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Robot umanoidi, cresce la necessità per una legislazione etica

Lo sviluppo di robot sempre più sofisticati fa sorgere – e crescere – la domanda di un'etica applicata al settore robotico. Ecco perché

Sophia robot umanoide

I robot rivestono ormai un ruolo primario nella nostra vita di tutti i giorni. Si pensi ai robot da cucina, alle aspirapolveri robot e ai droni. Ma la robotica sembra essere interessata ad allungare i propri "tentacoli" anche al di fuori dell'ambiente domestico. Molti pensano che i robot umanoidi ci rimpiazzeranno in lavori di fatica e non solo (nelle case di cura e negli ospedali, ad esempio), tanto che qualcuno – Bill Gates su tutti – inizia a ipotizzare che sia necessario tassare i robot che saranno utilizzati nelle fabbriche al posto degli uomini.

Ancora pochi, invece, quelli che si occupano di un tema più filosofico, se così vogliamo dire. Ci si riferisce all'etica dei robot umanoidi e della serie di leggi che, sostengono alcuni, sarà necessario emanare per mettere dei paletti allo sviluppo della robotica.

Le leggi della robotica

La Silicon Valley Robotics, associazione che raccoglie i professionisti del settore di "casa" a San Francisco, ha presentato nella seconda metà del 2016 delle linee guida sull'utilizzo dei robot umanoidi nella nostra quotidianità. Queste "5 leggi della robotica" sostengono che gli automi non dovrebbero essere progettati e creati come armi o strumenti per fare del male; che dovrebbero rispettare le leggi dello stato in cui sono utilizzati; che dovrebbero essere affidabili e sicuri; non dovrebbero utilizzare (false) emozioni per trarre in inganno soggetti deboli e si dovrebbe sempre essere in grado di rintracciare il creatore (o il "tutore legale") di qualunque robot.

 

Robot umanoidi

 

Regole analoghe sono state rese note dall'ufficio degli standard della Gran Bretagna e presentate nel corso della conferenza "Social robotics and Artificial Intelligence". Scritte da un comitato di scienziati, accademici, filosofi etici ed esperti del settore, ha lo scopo di guidare lo sviluppo della robotica in un senso più "umano", così da evitare una deriva violenta di automi dotati di un'intelligenza artificiale sempre più raffinata.

I robot dell'amore

Come si sa, è il porno a guidare spesso e volentieri l'evoluzione tecnologica. Nel corso degli ultimi decenni le "preferenze" dell'industria dei film a luci rosse hanno aiutato a definire gli standard del mondo tecnologico, decretando il successo di un formato e la morte di un altro. È il caso, ad esempio, della disfida tra Betamax e VHS o tra HD DVD e Blu Ray. Ma lo stesso sta accadendo anche con la realtà virtuale, la cui evoluzione è spinta anche dai fondi investiti dall'industria del sesso.

Non fa eccezione il mondo della robotica. Film come Her e serie TV come Humans ci hanno mostrato (e mostrano) che le persone potrebbero ben presto innamorarsi di intelligenze artificiali sempre più avanzate e robot umanoidi sempre più somiglianti alle persone in carne e ossa. Un futuro meno distante di quello che si possa immaginare. Bradley Charvet, una sorta di Re Mida dell'industria porno, vorrebbe aprire a Londra un sexy bar "animato" da robot: l'esperienza, afferma l'imprenditore, non sarà meno soddisfacente di quella reale. Anzi.

Ciò fa inevitabilmente sorgere questioni legate all'etica. Se si dà ascolto a chi anima la Campaign against sex robot ("Campagna contro i robot del sesso" in italiano) il sorgere di robot umanoidi in grado di soddisfare i "bisogni" più intimi delle persone finirà con il distruggere l'empatia umana, rafforzando così la disuguaglianza e la violenza all'interno della nostra società.

Robot e violenza fisica

Quando si parla di violenza, poi, è impossibile non pensare a tutti quei robot impegnati sui fronti di guerra. I droni, ad esempio, sono nati proprio in ambito militare: grazie a questi velivoli telecomandati da terra è stato possibile diminuire il fattore di rischio per i piloti, ma ha fatto sorgere non poche questioni di etica legate al loro utilizzo.

Se lo scopo dei robot umanoidi è, realmente, quello di non mettere in percolo vite umane né essere violenti, si chiedono in molti, come mai si assiste a una vera e proprie escalation in questo senso? Riusciranno dei principi etici ideati dalla mente umana a mettere freno a un'eventuale tentativo di rivolta di macchine dotate di un'intelligenza artificiale sempre più raffinata e sempre più autonoma?

A cura di Cultur-e
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