Non si fanno prigionieri, quando si fa satira. Non si guarda in faccia a nessuno: tutti sono possibili obiettivi e tutti, prima o poi, diventeranno protagonisti di qualche battuta o di qualche sketch. Bersani, Vendola, Di Pietro, Bossi (padre e figlio), Fini, Casini, Monti. Tutti i maggiori politici italiani sono stati oggetto di satira. Anche se l’obiettivo preferito resta lui, Silvio Berlusconi. Il panorama satirico italiano è uno dei più attivi a livello mondiale, e sicuramente uno degli aspetti più sani del palcoscenico politico italiano.
Tra i più graffianti, troviamo sicuramente i membri della crew di Spinoza. Nato come blog satirico, con l’avvento e la diffusione dei social network iniziano a “colonizzare” anche Facebook e Twitter con le loro battute brevi ma molto taglienti. Interessanti da seguire anche le “creazioni” verbali di MicroSatira, profilo Twitter che in appena 140 caratteri riesce a concentrare cattiverie e ilarità rispettando sempre la parcondicio.
Ma la Rete permette anche interessanti esperimenti. Girovagando non si trova solamente la “solita satira”, ma anche progetti di quella che potremmo definire satira “alternativa”. Come gli esempi che seguono.
La Rete, ad esempio, ha dato prova delle sue capacità in occasione della presentazione del simbolo di Scelta Civica per l’Italia, la lista per il Senato che appoggia la candidatura di Mario Monti a premier. Nel giro di poche ore il simbolo e il nome della lista sono stati rivisti e trasformati in maniera molto pungente. Ma non solo, perché la cosiddetta Agenda Monti (ovvero gli spunti programmatici dell’ex premier) ha immediatamente trovato nell’Agenda Sauron una temibile alternativa. “Troppi scandali – si legge nella descrizione della pagina – hanno fiaccato il prestigio del governo di questa nazione di mezzuomini: ci vuole dunque un morbido pugno di ferro e un occhio sempre vigile!”. In effetti, le proposte presenti in questa agenda di Governo sono piuttosto dure, ma promettono di rimettere in carreggiata il nostro Paese in men che non si dica.
I Marxisti per Tabacci, invece, nascono qualche mese fa in concomitanza con le Primarie Italia Bene Comune, che sanciscono la candidatura di Pierluigi Bersani alla guida della coalizione di centrosinistra. Il loro “leader di riferimento”, però, non era il segretario del Partito Democratico ma Bruno Tabacci, il candidato centrista giunto … al termine dello spoglio. Il compagno Br1 (questo il “nome di battaglia” scelto dai marxisti per il loro leader) veniva rappresentato nella classica iconografia socialista mentre indica alle folle la strada per la liberazione del proletariato o mentre mostra al dittatore sovietico Stalin le bellezze del nostro Paese.
Feudalesimo e Libertà, invece, nasce il 23 dicembre 2012 e si pone un obiettivo preciso e puntuale: ristabilire i diritti feudali dapprima in Italia e poi in tutta Europa. E, stando al numero di fan raccolti, sembra che molti siano d’accordo. In un mese circa la pagina conta quasi 80 mila fan e decine di messaggi ogni giorno.
Sul versante video, invece, in questi ultimi mesi si è affermato il personaggio di Pinuccio, un pugliese a tratti surreale che si fa beffe del politico di turno. Pinuccio - al secolo Alessio Giannone - nasce su YouTube oltre un anno fa e diventa immediatamente virale. I suoi video hanno migliaia di visualizzazioni, tanto che Pinuccio è “espatriato” anche su Facebook e Twitter e con ottimi risultati. Ma il primo a sfruttare a pieno le potenzialità di YouTube è stato Zoro. Diego Bianchi alias Zoro carica il primo video di Tolleranza Zoro il 25 settembre 2007 prendendo spunto dalle primissime primarie del Partito Democratico, che sanciscono l’elezione di Walter Veltroni alla guida del maggiore partito del centrosinistra italiano. In questi cinque anni e mezzo circa, Zoro ha prodotto la bellezza di 89 episodi di Tolleranza Zoro, alcuni dei quali sono andati in onda su Rai Tre nel corso del programma “Parla con me”, e su La 7 nel corso del programma “The show must go off”.
Ma, data la “qualità” del panorama politico italiano, siamo quasi certi che lo show della satira nostrana difficilmente potrà terminare.
25 gennaio 2013