Il Datagate ha avuto, tra i tanti, l'effetto di farci sentire più insicuri e farci diventare più sospettosi. Ormai, si pensa, non ci si può fidare più di nessuno e tutte le nostre comunicazioni digitali, comprese quelle che passano per smartphone e tablet sono a rischio intercettazione.
Non è affatto sorprendente, quindi, che si sia assistito alla nascita di un gran numero di applicazioni che promettono, a diverso titolo e con diverse modalità, di difendere la privacy delle proprie conversazioni. E se Snapchat – nonostante i problemi di sicurezza – è ancora la più conosciuta e utilizzata del genere, molte altre app sono ormai sulla cresta dell'onda.
Wickr, l'utente al centro
Tra queste, Wickr è quella che più di tutte sta provando a rubare sostanziose fette di mercato a Snapchat. Recentemente rinnovata nelle funzionalità e nell'interfaccia grafica, questa applicazione multipiattaforma – è infatti disponibile sia su piattaforma iOS sia su piattaforma Android – promette di riportare l'utente al centro del ponte di comando, lasciando nelle sue mani la gran parte dell'aspetto decisionale.
Sarà l'utente, ad esempio, a decidere quali contatti della propria lista utenti invitare e quando farlo, senza che i server della software house conservino traccia accessibile di questa decisione. La rubrica, inoltre, verrà conservata in forma totalmente crittografata, così da evitare che gli sviluppatori di Wickr possano in qualche modo accedere ai nominativi e ai loro contatti. Sarà l'utente, poi, a decidere quanto a lungo debbano restare archiviati e disponibili i messaggi di testo o le foto, ribaltando quindi il paradigma valido sino ad oggi per le altre applicazioni del settore.
Crittografia militare
Per offrire il massimo grado di protezione, Wickr utilizza un set di chiavi crittografiche degne delle più avanzate tecnologie militari. L'obiettivo dichiarato da tempo dal CEO di Wickr Nico Sell, d'altronde, era quello di “democratizzare la privacy e portare i livelli di criptografia dell’agenzia per la sicurezza nazionale alle masse”.
La protezione dei dati dell'utente è affidata al protocollo AES-256, lo scambio di chiavi per la crittografia è protetta con un algoritmo ECDH-512 derivato dalla crittografia ellittica, mentre l'algoritmo di crittografia asimmetrica RSA-4096 è utilizzato per la protezione dei backup dei file. Le chiavi di sicurezza, inoltre, verranno scambiate esclusivamente tra gli utenti protagonisti della conversazione. Ciò vuol dire che la stessa software house non ne è in possesso e non potrà mai e poi mai riuscire a leggere il contenuto dei messaggi scambiati.
13 gennaio 2014