Abbiamo sentito più e più volte decantare le lodi dei Big Data. "Cambieranno il nostro futuro". "Renderanno la vita più semplice". Sono due dei tanti slogan che vengono utilizzati per parlare della "bontà" dei Big Data. Tutto vero e giusto, ma in molti dimenticano una cosa fondamentale: i Big Data non sono accessibili a tutti. La maggior parte dei dati vengono raccolti dalle aziende e messi al sicuro all'interno di data center privati. I Big Data servono alle aziende per prevedere e anticipare i bisogni dei clienti o per analizzare i loro consumi: si tratta di informazioni che per un'impresa hanno lo stesso valore dell'oro e per questo motivo non sono di dominio pubblico.
Come le aziende anche la Pubblica Amministrazione detiene dei database con centinaia di migliaia di dati che potrebbero essere molto utili ai cittadini. Parliamo di informazioni prodotte dalle amministrazioni pubbliche che riguardano direttamente i servizi offerti ai cittadini, come ad esempio il trasporto pubblico o la mensa scolastica. Questo tipo di informazioni ha un nome ben preciso: open data (dati aperti). Negli ultimi anni sono nate anche delle associazioni (Open Data Movement) per sensibilizzare le persone sulla questione dell'accessibilità ai dati. Queste informazioni presenti nei server dei Comuni e delle Regioni italiane potrebbero essere utili ai cittadini o alle aziende per sviluppare delle applicazioni che rendono più semplici le operazioni e le correlazioni con i dati. Quando gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno deciso di pubblicare online decine e decine di database sulla Pubblica Amministrazione, i cittadini e le imprese si sono attivati immediatamente per scoprire come venivano utilizzati i soldi delle tasse, ottenendo anche molto clamore sui giornali.
Se nel mondo anglosassone il movimento Open Data è riuscito a ottenere la pubblicazione di molti database contenuti nei server dello Stato, la situazione in Italia è leggermente differente. Qualcosa si sta muovendo, ma siamo ancora indietro. Negli ultimi anni sono nati diversi siti web che mettono a disposizione dei cittadini alcuni database pubblici, ma la quantità di dati è inferiore rispetto all'estero. Inoltre, l'Italia sconta il ritardo causato dell'approvazione del Foia (Freedom of Information Act) avvenuta solamente a fine 2016. Il Foia è una norma che permette ai cittadini di effettuare una richiesta per accedere ai dati della Pubblica Amministrazione. Secondo una ricerca dell'associazione Diritto di Sapere, delle prime 800 richieste inviate dalle persone, ben il 73% non ha ricevuto risposta. In altri casi, invece, i dipendenti pubblici non sapevano cosa fosse il Foia e l'hanno scambiata per un'azienda.
Che cosa sono gli open data
Quali sono le caratteristiche degli open data? E cosa li differenzia dai Big Data? Sono tre le caratteristiche degli open data: disponibilità e accesso; riutilizzo e redistribuzione; partecipazione universale. Per disponibilità e accesso si intende che i dati devono essere rilasciati a un costo non superiore a quello sostenuto per la riproduzione e devono essere disponibili in un formato modificabile. I dati devono essere rilasciati in modo che gli utenti possano riutilizzarli e combinarli con altri dataset. Tutti devono essere in grado di poter utilizzare i dati e non ci deve essere nessuna clausola "non commerciale".
La peculiarità degli open data è di poter essere mescolati con altri database in modo da poter trovare correlazioni che legano situazioni differenti.
Dati.gov.it
Il portale di riferimento per la comunità open data italiana è dati.gov.it. Si tratta del sito realizzato direttamente da Agid (Agenzia per l'Italia digitale) per conto del Governo dove è possibile trovare tutti i dataset rilasciati dalla Pubblica Amministrazione. Nella sezione dedicata ai dati sono presenti 18246 database che possono essere scaricati gratuitamente. Per facilitare la ricerca, i dataset sono raccolti all'interno delle categorie. È disponibile anche un grafico riassuntivo con tutte le fonti da dove provengono i dati.
Datiopen.it
Altro portale importante per il movimento open data è datiopen.it. Il sito raccoglie circa un migliaio di dataset provenienti da enti privati e dalla pubblica amministrazione. Gli utenti possono consultare i dati e incrociarli con quelli provenienti da altri database. I dataset possono essere caricati direttamente dagli enti, basta effettuare l'iscrizione al sito.
Linkedopendata.it
Per poter dare valore ai dati bisogna offrire la possibilità agli utenti di interrogarli e di poter confrontare dataset differenti. L'obiettivo finale è realizzare il web semantico, dove tutti i documenti pubblicati sono collegati a informazioni e dati che ne specificano il contesto. Ma per realizzare tutto ciò è necessario che i dati siano open e che possano essere utilizzati liberamente. Linkedopendata.it è un sito che raccoglie i dataset che possono essere interrogati e confrontati tra di loro per dedurre correlazioni e affinità.
10 novembre 2017