Un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per l'umanità. Correva l'anno 1969 e Neil Armstrong, astronauta facente parte della missione spaziale denominata “Apollo 11”, era il primo uomo a poggiare un piede sulla superficie della Luna. Una frase – e un momento – fonte di ispirazione per decine di generazioni e per milioni di ragazzini che, con occhi sognanti, guardavano le imprese degli astronauti statunitensi. Nonostante siano passati quasi cinquanta anni da quella data, la missione “Apollo 11” resta ancora oggi uno dei più importanti viaggi nello spazio mai realizzati dall'uomo.
Una frase, pare, che deve aver ispirato più di qualcuno anche dalle parti del Googleplex di Mountain View, dove hanno deciso di dare il via a una seconda corsa allo spazio. Anzi, a voler essere precisi ad una corsa alla spazio 2.0.
Google Lunar X Prize
Da tempo Big G si è fatta promotrice, in collaborazione con l'organizzazione no-profit Lunar X Prize, di un concorso rivolto a team scientifici finanziati con fondi privati per portare un piccolo modulo spaziale sulla Luna. Lo scopo è quello di percorrere almeno 500 metri e realizzare delle fotografie e dei filmati ad alta definizione del luogo di atterraggio: la squadra che per prima riuscirà a portare il suo modulo sulla superficie lunare riceverà un premio di venti milioni di dollari (al secondo, invece, andrà il “premio di consolazione” da cinque milioni di dollari).
Il Google Lunar X Prize (a volte chiamato anche Luna 2.0) ha visto la partecipazione di oltre 30 formazioni, oggi ridotte a 18. Tra queste troviamo l'italiana AMALIA (acronimo di Ascensio Machinae Ad Lunam Italica Arte), team composto da scienziati e ingegneri del Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, l'Università La Sapienza di Roma, l'Università Federico II di Napoli e altri componenti privati. Ad oggi, nonostante cinque squadre siano state recentemente premiate per i progressi fatti registrare, nessuno ha ancora annunciato la data del lancio: il concorso scadrà al termine del 2016 e, solitamente, un lancio per viaggi lunari richiede un preavviso di 24 mesi.
L'origine del premio
L'inizio del concorso è stato annunciato nel corso del Wired Nextfest il 13 settembre 2007. Il progetto prende le mosse da un'iniziativa analoga promossa e sponsorizzata da Peter Diamandis. Lo scopo di Diamandis era di far compiere un viaggio nello spazio (con relativo allunaggio) a un piccolo rover lunare, promuovendo così la ricerca di nuovi mezzi e materiali che rendessero i viaggi lunari più economici e fattibili. L'impresa di Diamandis non ha avuto grande successo e l'imprenditore statunitense si rivolse prima alla NASA e successivamente a Google per vedere sponsorizzato il suo progetto.
Sono gli stessi Larry Page e Sergey Brin ad accettare la proposta di Diamandis, finanziando con 30 milioni di dollari (a fronte della richiesta di 20 milioni avanzata dall'imprenditore statunitense) il progetto. Google, in collaborazione con la fondazione X Lunar Prize, dà così vita al vita al premio per ispirare una nuova generazione di investimenti privati che rendano i viaggi lunari e l'esplorazione della superficie del nostro satellite economicamente possibile.
I ritardi
Al momento dell'annuncio, il Google Lunar X Prize doveva avere una durata massima di cinque anni: sia Big G, sia la fondazione incaricata di gestire il montepremi si aspettavano che entro il 2012 un team sarebbe stato in grado di effettuare il primo lancio verso la superficie lunare. Nel caso in cui, invece, ci si fosse riusciti entro la fine del 2014, il premio per il primo ad effettuare il viaggio lunare sarebbe stato ridotto da 20 milioni di dollari a 15 milioni di dollari. Nel 2010, però, nessuno dei team è minimamente vicino alla conclusione del progetto: la fondazione Lunar X Prize decide di posticipare di un anno la data ultima entro la quale effettuare il lancio. L'impresa, però, richiede più tempo e impegno di quanto inizialmente creduto: tra ritardi e altri rinvii, Google e la fondazione che gestisce il montepremi si vedono costrette a posticipare ulteriormente la fine del concorso. Dal 31 dicembre 2015 si passa al 31 dicembre 2016 a patto, però, che almeno un partecipante annunci la data del lancio prima della fine del 2015.
Ritorno alla Luna
Per pubblicizzare ulteriormente la sua impresa, Google ha recentemente prodotto e rilasciato un corto cinematografico promozionale sui viaggi lunari sinora tentati dall'uomo. “Back To The Moon For Good – The New Space Race” - questo il titolo del filmato – ripercorre le varie tappe della corsa allo spazio intrapresa a inizio anni '60 e culminata con l'allunaggio del modulo della missione “Apollo 11”. Utilizzando immagini tridimensionali, infografiche colorate e animazioni ben realizzate, il film centra a pieno il suo obiettivo: mettere lo spettatore al centro dell'azione e farlo sentire parte integrante delle varie imprese lunari.