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Come funziona Jabber, l'istant messaging open source

Jabber (ora conosciuto con l'acronimo) XMPP è una rete di istant messaging open source scalabile e funzionale. Ecco come funziona

Jabber

L'intenzione era quella di creare un sistema di istant messaging open source che fosse in grado di fare concorrenza ai più rinomati MSN Nessanger, Live Messanger, Yahoo! Messanger e via dicendo. visti i quasi 15 anni di vita e i 10 milioni di utenti che quotidianamente fanno uso di Jabber, si può ben dire che l'obiettivo sia stato raggiunto.

Cos'è Jabber

Nato nel 1998 dal programmatore statunitense Jeremie Miller, inizialmente Jabber identificava sl'insieme dei protocolli e delle tecnologie necessarie al funzionamento del programma stesso. Oggi, invece, queste tecnologie sono conosciute con l'acronimo di XMPP (Extensible Messaging and Presence Protocol, protocollo estendibile di messaggistica e presenza).

Lo sviluppo del protocollo e delle tecmologie Jabber iniziarono nei primi mesi del 1999 da parte di una folta schiera di sviluppatori indipendenti che, coordinati da Miller, riuscirono a rilasciare la prima versione pubblica del sistema di istant messaging circa un anno dopo.

Jabber nasceva, come detto, per creare una rete di messaggistica istantanea che, a differenza delle altre già presenti sulla Rete, fosse aperta e espandibile a qualsiasi altro servizio di messaggistica esistente.

Come funziona Jabber

Negli anni, per spiegare il funzionamento di Jabber, è stato più volte utilizzato un esempio che coinvolge Romeo e Giulietta, giovani protagonisti del dramma shakespeariano noto universalmente. Nel mondo di Jabber, Giulietta non comunica direttamente con Romeo, ma possiede un account Jabber sul server capuleti.net che le permette di mettersi in contatto con l'account dell'amato presente sul server montecchi.net.

Entrambi hanno un identificativo Jabber (JID, Jabber Identification) con una sintassi molto simile a quella di un indirizzo di posta elettronica: giulietta@capuleti.net perché registrata sul dominio “familiare”. Il messaggio che Giulietta invia a Romeo tramite il suo account segue quindi questo percorso: le dolci parole della giovane veronese vengono ricevute dal server che ospita il suo account; successivamente il server capuleti.net prova a stabilire una connessione con il server montecchi.net e, nel caso le comunicazioni tra i due server non siano interrotte, il messaggio verrà recapitato al destinatario. Il fortunato e innamoratissimo Romeo, naturalmente.

 

Schema di funzionamento di una rete Jabber

 

Fuor di metafora, gli elementi distintivi di una comunicazione che avviene attraverso un sistema o di una rete Jabber (o XMPP che dir si voglia) sono tre: due utenti, due server e diversi client funzionanti su diversi sistemi operativi. Ad ogni utente viene assegnato, dal server su cui poggia, un indirizzo identificativo dalla sintassi simile a quello di un indirizzo di posta elettronica. Saranno poi i server su cui poggiano i due account a portare a termine lo scambio comunicativo.

I punti di forza e le debolezze

Così come è stato concepito e sviluppato negli ultimi 15 anni, lo XMPP (alias Jabber) presenta diversi punti di forza. Primo fra tutti, il sistema decentralizzato. Jabber si basa su un sistema estremamente scalabile, senza alcun server centrale a smistare i messaggi verso i vari client. Ognuno può quindi creare il proprio server e diventare un punto della rete XMPP. A ciò si accompagna la sicurezza di un servizio che, in caso di emergenza, può anche isolare parte della rete su cui fa affidamento e continuare ugualmente a funzionare. E, dulcis in fundo, la flessibilità di poter utilizzare gli standard dei protocolli e tecnologie Jabber non solo per l'istant messaging, ma anche per chat room, file sharing, geolocalizzazione, gestione remota di computer e sistemi e molto altro ancora.

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A fare da contraltare ai molti punti di forza di Jabber, troviamo però un trasferimento in-band inefficiente. Ciò vuol dire che i dati binari da trasferire devono essere codificati con base64 prima di essere trasmessi, generando un netto degradamento nelle prestazioni della rete.

 

15 settembre 2013

A cura di Cultur-e
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