Dal giornalismo al porno, passando per blogging, fotografia, marketing e social media. I possibili campi di applicazione dello user-generated content (UGC, contenuti generati dagli utenti) sono a dir poco molteplici e spaziano, come visto, negli ambiti più vari.
Cos'è lo user-generated content
L'UGC nasce ufficialmente nel 2005, quando per la prima volta viene dato un nome alla consuetudine degli internauti di creare contenuti per il web senza passare necessariamente attraverso uno dei canali di "distribuzione" ufficiale. Come detto, però, si tratta di una consuetudine vecchia come la Rete. Sin dai suoi primissimi vagiti, il web si è contraddistinto per la totale assenza di filtri che limitassero la libertà espressiva degli utenti. Libertà che si traduce, nella maggior parte dei casi, nella produzione autonoma di contenuti di qualunque genere: dal testo alle fotografie, dai filmati alle tracce audio, sino a vere e proprie creazioni artistiche realizzate con mezzi informatici. Da molti è preso come caso esemplare dell'effettiva democrazia che regnerebbe nella Rete.
Con l'avvento del web 2.0 gli orizzonti per i produttori di contenuti si sono uleriormente allargati. Oggi lo user-generated content passa attraverso le piattaforme di blogging, attraverso le piattaforme di giornalismo partecipato (il caso più eclatante è quello della BBC, ma anche in Italia il fenomeno è piuttosto diffuso, come ci insegna il portale YouReporter), attraverso i portali per la condivisione di foto e video (YouTube, Flickr, Instagram), attraverso i social network e i forum. Senza dimenticare l'onnipresente porno.
La definizione dell'OCSE
Nel 2007 l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico dà una definizione strutturale di user-generated content, individuandone le tre caratteristiche principali.
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Requisiti di pubblicazione. Un contenuto generato dagli utenti non deve essere necessariamente pubblicato in Rete o reso pubblico. Per diventare UGC, però, è necessario che questo venga pubblicato su un blog, un forum o un profilo di un social network. Sono esclusi dal computo quei contenuti diffusi attraverso messaggi di posta elettronica, chat e simili.
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Sforzo creativo. Anche se il semplice copia e incolla e la condivisione di contenuti realizzati da altri può essere concepito, in alcuni casi, come UGC, la creazione di conteuti da pubblicare in Rete presuppone comunque un certo sforzo creativo. Lo sforzo può essere necessario sia per la creazione di contenuti ex-novo, sia per riadattare altro materiale trovato online. Non sono esclusi dal computo gli sforzi "collaborativi": anche se un contenuto dovesse essere stato realizzato a quattro o più mani, sarà ugualmente considerato UGC.
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Creazione al di fuori dalle pratiche e dalle routine professionali. I contenuti prodotti con queste modalità sono, spesso e volentieri, creati al di fuori degli usuali contesti professionali. Non è sempre detto che il contenuto sia creato da un professionista del settore - anzi, nella gran parte dei casi è vero l'esatto contrario - e non sempre è previsto un compenso economico per il lavoro fatto. Può quindi accadere che gi utenti si "accontentino" di altre forme di ricompensa come l'entrare in contatto con altre persone, la possibilità di successo e notorietà personale e la possibilità di esprimere la propria opinione e farla arrivare ad altri.
UGC e giornalismo
Lo user-generated content fa segnare una vera e propria svolta nel mondo dei media. Grazie al contributo diretto degli utenti, moltissimi operatori del settore giornalistico sono riusciti a offrire una copertura di eventi e accadimenti altrimenti impossibile. Esemplare il caso della BBC che, nel 2005, crea in via sperimentale un ufficio UGC, per renderlo stabile dopo gli attentati che sconvolsero Londra il 7 luglio 2005. Casi di "giornalismo dal basso" si registrano - e sono in continua crescita - anche in Italia.
UGC ed e-commerce
Può apparire anche poco intuitivo e immediato, ma l'user-generated content ha rivoluzionato il modo in cui si vende e si acquista online. Grazie al sistema dei feedback e delle recensioni, gli utenti sono in grado di influenzare le dinamiche commerciali e finanziarie anche in maniera molto accentuata. Portali come Amazon, TripAdvisor e simili possono essere considerati a tutti gli effetti come dei contenitori di UGC: gli utenti contribuiscono in maniera determinante ai contenuti del sito, offrendo un servizio aggiuntivo a tutti gli altri.
UGC e porno
Per alcuni porno e web coincidono nella gran parte dei casi. Certo, si tratta di una considerazione sin troppo estrema, ma il caso degli user-generated content dimostra come i due mondi siano particolarmente affini. Il neoporn, concetto espresso dal sociologo italiano Renato Stella nel 2011, ne è uno degli esempi più eclatanti. Si tratta di scene si sesso hardcore riprese con fotocamere o videocamere digitali o webcam dagli stessi "protagonisti" e poi caricate online su piattaforme di condivisione video a tema pornografico. Si differenziano dalle "normali" scene pornografiche per l'ambientazione -solitamente casalinga - e per l'intensità emotiva di alcune scene. Solitamente i filmati pornografici UGC sono fatti girare sul web in forma totalmente gratuita; in alcuni casi, invece, è possibile richiedere il pagamento di un piccolo abbonamento per accedere ai contenuti. Ne è un esempio il portale come4.org, ideato da due ragazzi italiani che conta di raccogliere denaro da destinare in beneficienza grazie ai contenuti porno caricati dagli stessi utenti del sito.