Decisamente poco usuale. Quando si parla di una startup californiana, specialmente se attiva nel settore dell'hi-tech, si pensa immediatamente a un gruppetto di ragazzi scalcinati, con pochissimi soldi, che tentano di sbarcare il lunario chiusi nel garage o nel seminterrato dell'abitazione dei genitori di uno di loro. Così mossero i primi passi Steve Jobs e Steve Wozniak prima che Apple divenisse il gigante che oggi conosciamo; storia analoga per Jeff Bezos e Amazon, "partorita" nel garage di un'abitazione della periferia di Seattle, e molti altri big dell'hi-tech mondiale.
Per Intel le cose andarono diversamente: la storica società produttrice di processori, schede grafiche e semiconduttori (tra le più importanti al mondo per produzione e fatturato) nasce dalla mente degli ingegneri Robert Noyce e Gordon Moore nel 1968, adeguatamente finanziati da Arthur Rock, finanziere statunitense ideatore del concetto di venture capitalist. Al momento della fondazione di Intel (crasi di Integrated Electronics) Noyce e Moore sono due quarantenni con una certa reputazione nell'ambiente dei semiconduttori e dei circuiti integrati: il primo è tra gli inventori del circuito integrato in silicio e general manager presso Fairchild Semiconductor; il secondo è a capo dei laboratori di ricerca e sviluppo per la stessa azienda. Per i due, quindi, è quasi naturale "pescare" nell'organico di Fairchild Semiconductor al momento di fondare la loro nuova società.
Gli inizi
Intel muove i suoi primi passi nel mondo dei chip di memoria: pochi mesi dopo la nascita introduce sul mercato il primo transistor metallo-ossido (l'Intel 1101), riscuotendo però ben poco successo. Noyce e Moore non si perdono d'animo e poco tempo dopo si ripresentano sul mercato con l'Intel 1103, chip di memoria RAM dinamica da 1 kilobyte che attira immediatamente le attenzioni dei big del settore dell'informatica. La prima ad adottarla all'interno dei propri sistemi informatici è Honeywell, attratta dalla velocità del chip, dalla capacità di contenere un gran quantità di informazioni (per gli anni '70, ovviamente) ad un costo relativamente accessibile e con consumi ridotti.
Nel 1971 Intel introduce due novità che cambieranno il corso degli eventi nel campo dell'informatica. Nella prima parte dell'anno viene avviata la commercializzazioni delle memorie EPROM (acronimo di erasable programmable read-only-memory), mentre nella seconda parte è il turno dell'Intel 4004 (progettato, tra gli altri, dall'ingegnere italiano Federico Faggin), primo processore 4 bit general purpose costituito da un solo chip. In entrambi i casi la società con sede a Santa Clara (California) riporta grandi successi: le memorie EPROM saranno le best seller Intel sino al 1985, mentre il 4004 apre la strada a una nuova generazione di CPU.
L'era dei microprocessori
A metà degli anni '70 Intel va incontro a una profonda ristrutturazione societaria: la dirigenza decide di abbandonare progressivamente la produzione di memorie DRAM per concentrarsi sulla progettazione, sviluppo e realizzazione di CPU. Nel 1972 arriva sul mercato il processore 8008, CPU a 8 bit diretta discendente dell'Intel 4004; nel 1974 è il momento dell'Intel 8080, dieci volte più performante del predecessore; nel 1978 arriva l'8086, il primo processore 16 bit targato Intel. Nel 1981 IBM sceglie l'Intel 8088 come CPU del suo primo computer realizzato per la grande distribuzione (il primo personal computer della storia), aprendo alla società di Santa Clara anche il mercato dei dispositivi "compatibili" con la macchina IBM.
Tra i tanti CPU prodotti in questo periodo il più importante, probabilmente, è l'Intel 80386, primo processore 32 bit retrocompatibile con i modelli precedenti. Si tratta di un cambiamento epocale: grazie alla compatibilità estesa su più generazioni di CPU, gli sviluppatori software hanno la certezza che programmi scritti per vecchi processori potranno funzionare anche per unità di calcolo di nuova generazione.
L'era Pentium e oltre
Nel 1993 la società di Santa Clara decide di cambiare il modo di "battezzare" i propri prodotti, abbandonando la "serie" numerica per far spazio a nomi alfanumerici: nasce così l'era Pentium. La nuova famiglia di processori, nata da una nuova tecnologia produttiva, è caratterizzata da un'incredibile potenza di calcolo: ogni CPU è dotata di 3,1 milioni di transistor e, grazie al calcolo parallelo, le performance crescono in maniera esponenziale. I processori Pentium, uniti al nuovo sistema operativo Microsoft Windows 3.1 contribuiscono all'espansione del mercato informatico e alla diffusione dei computer in tutte le fasce della società.
Da questo momento in avanti, nonostante qualche piccola defaillance, il binomio Intel-Windows non conoscerà rivali nel campo dell'informatica, costituendo un monopolio de facto più volte sanzionato dalle autorità statunitensi ed europee. Nel 2005 cade l'ultima barriera: Apple, che dal 1984 utilizzava solo ed esclusivamente processori prodotti da Motorola (i celebri PowerPC) decide di scavalcare la barriera e iniziare a produrre computer (prima iMac e poi MacBook) basati su piattaforma Intel.
Verso nuove frontiere
Il dominio sul mercato dei processori permette al gigante di Santa Clara di dedicarsi anche ad altri settori del mercato informatico. A metà anni '90 inizia la produzione di schede madri a marchio Intel: il vantaggio tecnologico e informativo di cui gode la società di Noyce e Moore è tale che Intel guadagna una fetta del 40% del mercato delle motherboard nel giro di pochi anni. Successivamente arrivano gli acceleratori grafici (GPU) Intel e, dal settembre 2008, anche gli hard disk a stato solido.
L'era delle acquisizioni
Per rafforzare la propria posizione sul mercato ed espandersi in altri settori di mercato, dal 2009 in poi Intel mette in atto una vera e propria campagna acquisti. Tra il 2010 e il 2011 perfeziona l'acquisizione di McAfee, storica software house specializzata nello sviluppo di programmi e tool per la sicurezza informatica (antivirus, ma non solo), per circa 8 miliardi di dollari. Questa operazione fa crescere enormemente la forza lavoro Intel: la società di Santa Clara si trova ad avere oltre 90mila dipendenti, di cui oltre 12mila ingegneri del software.
Sempre nel 2010 arriva l'accordo con Infineon Technologies per l'acquisizione di Infineon Wireless Solutions, ramo d'azienda specializzato nella produzione di chip e dispositivi per la creazione di reti senza fili. L'obiettivo di Intel è di utilizzare la tecnologia Infineon all'interno di laptop, smartphone e tablet per migliorarne le prestazioni con le connessioni senza fili.
Nel 2011 passano sotto la sfera di influenza Intel Fulcrum Microsystem e l'israeliana Telmap. La prima, specializzata nella realizzazione di dispositivi di rete (in particolare switch di rete), fa parte della lista delle 60 startup emergenti del 2011 secondo il Times; la seconda, invece, è una casa di sviluppo che realizza soluzioni software per la geolocalizzazione.
L'interesse di Intel per le software house si conferma nel 2013, quando la società con sede a Santa Clara perfeziona l'acquisizione di Omek Interactive e la spagnola Indisys. La prima progetta e sviluppa tecnologie per interfacce software basate sulle gesture, mentre la casa di sviluppo spagnola realizza software di intelligenza artificiale specializzati nel riconoscimento vocale.
L'acquisto della tedesca Lantiq, produttrice di chip per dispositivi di rete, è datato febbraio 2015, mentre nel giugno 2015 è il turno di Altera azienda specializzata nel design di chip e dispositivi FPGA. Quest'ultimo accordo ha suscitato particolare interesse nella stampa di settore: per finalizzarlo, infatti, Intel ha strappato un assegno da oltre 16 miliardi di dollari: si tratta dell'acquisizione più costosa della storia di Intel.