Dei nove motivi per scegliere iOS se ne è già parlato. Il sistema operativo mobile sviluppato a Cupertino nel pieno della “seconda era-Jobs” ha dalla sua qualità come l'ottimizzazione tra il lato hardware e il lato software del dispositivo; un'eccellente usabilità; un ecosistema chiuso che permette di tenere fuori, con una certezza del 99,9%, malware e bloatware; e una cura maniacale per i dettagli che permette di avere tra le mani un dispositivo dal design raffinato e curato.
Dall'altro lato della barricata troviamo Android, sistema operativo per dispositivi mobili e portatili sviluppato da Andy Rubin e finito quasi immediatamente sotto l'ala protettiva di Google. E, bisogna dirlo, è di gran lunga la scelta preferita da parte degli utenti. Il robottino verde “possiede” ben l'80% del mercato degli smartphone, con una percentuale di penetrazione che cresce trimestre dopo trimestre a discapito di tutti gli altri concorrenti. E se ciò accade qualche ragione dovrà pur esserci. Di seguito, ne analizziamo otto.
Open source
Android nasce da una base piuttosto solida: il kernel Linux, appositamente modificato e rimodellato per essere utilizzato su piattaforme mobili anziché su computer desktop e laptop. Tra gli altri vantaggi forniti da questa scelta – primo fra tutti, una vastissima community di sviluppatori pronti a collaborare con il progetto in maniera gratuita o quasi – troviamo la distribuzione del sistema operativo con licenza open source: tutti possono accedere al codice sorgente, verificarne l'attendibilità e collaborare nel suo miglioramento e nella correzione dei bug. Android nasce, quindi, come ecosistema aperto, cui chiunque può accedere senza limitazioni di alcun genere: sviluppatori, utenti e produttori di dispositivi mobili alla ricerca di un sistema operativo potente e versatile che possa far funzionare i loro smartphone.
Personalizzazione
Android nasce e prospera all'interno del cosiddetto AOSP (Android open source project), programma cui possono accedere – in licenza – teoricamente tutti i produttori di smartphone, tablet e wearable device del pianeta. Ognuno di essi, poi, può riadattare come meglio crede Android, modificando le parti che ritiene più opportune (come, ad esempio, l'interfaccia grafica) e lasciandone inalterate altre. Negli ultimi anni si è quindi assistito alla proliferazione di ROM Android (come, ad esempio, MIUI e CyanogenMod): versioni del sistema operativo del robottino verde modificate da questo o quel produttore o da un gruppo di sviluppatori indipendenti. Si tratta della massima espressione della libertà di personalizzazione concessa dalla licenza open source di Android: ognuno può decidere di modificare un singolo aspetto del kernel, di aggiungere o eliminare moduli, funzioni e servizi, creando di conseguenza un sistema operativo a “sua immagine e somiglianza”.
Launcher
La personalizzazione, però, si può esprimere anche ad un livello più “alto” (ovvero più vicino agli utenti che alla macchina): ne sono un esempio i launcher presenti a decine nel Google Play Store. Il launcher è, per dirla in maniera piuttosto spicciola, il mezzo con cui l'utente si interfaccia con il sistema operativo e le sue funzionalità. Dalla schermata iniziale sino ad arrivare alle icone, passando per l'app drawer, tutto fa parte del launcher. La personalizzazione di questo elemento è quindi fondamentale per ogni produttore che voglia offrire ai propri clienti un'esperienza di utilizzo unica nel suo genere. È famoso, ad esempio, il launcher TouchWiz di Samsung o, tra gli “indipendenti”, il Nova launcher.
Widget
Mentre iOS è solito offrire un'esperienza piuttosto “piatta” e statica per quanto riguarda le icone delle applicazioni. Android, invece, cerca di offrire un tocco in più di “movimento” sul display sfruttando i widget. Grazie a questi elementi grafici l'utente potrà avere a portata di mano tutte le informazioni e gli aggiornamenti che vuole (meteo, borsa, mail, mappe e molto altro) senza dover necessariamente accedere all'applicazione.
Libertà di scelta
La frammentazione potrà essere anche essere un tallone d'Achille, ma bisogna sempre ricordare che c'è un altro lato della medaglia da tenere in considerazione. I dati IDC sulla percentuale di diffusione dei sistemi operativi per smartphone parlano chiaro: Android riesce a rosicchiare fette di mercato ai concorrenti (anche piuttosto consistenti) perché non ha avversari diretti per quanto riguarda i dispositivi di fascia medio-bassa. E non è un caso che Nokia – e quindi Microsoft – stia progettando e presentando sempre più smartphone destinati a questa fascia d'utenza (vedi il Lumia 530, ad esempio).
Questo, legato agli altri elementi elencati in precedenza, si traduce in una libertà di scelta sconosciuta completamente (Apple e iOS) o parzialemente (Windows Phone) ai concorrenti più diretti. Mentre chi acquista un iPhone è condizionato – sia sul lato software, sia sul lato hardware – dalle varie versioni disponibili sul mercato, l'acquirente del robottino verde può godere di gradi di libertà infiniti o quasi (tanto dal poter sognare di costruire il suo smartphone dei sogni pezzo dopo pezzo). Sia che orienti la sua scelta in base al prezzo, sia che voglia scegliere uno smartphone dotato di determinate specifiche tecniche, un utente avrà maggiori possibilità di trovare il dispositivo guardando all'interno del recinto Android piuttosto che fuori.
C'è un'app per tutto
Pur essendo dotato di uno store di applicazioni piuttosto ricco e ben strutturato, iOS soffre di una carenza piuttosto importante: alcune applicazioni sono virtualmente insostituibili. Non è così per gli utenti Android, liberi di scegliere l'applicazione predefinita per un servizio tra le svariate decine presenti nel Google Play Store. La tastiera “originale”, ad esempio, può essere sostituita con una delle tante che fanno capolino tra le classifiche del Play Store; così come Hangouts può essere messa da parte e sostituita con un'altra casella di posta per gli SMS e i messaggi in arrivo. Insomma, c'è davvero un'applicazione per tutto.
Integrazione con i servizi Google
Dalla posta elettronica alle mappe, Google è stata capace di sviluppare un vero e proprio ecosistema di servizi in grado di soddisfare ogni richiesta – o quasi – degli utenti. E Android è il portale principale attraverso il quale accedere a queste funzionalità. Registrando un dispositivo Android con il proprio account Google, si avrà accesso all'intero ecosistema di servizi: si potranno scaricare applicazioni dal Google Play Store, sincronizzare foto e file presenti sulla memoria del dispositivo con il cloud storage di Google Drive, scrivere documenti online e offline con Google Documenti, visualizzare la cartografia digitale di Google Maps e sfruttarne le funzionalità di navigatore, accedere alla casella di posta di Gmail, a YouTube e a Google+.
Google Now
Una delle grandi battaglie nella guerra dei sistemi operativi mobili si combatte a parole. Più esattamente a parole comprese: gli assistenti vocali (Siri e Google Now) stanno acquisendo una rilevanza sempre maggiore all'interno dell'ecosistema mobile. In alcuni casi sono divenuti il fulcro di funzionalità e servizi prima demandati all'interazione manuale tra utente e dispositivo. A detta di molti esperti del settore, questa battaglia è ad appannaggio di Google Now capace, con il suo bagaglio di servizi, la capacità di riconoscimento vocale e la possibilità di accedere alle ricerche di Google, di rispondere a ogni singola richiesta degli utenti.