Considerare Watch Dogs un semplice videogioco? Nemmeno per scherzo. L'ultima creatura di Ubisoft promette di essere una delle rivelazioni della prossima stagione videoludica e un titolo destinato a segnare il futuro prossimo del panorama gaming mondiale. E il perché è presto detto. Innanzitutto, Watch Dogs non propone una trama prefissata, ma dà l'opportunità al giocatore di costruirsi il proprio futuro e il proprio destino. È un titolo, quindi, appartenente alla categoria free roaming, dove ci si può muovere in completa libertà esplorando dimensioni spazio-temporali in ogni modo consentito.
Diventare un hacker... per gioco
Watch Dogs è ambientato a Chicago, in un futuro non specificato ma nemmeno troppo lontano. L'intera città è interconnessa grazie a una rete centralizzata, il Central Operating System (ctOS, sistema operativo centrale) che controlla tutto e tutti. Il protagonista del videogioco è Aiden Pearce, un geniale hacker che sfrutterà il ctOS per vendicarsi dei nemici di una vita. Avrà a sua disposizione le telecamere di sicurezza, potrà controllare i semafori e i mezzi di trasporto pubblico, sfrutterà i dati presenti nei database dell'anagrafe per scoprire informazioni sulle persone da eliminare: nessun mezzo è vietato quando c'è da difendere il proprio onore e la propria famiglia. Grazie alle sue abilità informatiche, Aiden trasformerà la città in una trappola per topi.
Versatilità made in Ubisoft
Ubisoft ha voluto creare un titolo particolarmente versatile e ricco. Il giocatore, infatti, non dovrà vestire solamente i panni dell'hacker o dell'assassino all'interno del proprio “mondo” virtuale. Potrà anche decidere di vestire essere l'antagonista della storia, colui che rende la vita difficile al protagonista. Accedendo alla modalità multiplayer online, potrà decidere le sorti delle partite di altri Aiden Pearce sparsi nel mondo. Sarà possibile, infatti, fare irruzione in una qualsiasi partita di un altro computer connesso alla Rete (Internet in questo caso, e non il Central Operating System) e “inoculare” un virus informatico virtuale. A questo punto il giocatore infettato avrà solo pochi minuti per riuscire a rintracciare l'avversario e rendere inoffensivo l'attacco. Altrimenti si dovrà ricominciare tutto da capo.
Collaboratori d'eccezione
Per rendere più realistiche e veritiere le sessioni di hacking, il team di sviluppo di Ubisoft si è avvalso di collaboratori di eccezione. Alcuni tecnici Kaspersky hanno infatti messo a disposizione la loro esperienza e il loro know-how per rendere perfetto sotto ogni punto di vista questo gioco. La collaborazione tra i due team informatici è stata, pare, molto, molto stretta. È stato creato una sorta di filo diretto tra la sede Ubisoft di Montreal e gli uffici russi di Kaspersky: i primi inviavano i loro progetti e le soluzioni adottate per le scene hacking, i secondi rispondevano suggerendo migliorie oppure bocciando totalmente quanto proposto.
Particolare cura è stata messa nella realizzazione delle scene “stealth”, nelle quali i protagonisti riescono a comparire quasi magicamente alle spalle dei nemici e a renderli inoffensivi. Lo sviluppo del gioco ha richiesto complessivamente oltre 2 anni di di lavoro, durante i quali il team di Ubisoft ha lavorato notte e giorno per non fallire l'obiettivo prefissato. Perché, qualsiasi sia l'opinione dominante, i videogiochi sono una cosa estremamente seria.
17 giugno 2013