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Che cos'è l'open source, a cosa serve e come funziona

Nato come tendenza del mondo dello sviluppo informatico, è oggi un concetto che riguarda anche altri ambiti. Il primo amore, il software, però non si scorda mai

Open source

La gran parte degli utenti ne ha sentito parlare mentre era alla ricerca di un'alternativa gratis a Office oppure quando ha provato ad avvicinarsi, magari con alterne fortune, al mondo di Linux. Per i profani, infatti, il mondo dell'open source è strettamente legato (e, per alcuni versi, limitato) a questi due argomenti. Il mondo del software con codice sorgente aperto, invece, è molto più ampio di quello che si possa immaginare: un vero e proprio universo informatico fatto di sistemi operativi, programmi e tool di ogni genere, oltre a una sconfinata platea di ammiratori e utilizzatori.

Basta scavare un poco al di sotto della superficie, infatti, per scoprire che l'open source non è più una piccolissima e confinata nicchia riservata a geek e nerd. Puntando forte sul lato economico – i software open source sono gratis solitamente – gli sviluppatori della community del codice libero sono riusciti a fare breccia nel cuore (e nei computer) di centinaia di migliaia di utenti in tutto il mondo.

Un successo che ha portato, tra le altre cose, anche a un'estensione del concetto di open source, ora applicato anche a settori differenti da quello dei software. Si potrebbe arrivare a dire che l'open source sia diventato una sorta di stile di vita contraddistinto dalla voglia di collaborare con altre persone e di condividere con loro le nostre conoscenze e capacità umane e professionali senza cercare necessariamente un ritorno economico.

 

Open Source

 

Che cos'è il movimento open source

L'esempio più lampante di quest'ultima tendenza sono Arduino e Raspberry Pi. I due microcomputer, infatti, sono rilasciati sotto una delle tante licenze open source oggi in circolazione. Ciò vuol dire che chiunque può accedere ai progetti (e agli eventuali brevetti) dei circuiti stampati e dei vari chip e modificarli come meglio si crede, così da adattarli alle proprie necessità. Un concetto estendibile, secondo i promotori del "the open source way" a qualunque ambito della vita e della quotidianità.

Anche se la locuzione open source nasce nel mondo dello sviluppo informatico per designare una particolare modalità di progettazione e rilascio di programmi e software di ogni genere, oggi è utilizzato per riferirsi a qualcosa che le persone possono modificare e condividere liberamente perché i progetti sono liberamente disponibili e accessibili. Con open source, insomma, si è soliti indicare un set di valori che va dal libero scambio alla partecipazione collaborativa, passando per trasparenza, meritocrazia e sviluppo orientato alla comunità.

Che cosa sono i software open source

Inteso in senso più classico, invece, quando si parla di open source ci si riferisce a quei programmi i cui codici sorgente possono essere visualizzati, modificati e migliorati da chiunque. Il source(o sorgente) altro non è che l'insieme di istruzioni e algoritmi, scritti in uno dei tanti linguaggi di programmazione oggi esistenti, che permette al programma o applicativo di funzionare. Un elemento che la gran parte degli utenti non vedrà mai, insomma, ma che è fondamentale per l'utilizzo quotidiano del PC o dello smartphone.

 

Codice sorgente

 

Avendo libero accesso al codice sorgente, un qualunque sviluppatore potrà analizzarlo per cercarne falle e vulnerabilità, per modificarne alcune funzioni o per aggiungerne delle altre ex novo. Insomma, in questo modo un software open source potrà essere migliorato e potrà continuare a ricevere supporto anche nel caso in cui la casa sviluppatrice decida di accantonarlo.

Licenze software open source

Uno degli errori che si commettono più frequentemente nel "giudicare" l'universo open source è ritenere che ogni progetto e ogni software – dall'Office open source sino ai sistemi operativi, passando per programmi di editing fotografico e quelli per modificare video – siano tutti identici. La realtà è che il mondo dei software open source è caratterizzato da diverse decine di licenze d'utilizzo (quelle che consentono, anche nel caso dei software a pagamento, di usufruire delle funzionalità del programma o dell'applicativo), che gli sviluppatori poi scelgono a seconda delle loro necessità.

La licenza GPL (acronimo di GNU General Public License) è tra le più utilizzate e celebri del settore. Merito anche del fatto che la gran parte delle distribuzioni Linux e dei software che vi troviamo all'interno sono rilasciati proprio utilizzando licenza GPL. Secondo Microsoft, però, il suo successo è dovuto al fatto che gli sviluppatori sono "forzati" a utilizzare questa stessa licenza ogni volta che si trovano a modificare il codice sorgente di un programma GPL. Per molti si tratterebbe di una sorta di costrizione che, però, non sembra affatto spaventare le migliaia e migliaia di sviluppatori che, quotidianamente, la utilizzano per rilasciare le loro creature.

Altre licenze molto conosciute e utilizzate sono la licenza BSD, la licenza Apache e la licenza MIT. Anche se molto simili alla licenza GPL, differiscono per alcuni dettagli relativi alla redistribuzione del software, all'utilizzo (o meno) della stessa licenza e al riconoscimento del lavoro fatto dagli autori principali del programma open source stesso.

 

Computer con software open source

 

Differenze tra software open source e software gratis

Capita spesso – molto frequentemente, a dire il vero – che i software open source vengano confusi con i software gratis o freeware. La differenza, invece, è sostanziale: pur essendo gratuiti nella stragrande maggioranza dei casi, nulla vieta agli sviluppatori di software open source di richiedere il pagamento di un compenso per l'utilizzo del codice sorgente del programma. I free software (dove free può assumere sia il significato di gratuito sia il significato di libero) non hanno alcun costo a prescindere e fondano la propria esistenza, così come sostiene Richard Stallman, sulla libertà di utilizzo del software da parte dell'utente.

Vantaggi software open source

Gli utenti che preferiscono installare e utilizzare software open source anziché programmi a pagamento hanno diverse ragioni a supporto della loro scelta. In particolare, alcuni vantaggi del software open source sembrano essere determinanti in questo "confronto".

  • Controllo. Molte persone preferiscono i software open source perché hanno maggior controllo su questa particolare tipologia di programma. Volendo, hanno la facoltà di visionare il codice sorgente e, nel caso ne siano in grado, possono giudicare le scelte del programmatore e valutare se si tratta di una soluzione adeguata o meno. Anche un utente con scarse conoscenze in fatto di programmazione, però, potrà beneficiare in via indiretta di questa maggiore forma di controllo sul codice: se un software dovesse avere qualcosa che non va, sarebbe immediatamente accantonato dalla community e passerebbe così in secondo piano
  • Sicurezza. Maggior controllo si traduce anche in un maggior livello di sicurezza. Nell'esaminare il codice sorgente, infatti, un programmatore potrà verificare se ci sia qualche bug o vulnerabilità passata inosservata – e adoperarsi per chiuderla – oppure se qualche sezione del sorgente o qualche algoritmo nasconda del codice malevolo (un malware, insomma). Chiunque volesse fare il furbo, dunque, provando a sfruttare vulnerabilità o virus per introdursi nei computer di altri utenti sarebbe immediatamente scoperto
  • Stabilità. Un software privo di falle e vulnerabilità è, di conseguenza, anche un codice più stabile. Potendo fare affidamento su un'ampia community di sviluppatori (o ampissima, come in caso dei maggiori Office open source), le probabilità che uno di questi si accorga di una falla e la corregga prima che possa minare il funzionamento del software open source sono molto ampie

A cura di Cultur-e
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