Una sorta di bimbo prodigio dell'informatica, capace di apprendere le basi di molti linguaggi di programmazione sin dalla più tenera età e fondare la sua prima startup ad appena 15 anni. Con la sua Liberty software sviluppa alcuni dei titoli di maggior successo per piattaforma Atari e Commodore 64, accumula parte della sua immensa fortuna (si stima che il suo patrimonio personale sia di circa 3 miliardi di dollari e possiede un'immensa villa con sei camere da letto ed otto bagni alle Hawaii) e, soprattutto, incrociare la strada di Steve Jobs negli anni dei primi successi tecnologici e commerciali di Apple. Lui è Marc Benioff, fondatore di Salesforce e ideatore del concetto “moderno” di Software as a service (abbreviato in Saas).
Infanzia e adolescenza a ritmo di videogames
Nato il 25 settembre 1964, Marc Russell Benioff cresce in una famiglia di origine ebraica nell'area della grande baia di San Francisco. Sin dall'infanzia Marc Benioff si appassiona di informatica e videogames, sviluppando una sorta di sesto senso per la programmazione. Apprende molto presto il linguaggio macchina e, a ruota, gli altri linguaggi di programmazione ideati a cavallo tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70. Frequenta la Burlingame High School, dove affina le sue capacità di programmatore e crea – come già visto – Liberty software, società attiva nello sviluppo di videogiochi per console Atari. Nel frattempo si diploma e si iscrive all'Università della California del Sud, dove ottiene un Bachelor of Science (equivalente della Laurea Triennale in materie scientifiche) in amministrazione d'impresa.
L'incontro con Steve Jobs
La sua passione, però, era tutt'altra. Già nel corso degli anni dell'università trova lavoro in una delle tante società hi-tech presenti nell'area di San Francisco come programmatore Assembly: non ancora ventenne, Marc Benioff è assunto in Apple dopo un colloquio con Steve Jobs in persona. Benioff è assegnato alla divisione Macintosh, dove sviluppa software per la rivoluzionaria piattaforma informatica voluta dal creatore di Apple e lanciata nel 1984. Con il passare del tempo, il legame con Steve Jobs diviene sempre più forte e quello che era un “semplice” rapporto di lavoro diviene una solida amicizia. Come afferma lo stesso Benioff in più occasioni, Steve Jobs diventa suo confidente e “consulente personale”: la stessa Salesforce non sarebbe divenuta ciò che oggi è senza i preziosi consigli arrivati dal fondatore del gigante di Cupertino.
L'incontro con Larry Ellison
Poco dopo il lancio del Macintosh, Marc Benioff abbandona Apple per passare tra le fila di Oracle. Anche in questo caso, il rapporto con Larry Ellison, fondatore della società, si trasforma ben presto in amicizia (anche se non tutto filerà liscio). Nel 1987, all'età di 23 anni, è nominato “Rookie dell'anno” della società e tre anni più tardi arriva a ricoprire la carica di viceprensidente esecutivo di Oracle (il più giovane in assoluto nella storia della società).
Anche Ellison riveste un ruolo fondamentale nella nascita di Salesforce e nella “creazione” del concetto moderno di Saas: i due hanno parecchi confronti su cosa dovrebbe essere la nuova startup, come dovrebbe muovere i primi passi e quali i settori di interesse. È da un colloquio con Ellison, ad esempio, che arriva l'idea di puntare con forza sul settore dei software Crm (acronimo di “Customer relationship management”) e solo in un secondo momento dedicarsi alla creazione di una piattaforma operativa più sviluppata.
Ellison è tra i primi a investire su Salesforce non appena è creata, ma la cosa non è destinata a durare a lungo. I rapporti tra i due si incrinano non appena Oracle e Salesforce diventano concorrenti sul mercato e solo dopo molti anni Ellison e Benioff torneranno a parlarsi.
La creazione di un nuovo modello informatico
Molti riconoscono a Marc Benioff una dose di sana follia condita da una capacità visionaria come poche ce ne sono state. Quando crea Salesforce (corre il marzo 1999) tutte le società – dalle più piccole alle più grandi – sono solite acquistare le licenze d'uso per i software di cui hanno bisogno. Benioff capisce prima di tutti che le crescenti potenzialità di Internet e del web aprono spiragli per una nuova nicchia di mercato: anziché acquistare i loro software, le società potrebbero affittare i programmi e utilizzarli online. Nasce così quella branca del cloud computing conosciuta come Software as a service (Saas), sopravvissuta a diverse crisi finanziarie e tecnologiche e capace, oggi, di generare un mercato dal valore di svariati miliardi di dollari.