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Wyvern, il linguaggio di programmazione universale finanziato da NSA

Ideato per ridurre la confusione nel mondo dei linguaggi di programmazione, assicurerebbe una maggiore sicurezza da attacchi hacker

Coding

Agli albori dell'informatica il panorama era costellato da una miriade di diverse architetture hardware l'una in concorrenza con l'altra. Ciò ha portato allo sviluppo di diverse metodologie di calcolo e alla nascita di diversi linguaggi di programmazione che potessero sfruttare al meglio tanto l'architettura, quanto la metodologia computazionale ad essa legata. Il primo linguaggio indipendente dall'architettura della macchina utilizzata è il COBOL, ideato e sviluppato da Grace Hopper ad inizio anni '60, molti anni dopo la comparsa dei primi calcolatori elettromeccanici ed elettronici.

Il COBOL è il più classico dei pungoli e spinge molti altri laboratori informatici di ricerca e sviluppo a creare linguaggi di programmazione multipiattaforma. Questo, però, non ha portato alla convergenza verso un unico linguaggio di programmazione: ancora oggi ne esistono a decine, ognuno con i suoi punti di forza e i suoi campi di applicazione preferiti. L'HTML5, ad esempio, focalizza la propria attenzione su multimedialità e web; il PHP sullo sviluppo di pagine web dinamiche; Java sulle applicazioni mobili e applet da inserire nelle pagine web. Insomma, un giungla di linguaggi di programmazione cui Wyvern tenta di porre rimedio.

 

Programmazione

 

L'avvento di Wyvern

Wyvern è un linguaggio di programmazione sviluppato da alcuni ricercatori della Carnegie Mellon University con l’ambizioso obiettivo di sostituire tutti i linguaggi di programmazione esistenti. Wyvern, infatti, nasce con l'obiettivo di facilitare il compito di sviluppatori e software house nel realizzare portali web e applicazioni mettendo loro a disposizione un linguaggio polifunzionale e, a suo modo, poliglotta. Con Wyvern gli sviluppatori non dovranno più conoscere decine di linguaggi di programmazione per realizzare un portale web o creare un'app per smartphone: ne basterà uno solo per realizzare tutto, dall'interfaccia al database. Ad oggi il linguaggio è ancora in fase di testing e rilasciato con licenza open source. In questo modo può essere scaricato da tutti accedendo alla pagina GitHub del progetto, apportando le modifiche e le migliorie che si ritengono più opportune.

Per alcuni analisti del settore il progetto della Carnegie Mellon University soffre di un'unica pecca: è stato parzialmente finanziato dalla NSA (acronimo di National Security Agency), l'agenzia di sicurezza statunitense finita nell'occhio del ciclone a causa delle intercettazioni e tentativi di spionaggio perpetrati ai danni di diplomatici e politici di mezzo mondo.

 

Jonathan Aldrich

 

È lo stesso Jonathan Aldrich, a capo del team di sviluppo di Wyvern, a spiegare esattamente cosa lo abbia spinto a realizzare un nuovo linguaggio di programmazione. “Oggi le applicazioni per il web sono un coacervo mal coordinato di artefatti realizzati con differenti linguaggi, composti da diversi formati file e tecnologie. Ad esempio, per realizzare un'app si dovrebbe utilizzare JavaScript per il client, HTML per la struttura, CSS per l'aspetto, lo XML per la comunicazione tra oggetti nella pagina, più un mix di Java, linguaggio semplice e SQL sul database. Questa diversità fa crescere i costi per lo sviluppo e rende meno sicure le applicazioni sviluppate”. Wyvern, con il suo framework di programmazione unico, permetterebbe di contro di realizzare web app con standard di sicurezza molto elevati.

Obiettivo sicurezza

Ed è proprio questo punto, molto probabilmente, ad aver attirato le attenzioni della NSA e ad averla indotta a finanziare l'opera di Aldrich. Al di là dell'affaire spionaggio internazionale, la National Security Agency ha molto a cuore la protezione dei propri sistemi informatici e dei propri server da possibili attacchi hacker. Racchiudendo tutto quanto il necessario per poter creare un'app mobile o un applicativo gestionale per il web in un unico luogo facilita le operazioni di chi, in un secondo momento, dovrà eventualmente bloccarne gli accessi dall'esterno e respingere un attacco hacker.

A cura di Cultur-e
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