Gli smartphone hanno raggiunto una diffusione capillare: non c'è più differenza di età che tenga, tutti hanno imparato a interagire con il touchscreen dei dispositivi mobili di ogni forma e dimensione. In Italia il mercato è dominato dai dispositivi Android, come messo in evidenza dal panel di ricerca sviluppato da Kantar Wolrd Panel, società esperta nello studio delle d'acquisto: ben il 78,4% degli smartphone presenti nel Bel Paese ha installato il sistema operativo del robottino verde. La restante fetta di mercato è divisa tra iOS, Windows Mobile e BlackBerry.
Se da un lato gli smartphone hanno semplificato la vita delle persone (le applicazioni permettono di controllare i parametri vitali, di condividere i documenti di lavoro con i propri colleghi e di restare in contatto con la propria famiglia anche a chilometri di distanza), dall'altro lato hanno fatto insorgere negli utenti alcuni problemi legati alla salute personale. Mal di schiena causato da una postura scorretta, torcicollo, indolenzimento degli arti inferiori, tunnel carpale per rispondere ai messaggi o per postare nuovi contenuti sui social networ, stress per il troppo lavoro e depressione.
Collo da smartphone
La classica postura da smartphone prevede il collo dell'utente piegato verso il basso per controllare le ultime notifiche arrivate: questa posizione può causare seri danni alla colonna vertebrale. Tenendo piegata in avanti la schiena per lungo tempo si può favorire la formazione della scoliosi, di una "gobba" o della cervicalgia: gli studiosi l'hanno definita "text neck" (collo da testo, in italiano).
Inoltre, secondo uno studio dell'Istituto Nazionale della Medicina statunitense, la postura "da smartphone" fa aumentare nelle persone il livello di cortisolo e diminuire quello del testosterone. Un tasso più elevato di cortisolo può portare a delle risposte impulsive e a degli scatti di rabbia. Molto spesso, il livello del cortisolo è legato allo stress lavorativo e a uno stato di ansia o depressione. La posizione errata, però, si può correggere molto facilmente: è necessario portare alcuni accorgimenti alle proprie abitudini.
In primis bisogna assumere una posizione eretta anche quando si sta guardando lo schermo del proprio smartphone. Sempre secondo la ricerca portata avanti dai ricercatori statunitensi, sedersi nella posizione corretta fa evocare nelle persone pensieri positivi e la voglia di mostrare le proprie caratteristiche migliori. Quindi, quando si è costretti a utilizzare un device mobile è necessario controllare la postura, sollevare lo smartphone per utilizzarlo correttamente e dopo ogni telefonata mettere una mano dietro la testa, tirare il gomito e guardare in alto: questo obbliga il proprio corpo ad assumere una posizione eretta.
Tendinite e tunnel carpale
Uno slalom tra le lettere della tastiera qwerty: è questa la specialità in cui milioni di giovani sono diventati dei veri e propri esperti. Rispondere ai messaggi di WhatsApp, controllare la bacheca di Facebook, scaricare un'applicazione dallo store online: lo smartphone mette a dura prova le articolazioni degli arti inferiori degli utenti. Secondo alcuni medici, negli ultimi anni le statistiche hanno messo evidenziato un aumento di patologie da sovraccarico nelle articolazioni della mano, polsi e gomiti, soprattutto nella fascia di età dei giovani e giovanissimi. Il tunnel carpale che solitamente era associato a un uso prolungato del mouse, ora inizia a provocare i primi danni anche tra gli amanti dello smartphone.
Addio scrittura
Sebbene non sia un vero e proprio problema legato alla salute degli utenti, l'utilizzo degli smartphone fa perdere l'abitudine della scrittura a mano, peggiorando la grafia e facendo insorgere alcuni problemi ortopedici. L'utilizzo delle tastiere meccaniche aumenta la probabilità di avere una tendinite e un'infiammazione degli arti superiori. Ma non solo: l'utilizzo di neologismi e di abbreviazioni fa dimenticare ai ragazzi le regole fondamentali della grammatica italiana (come ad esempio la differenza tra verbo avere e la preposizione "a").
Depressione e stress
Incontrarsi con gli amici per un caffè o uscire per una birra al pub non sarà più necessario: basterà utilizzare una delle applicazioni presenti nello smartphone per parlare con i propri familiari. La sedentarietà uno dei problemi che l'uso prolungato dello smartphone può far nascere. Estraniarsi dalla realtà, restare sempre dentro casa, essere concentrati sulle notifiche che arrivano sullo smartphone rispetto a quello che succede intorno. La pigrizia che si impossessa delle persone e non stimola i processi cognitivi della mente.
Lo stress provocato dall'abuso di utilizzo dei device mobile porta anche alla depressione: carichi lavorativi esorbitanti che portano la persona a dubitare delle proprie capacità. Le applicazioni e lo smartphone non possono semplificare tutti i processi produttivi: lo stress fa diminuire anche l'efficienza abbassando i ritmi lavorativi.
Problemi alla vista e cecità temporanea
Tenere costantemente gli occhi incollati sullo schermo – a volte troppo piccolo – dello smartphone ha inevitabili conseguenze anche sulla nostra vista. Per leggere messaggi di testo, email, notizie e aggiornamenti social dal display del telefonino, infatti, richiede uno sforzo supplementare agli occhi: i muscoli facciali si contraggono e il nervo oculare entra in "tensione", provocando problemi alla vista (sfocata e tremolante). A questo si aggiunge anche il problema legato all'emissione di luce blu da parte degli schermi LCD che inibisce la produzione di melatonina e rende più agitato e leggero il sonno. Non solo: l'emissione di questa particolare onda luminosa (principalmente la lunghezza d'onda blu tra 460 e 480 nm) concorre ad affaticare ulteriormente la vista, rendendo l'utilizzo continuativo dello smartphone un vero e proprio calvario per i nostri occhi.
Secondo uno studio datato giugno 2016, inoltre, utilizzare lo smartphone al buio della camera da letto (o comunque in ambienti scarsamente illuminati) potrebbe causare cecità temporanea. Questa patologia è stata riscontrata in due donne britanniche (di 22 e 40 anni) nel corso del 2015. In seguito agli esami ospedalieri, le due donne non presentavano alcun problema fisico al loro apparato visivo: sia le indagini oftalmiche, sia quelle cardiovascolari non avevano dato esito negativo. Le due donne, come evidenziato in un articolo scientifico edito nel giugno 2016 dalla rivista New England Journal of Medicine, avevano però un comportamento in comune: erano solite controllare lo smartphone di notte tenendo un occhio chiuso (o coperto dal cuscino).
I medici britannici hanno dedotto che la luce emanata dallo schermo dello smartphone "scombussola" temporaneamente l'apparato visivo di alcune persone, inducendo una sindrome da cecità temporanea. Nel momento in cui si tenta di aprire anche il secondo occhio, infatti, il sistema visivo umano tenta di adattarsi alle nuove condizioni di luminosità, ma il forte bagliore provocato dal display LCD ne limita la reattività, causando una perdita della vista parziale.