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Mark Zuckerberg porta il web (e Facebook) in tutto il mondo con Internet.org

Mark Zuckerberg vara il progetto Internet.org, per garantire l'accesso al web a tutti gli abitanti del mondo. Con lui anche Samsung, Ericsson e Qualcomm

Internet

Il progetto è intrigante. E, se vogliamo, è la risposta di Facebook al progetto Loon di Google e alle critiche che Bill Gates ha mosso nei confronti dell'iniziativa di Big G per abbattere il digital divide. Nelle scorse ore, Mark Zuckerberg, che di Facebook è anima, cuore e cervello, ha presentato il suo progetto per portare Internet ai due terzi della popolazione mondiale che, ad oggi, non hanno la possibilità di connettersi, né tramite una connessione fissa, né con una connessione mobile.

Internet diritto di tutti

Nasce così Internet.org, un progetto che vede il coinvolgimento di altri giganti del mondo tecnologico come Ericsson, MediaTek, Nokia, Opera, Qualcomm e Samsung e prende spunto da due cifre a loro modo impressionanti. Nel mondo ci sono ben 2.7 miliardi di persone che hanno la possibilità di connettersi ad Internet sia tramite la rete telefonica che tramite la rete mobile.

 

 

A fare da contraltare a questa cifra i restanti 2/3 di abitanti del pianeta (poco più di 5 miliardi di persone) che non hanno alcuna possibilità di accedere al web. "Tutto ciò che Facebook ha sempre fatto è stato dare la possibilità alle persone in tutto il mondo di connettersi l'una all'altra – afferma lo stesso Zuckerberg in una nota. Internet.org nasce con l'intento di abbattere le barriere infrastrutturali e tecnologiche esistenti nei Paesi in via di sviluppo per permettere a tutti di accedere alla Rete".

Gli scopi

Ogni anno il numero di persone che possono connettersi al web cresce del 9%. Una cifra troppo esigua se si considera che in Paesi come Eritrea, Timor Est e Myanmar meno dell'1% della popolazione ha accesso ad una connessione.

 

Accesso al web a fine 2012

 

Internet.org vuole dare un nuovo impulso a questo processo di crescita lavorando su tre fronti: abbassare i costi necessari per l'acquisto di tecnologie per l'accesso al web – con smartphone più economici e accordi con gli operatori telefonici locali; limitare il download di dati e informazioni dalla Rete lavorando su applicazioni più efficienti e strumenti per la compressione dei dati sul cloud; creare dei modelli economi sostenibili che rendano più semplice l'accesso al web.

Il ruolo dei partner

Dati questi obiettivi primari, appare chiaro quale possa essere il ruolo svolto dai vari partner in questa impresa. Opera, ad esempio, lavorerà allo sviluppo di un browser che possa minimizzare l'uso della banda dati; Qualcomm e MediaTek lavoreranno alla realizzazione di chip a basso consumo energetico; il ruolo di Ericosson sarà quello di creare infrastrutture comunicative a prezzi accessibili anche a Paesi in difficoltà economiche; mentre Samsung dovrà realizzare dispositivi mobili ideali per un'utenza dalle esigenze ridotte.

C'è del marcio in Danimarca

Leggendo i resoconti della storia e le dichiarazioni, piuttosto caritatevoli, di Mark Zuckerberg, qualcuno è diventato dubbioso al pari dell'Amleto di Shakespeare. Che ci sia del marcio anche a Menlo Park, oltre che in Danimarca? Per alcuni analisti sì.

 

Mark Zuckerberg, frontman del progetto

 

Tra i sette partner dell'impresa, Facebook è l'unico a "produrre contenuto" e l'unico, quindi, in grado di realizzare un profitto a breve, medio e lungo termine dall'aumento del numero degli internauti. Come alcuni fanno notare, è come se alla povertà, alla disperazione e alle carestie, Mark Zuckerberg rispondesse: "Tutto ciò di cui avete bisogno è Facebook".

Intoppi inattesi

Come annunciato dallo stesso Mark Zuckerberg, è intenzione di Facebook portare in orbita il primo satellite entro la fine del 2016. Per questo motivo, Facebook si è rivolta a SpaceX, azienda di Elon Musk specializzata nel commercio e nei trasporti spaziali (collabora da anni con la NASA e si occupa dei rifornimenti di cibo della Stazione Spaziale Internazionale). Non tutto, però, va come previsto. Il 1 settembre 2016, nel corso di un test di routine, il razzo vettore Falcon 9 esplode a Cape Canaveral, riducendo brandelli anche il suo carico, il satellite Amos-6 di Facebook.

 

 

Il progetto Internet.org, insomma, va incontro a intoppi inattesi e i vertici di Facebook, Mark Zuckerberg in testa, saranno costretti a rivedere i loro piani (quanto meno da un punto di vista strettamente temporale). "Siamo dispiaciuti – fa sapere un portavoce del social network più diffuso al mondo – per la perdita del satellite, ma rimaniamo fedeli alla nostra missione: connettere le persone a Internet in tutto il mondo". Resta ora da vedere come esplosione Falcon 9 a Cape Canaveral inciderà sulla tabella di marcia: se dalle indagini emergerà che le responsabilità sono del razzo vettore, si può presupporre che i futuri lanci satellitari Facebook dovranno attendere ancora un bel po'.

 

23 agosto 2013

A cura di Cultur-e
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