I paesi del Nord Europa, si sa, sono sempre all’avanguardia. In questo “millennio digitale”, poi, a Stoccolma e dintorni si sono ritrovate le più vivaci avanguardie del melting pot tra tecnologia, cultura e musica.
The Pirate Bay (sito bloccato in Italia), sin dal 2003, permette agli utenti di condividere file, inclusi quelli multimediali, giochi per computer e software, tramite BitTorrent; Spotify, è un servizio musicale on demand che offre lo streaming di una selezione di brani di case discografiche ed etichette indipendenti, tra cui Sony, EMI e Universal. Spesso, addirittura, gli svedesi sono capaci di “flirtare” on line con le istituzioni: l’account Twitter dell’ufficio del turismo locale di Stoccolma, infatti, è affidato a un cittadino diverso ogni settimana.
Forse ci si basa su numeri non troppo rappresentativi (la Svezia conta 10 milioni circa di abitanti), ma certo è che questo piccolo laboratorio sperimentale lascia ben sperare per i futuri sviluppi dell’industria digitale, soprattutto quella musicale. I dati confermano il graduale spostamento dell’equilibrio nella fruizione musicale su Internet. Dal download allo streaming, ovvero da iTunes a Spotify.
Le statistiche ufficiali della GrammofonLeverantörernas Förening, cioè l’associazione dei discografici svedesi, dicono che nei primi sei mesi del 2012 i servizi in streaming (Spotify in primo luogo) hanno surclassato – in quanto a ricavi – qualsiasi altra forma di fruizione musicale digitale. L’89% del fatturato per la musica sul Web in Svezia arriva dallo streaming. Ai download, compresi quelli da iTunes, rimane un 11%.
Il pubblico svedese si è quindi spostato verso i consumi digitali, e verso soluzioni in cui la carta di credito non viene più utilizzata per acquistare singoli brani (o album), ma per abbonarsi a sistemi che – per una spesa media che non supera, di solito, i 10 euro al mese e con una buona connessione al Web – permettono di ascoltare liberamente cataloghi di diversi milioni di canzoni.
Il vento nordico del cambiamento sta soffiando ancora una volta, speriamo che gli effetti si facciano “sentire” presto anche qui.
25 agosto 2012