Quattro anni. Quasi 1.500 giorni. Tanto tempo è passato dalla presentazione di uBeam e del suo primo prototipo all'inizio della seconda fase di sviluppo del progetto. Un lasso di tempo nel corso del quale Meredith Perry e il suo staff hanno perfezionato il sistema di ricarica wireless per smartphone che già nel 2011 aveva attratto le attenzioni di molti esperti del settore e di molti finanziatori. Così, grazie ai 24 milioni di dollari raccolti nei vari round di finanziamento (con contributi elargiti da personaggi del calibro di Marc Andreessen Horowitz, Marissa Mayer e Mark Cuban), la startup statunitense è stata in grado di realizzare un caricabatteria senza fili per smartphone e altri dispositivi mobili capace di funzionare a distanza.
Cos'è e come funziona uBeam
uBeam è un caricabatteria wireless di nuova generazione capace di ricaricare lo smartphone a distanza, senza che il dispositivo mobile debba essere a contatto con altri gadget (tecnologia commercializzata, ad esempio, da Ikea, Samsung, Nexus e altri big del mondo dell'alta tecnologia) o superfici metalliche. uBeam, infatti, è in grado di trasformare l'energia elettrica in ultrasuoni e ricaricare dispositivi mobili a distanza sfruttando le onde.
Un sistema uBeam è composto da un trasformatore, collegato all'impianto elettrico di casa o dell'ufficio, e da un ricevitore, che prende la forma di cover per lo smartphone e capace di ricaricare il dispositivo. Il trasformatore si occupa di convertire l'energia elettrica (ed eventualmente anche dati) in onde ultrasuoni, individuare ricevitori Ubeam all'interno della stanza e creare un "ponte" di collegamento wireless con lo smartphone. Quest'ultimo si occupa di ricevere il segnale delle onde e compiere il processo di trasformazione inverso, convertendo le onde ultrasuoni in energia elettrica (e informazioni). In futuro il team Ubeam spera di poter utilizzare questa stessa tecnologia per ricarica wireless di batterie di fotocamere digitali o per alimentare lampadine smart.
Al momento del lancio, però, la tecnologia uBeam sembra soffrire di una limitazione molto importante. Trasformatore e ricevitore sono in grado di creare il ponte radio solo se sono in linea di vista: nel caso qualche oggetto (muri, soprammobili o una finestra) o altre persone dovessero frapporsi tra i due dispositivi, le comunicazioni si interrompono e così la ricarica senza fili dello smartphone.
Perché uBeam è sicuro
Il caricabatteria senza fili ideato da Meredith Perry e dal suo team di 20 ingegneri, inoltre, dovrebbe essere innocuo per la salute umana e non dovrebbe interferire con i sistemi uditivi di animali come i cani o i pipistrelli (specie dotate di un sistema uditivo capace di catturare anche gli ultrasuoni). Stando ai dati diffusi dalla startup statunitense, infatti, il trasformatore uBeam trasmette ben al di sopra dei 60kHz, soglia massima udibile dall'orecchio di un cane. Tenendo conto che l'orecchio umano è in grado di captare suoni fino alla soglia dei 20 kHz (ben al di sotto delle capacità uditive di un cane, dunque) si capisce che uBeam non dovrebbe produrre interferenze sonore né per l'uomo né per altri animali.
Allo stesso modo, gli ultrasuoni utilizzati per veicolare energia elettrica e dati non è dannoso per la salute delle persone. Le onde di uBeam, infatti, sono paragonabili a quelle utilizzate in ambito ginecologico per realizzare le ecografie e del tutto sicure per la salute delle future mamme e, soprattutto, dei feti. Inoltre, la trasmissione delle onde ultrasuoni si interrompe nel caso un "corpo estraneo" – come una persona, ad esempio – dovesse frapporsi tra trasformatore e ricevitore: ciò assicura che le onde ultrasuoni "captate" dalla pelle umana siano comunque a bassa intensità. Le onde, dunque, non dovrebbero essere in grado di penetrare al di sotto dell'epidermide e, anche nel caso dovessero riuscirci, non dovrebbero causare danni alla salute delle persone.
Nessuna interferenza
Da test effettuati da istituti di ricerca esterni al progetto uBeam si scopre che il dispositivo di ricarica wireless e contactless non crea interferenze con altri sistemi di comunicazione senza fili. Gli ultrasuoni alla base del funzionamento di uBeam non vanno a incrociarsi o sovrapporsi con le onde radio utilizzate da altri dispositivi mobili – smartphone, tablet, router Wi-Fi e telefono cordless, solo per fare alcuni esempi – e possono essere dunque utilizzati nella stessa stanza e in contemporanea. Non solo: uBeam è certificato per essere utilizzato in luoghi ritenuti molto sensibili come ospedali o all'interno delle cabine degli aerei.
Dagli stessi test – richiesti specificatamente dagli investitori per verificare la bontà del progetto uBeam – emerge che la tecnologia ultrasuoni è la più indicata per la ricarica senza fili della batteria. Rispetto alla ricarica a induzione (utilizzata, ad esempio, dall'Apple Watch) e della risonanza magnetica, le onde ultrasuoni sembrano avere più vantaggi che svantaggi: non richiedono il contatto diretto tra caricatore e device da ricaricare e non implica l'utilizzo di trasformatori e ricevitori ingombranti.