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Truffe. Abusi edilizi e ambientali. Scandali. Corruzione. Inquinamento. Sino ad oggi il giornalismo d'inchiesta italiano aveva dovuto combattere contro un muro apparentemente invalicabile: l'assenza quasi totale di informatori o “vedette civiche” che aiutassero i giornalisti nel loro lavoro investigativo e di ricerca. Per ovviare a questa deficienza, un gruppo di otto giornalisti italiani ha deciso di creare una piattaforma per la segnalazione anonima di casi di corruzione, abusi edilizi, disastri ambientali e infiltrazioni mafiose.
Si chiama Irpileaks e promette di essere la Wikileaks italiana.
Come nasce Irpileaks
Irpileaks, acronimo di Investigative Reporting Project Italy, nasce nel luglio 2012 su iniziativa di otto giornalisti investigativi italiani. Al ritorno dal Global Investigative Journalism Conference di Kiev (ottobre 2011) Guia, Leo, Cecilia A., Giulio, Lorenzo, Cecilia F., Guido e Alessia – questi i nomi degli otto fondatori dell'associazione Irpi – hanno iniziato a lavorare attorno ad un progetto ambizioso: importare in Italia quel modello di giornalismo investigativo e collaborativo che in altre parti del mondo (Stati Uniti in testa) stava dando risultati senza precedenti. “Siamo forse arroganti – si legge sul sito web se, come siamo convinti, vogliamo adottare formule diverse da quelle oggi in uso? Le nostre storie saranno degli exposé, racconti di denuncia, sull’esempio di quanto ci mostra il meglio della stampa straniera”.
A cosa serve Irpileaks
Lo scopo per il quale nasce Irpileaks è lo stesso che spinse Julian Assange a creare Wikileaks. Offrire ai vari leakers e whistleblowers una “cortina fumogena” digitale dietro la quale nascondersi per rivelare i segreti in loro possesso. “Se sei a conoscenza di possibili forme illecite su appalti, episodi di corruzione, disastri perpetuati a livello ambientale, abusi e soprusi, truffe o frodi e vuoi denunciarli all’opinione pubblica ma hai dei timori per la tua incolumità o per possibili ripercussioni, con IRPILEAKS la trasmissione delle informazioni raggiunge un livello di sicurezza tra i più alti oggi esistenti”.
Si tratta, quindi, di uno strumento pensato e realizzato per chi vuole inviare informazioni delicate o confidenziali senza svelare la propria identità. “Nel giornalismo investigativo la figura del leaker, cioè della ‘gola profonda’ è fondamentale – spiega Lorenzo Bodrero, il coordinatore di IRPILEAKS – in alcuni casi solo i ‘leaks’ di persone coraggiose possono rivelare comportamenti scorretti di politici o uomini di potere o tentativi di insabbiare informazioni importanti per la cittadinanza. I whistleblowers , che possiamo definire in italiano come ‘vedette civiche’, possono giocare un ruolo fondamentale per quei giornalisti che agiscono come ‘cani da guardia’ della democrazia, tanto più se parliamo di una democrazia alle volte corrotta e ad alto rischio di infiltrazione mafiosa come quella italiana”.
Le segnalazioni e le informazioni ricevute serviranno da spunto ai giornalisti per realizzare delle inchieste che verranno poi diffuse, in inglese e in italiano, tramite il sito web dell'associazione.
Come funziona Irpileaks
Per garantire l'anonimato dei leakers e dei whistleblowers, Irpileaks fa affidamento su un'infrastruttura completamente open source basata su due livelli di sicurezza.
Da un lato troviamo GlobaLeaks, piattaforma a codice sorgente aperto nata per raccogliere informazioni in forma anonima e sviluppata dal Centro Studi Hermes per la Trasparenza e i Diritti Umani in Rete. Dall'altro lato troviamo il browser TOR, che garantirà la navigazione anonima di tutti coloro che vorranno contribuire allo sviluppo di Irpileaks con le loro rivelazioni.
La procedura per l'invio di informazioni e segnalazioni è un po' complicata, ma viene spiegata passo dopo passo sul sito web dell'associazione.
9 ottobre 2013
