'azienda di San Diego che assicura un miglioramento sia sotto il punto di vista delle performance sia sotto il punto di vista del consumo della batteria. Il prezzo di lancio è di poco superiore ai 350 euro. A settembre 2016, in risposta alla presentazione dell'iPhone 7, Xiaomi, quasi a sorpresa, rivela due nuovi smartphone: il Mi5S e il Mi5S Plus. Snapdragon 821 (10% più veloce rispetto al modello precedente), 6 GB di RAM e uno storage interno che arriva fino a 128 GB, queste le caratteristiche per la versione "full optional". Il prezzo segue le classiche logiche di Xiaomi: per il modello base il costo non supera i 350 euro.
Arriva il Mi Mix
Alla fine di ottobre 2016, durante l'evento organizzato a Pechino per la presentazione del Mi Note 2, un phablet da quasi 6 pollici con schermo flessibile, l'azienda cinese presenta il Mi Mix, un nuovo smartphone pronto a rivoluzionare l'intero settore. Nei giorni precedenti l'evento erano trapelate online alcune notizie su un possibile device da 6,4'' con uno schermo che occupasse oltre il 90% dello smartphone. Ma nessuno pensava che fosse già disponibile per essere venduto. Il modello "full optional" del Mi Mix monta uno Snapdragon 821, 8 GB di RAM e 256 GB di memoria interna e, come detto, uno schermo da 6,4'' che occupa ben il 91% dello smartphone. Tutto ciò è stato possibile grazie a un nuovo tipo di fotocamera anteriore che occupa il 50% di spazio in meno e a nuovi sensori che comunicano sfruttando gli ultrasuoni. Il corpo dello smartphone è in ceramica. Lo Xiaomi Mi MIx è stato lanciato in Cina a una cifra vicina ai 550 euro.
2017, l'anno del consolidamento
Dopo sei anni di cresciuta impetuosa, l'inizio del 2017 non è stato dei migliori per Xiaomi. Alle voci di problemi finanziari causati dal numero troppo elevato di dispositivi prodotti, si è aggiunta la fuga di Hugo Barra, vicepresidente di Xiaomi che aveva condotto l'azienda alla conquista del mercato internazionale. Ma il periodo complicato (se così può essere definito) è durato il giro di qualche mese, il tempo di aumentare le vendite dei propri dispositivi e svilupparne di nuovi. Tra gli smartphone usciti durante l'anno da segnalare il Mi Note 3 e il Mi Mix 2, versione aggiornata dello smartphone borderless lanciato l'anno precedente.
Xiaomi arriva in Italia
Come un fulmine a ciel sereno, a fine novembre 2017 sono apparsi su alcuni siti di e-commerce i primi smartphone Xiaomi con garanzia italiana. Da alcuni mesi si parlava della possibilità dell'arrivo dell'azienda cinese in Italia, ma si aspettava un annuncio per i primi mesi del 2018. La lineup iniziale è composta solamente da tre smartphone, con dei prezzi leggermente superiore alle aspettative. Ma con il passare del tempo le cose dovrebbero migliorare.
12 gennaio 2018