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Com'è fatto il Googleplex, la casa di Google

Si estende su una superficie di 110mila metri quadrati, destinata a raddoppiare entro la fine del 2015. Al suo interno lavanderie, campi da beachvolley e ristoranti di ogni tipo

Googleplex

Il 1600 è un numero che, apparentemente, assume grande rilievo per tutti gli statunitensi. Al 1600 di Pennsylvania Avenue Northwest, a Washington, si trova la Casa Bianca, residenza ufficiale del Presidente degli Stati Uniti e cuore politico-amministrativo del Paese nordamericano. Circa 4.600 chilometri più a ovest, al 1600 di Amphitheatre Parkway a Mountain View (California) ha invece sede quello che potremmo definire il centro nevralgico dell'industria informatica mondiale. A poche centinaia di metri dalla costa della Baia di San Francisco sorge Googleplex, dal 2003 sede del quartier generale di Google.

L'origine del nome

Nella scelta del nome per la loro “casa”, Sergey Brin e Larry Page hanno utilizzato, come loro solito, molta fantasia. Se da un lato Googleplex è la crasi tra le parole Google (ovviamente) e plex (“stabile”, “complesso architettonico” in italiano), dall'altro è una formula matematica più o meno complessa. In gergo matematico, un googl (radice da cui deriva il nome Google) è un numero equivalente a 10 elevato alla centesima potenza (10 seguito da 100 zeri); un googlplex, invece, equivale a 10 elevato alla googl: un numero stratosferico difficile anche da quantificare. Una sorta di promemoria, sia per chi lavora nell'azienda di Page e Brin sia per i competitor: le ambizioni di Google sono illimitate o quasi.

L'origine del Googleplex

Per le big corporation dell'hi-tech mondiale è tutt'altro che insolito avere dei grandissimi quartieri generali, somiglianti per estensione e distribuzione degli edifici a dei campus universitari. E Google in questo non fa assolutamente eccezione: il Googleplex si estende su una superficie di 110mila metri quadrati (con all'interno un parco pubblico di 20mila metri quadrati) originariamente occupati da Silicon Graphics (SGI).

 

Googleplex dall'alto

 

Il progetto di riqualificazione urbana dell'area dove oggi sorge il Googleplex ha inizio nel 1994 ad opera di diverse startup tecnologiche con il supporto della municipalità di Mountain View. La riqualificazione ha termine nel 1998, quando Silicon Graphics apre ufficialmente i battenti dei suoi uffici. La parabola di SGI era, però, già in fase discendente e nel 2003 Google, da tempo alla ricerca di una “casa” sufficientemente grande per ospitare tutti i suoi dipendenti (o, almeno, gran parte di essi), ottiene il leasing dell'intero complesso architettonico (il plex, come abbiamo visto in precedenza) e trasforma quello che era conosciuto come SGI campus nel Googleplex.

 

Uno dei cortili del Googleplex

 

Nel 2005 lo studio di architetti Clive Wilkinson architects completa la ristrutturazione degli interni, mentre nel giugno 2006 Big G acquista da SGI l'intero complesso di 110mila metri quadrati per una cifra di 319 milioni di dollari. Nel 2013 Google ha annunciato l'intenzione di espandere ulteriormente il suo campus (per una superficie di ulteriori 92mila metri quadrati) su alcuni terreni che si affacciano direttamente sulla Baia di San Francisco. I lavori di realizzazione dei nuovi edifici sono già in corso e, nei piani di Larry Page e Sergey Brin, dovrebbero concludersi entro il 2015.

Le strutture del Googleplex

Il complesso del campus si compone di oltre 20 edifici dislocati (come abbiamo visto) su un'area di oltre 110mila metri quadrati. Il cuore del Googleplex è composto da quattro edifici (dal Building 40 al Building 43) situati tra Charleston Road e Amphitheatre Parkway. All'interno del complesso è possibile trovare qualunque tipo di struttura: dalle lavanderie gratuite per i dipendenti (nel Building 40, Building 42 e CL3), campi da beachvolley e 18 tra bar, ristoranti e mense, ognuna delle quali dotata di un menu differente. All'esterno degli edifici sono presenti, spesso e volentieri, statue e altri ornamenti di diversa natura: al 1981 di Landings Drive, ad esempio, sono installate le Android lawn statue, le celeberrime (ed enormi) riproduzioni delle mascotte Android.

 

Android lawn statue

 

Non appena si varca la soglia di uno degli uffici del complesso, si ha subito la sensazione di non trovarsi all'interno di un normale ufficio. All'interno delle lobby di molti edifici sono presenti schermi giganti che mostrano, in tempo reale, le parole cercate su Google dagli internauti di tutto il mondo, mentre in altre è possibile trovare qualche dipendente che si esercita con uno dei pianoforte presenti. Negli uffici, invece, la massiccia presenza delle lampade lava contribuisce a creare un'atmosfera molto particolare. Gli spazi di lavoro sono organizzati in modo da poter dividere i dipendenti in gruppi operativi di tre o quattro persone. Tutti gli ambienti sono realizzati in modo da garantire il continuo interscambio di opinioni e idee tra i dipendenti: la filosofia operativa di Google, infatti, dà molta importanza al confronto e all'interazione tra ingegneri, designer e sviluppatori.

Googleplex ecologico

Da sempre attenta alla sostenibilità ambientale dei suoi edifici, Big G ha dotato il Googleplex di fonti energetiche alternative che ne possano garantire (o quasi) l'autosufficienza energetica. Il tetto di otto degli edifici principali è stato ricoperto di pannelli solari, capaci di generare 1,6 megawatt di energia. A questi si affiancano quattro Bloom energy server (delle pile a ossido solido capaci di generare energia sfruttando diverse fonti di alimentazione, tra le quali biogas o biodiesel) da 100 kilowatt ognuno.

 

Google Bike

 

Per raggiungere il posto di lavoro, i dipendenti Google possono utilizzare il servizio shuttle della società, realizzato con bus ecologici alimentati in parte con biodiesel e dotati di motori a bassissima emissione di CO2. All'interno del campus, invece, i dipendenti possono muoversi utilizzando le Google bike, biciclette “color Google” messe a disposizione gratuitamente di dipendenti e visitatori del Googleplex.

A cura di Cultur-e
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