Neanche la crisi riesce ad arginarne la crescita. Nonostante un'economia che tarda a ripartire e un PIL costantemente in terreno negativo da circa due anni a questa parte, la crescita dell'e-commerce non conosce ostacoli. Stando alle ultime rilevazioni e previsioni fatte da alcuni studi, il settore dovrebbe crescere di un ulteriore 20% nel corso di questo anno, alzando ulteriormente l'asticella di un mercato di per sé già molto ampio.
I dati
I due maggiori centri di ricerca italiani sul commercio elettronico sono la Casaleggio Associati e Netcomm (Consorzio del commercio elettronico italiano) che, annualmente, rilasciano un bollettino sullo stato di salute dell'e-commerce italiano. Pur analizzando lo stesso fenomeno, non sempre i dati dei due istituti coincidono. Il più delle volte per i diversi punti di vista da cui si analizza la questione.
E-commerce in Italia 2013
Il report curato da Casaleggio Associati è tra i più attesi dagli analisti del settore. E anche l'analisi di questo anno regala più di qualche sorpresa. A partire da un fatturato annuo che, a fine 2012, dovrebbe aver superato per la prima volta la soglia dei 20 miliardi di euro (+12% rispetto al 2011). Un giro d'affari enorme, poco più che quadruplicato rispetto al 2007, quando il fatturato del commercio elettronico italiano non superava nemmeno i 5 miliardi di euro.
A fare la parte del leone il settore delle scommesse online, che da solo vale oltre il 50% del fatturato (poco più del 51% se si accorpa il dato della spesa e delle somme vinte e poi rigiocate). Il restante 50% della torta è diviso tra turismo (24%), Assicurazioni (6%), Elettronica (5%) e via a scendere.
Osservatorio e-commerce B2C
I dati del consorzio Netcomm sembrano raccontare un'altra realtà. Per il semplice fatto che nel totale del fatturato viene scorporato il dato riguardante il gioco d'azzardo e le scommesse online. Assume quindi senso un giro d'affari stimato per il 2013 di poco superiore agli 11 miliardi di euro, con una crescita rispetto al 2012 che dovrebbe attestarsi al 17%.
Eliminate le scommesse, il settore trainante del commercio elettronico italiano resta il turismo, che da solo vale il 44% degli 11.2 miliardi di fatturato. A completare il podio l'abbigliamento (12%) e informatica ed elettronica (11%).
Prospettive rosee
Dati che, comunque, raccontano solamente una parte della storia. Anche se moltissimi italiani si sono avvicinati al commercio elettronico anche grazie alla crisi – acquistando un prodotto da un negozio online è più semplice ottenere uno sconto sostanzioso – sono ancora molti i diffidenti che preferiscono il commercio tradizionale a quello digitale.
I dati Eurostat diffusi dalla Comunità Europea parlano di un'Italia agli ultimi posti tra le nazioni europee per percentuale di cittadini che hanno effettuato almeno un acquisto online nel corso dell'ultimo anno. Il dato italiano – 17% – è migliore solamente di quello bulgaro e rumeno – ferme rispettivamente al 9% e al 5%. A guidare la classifica la Svezia, con il 74% della popolazione ad aver visitato un negozio online e aver effettuato un acquisto.
Proprio per questo, però, si può dire che le prospettive per il mercato digitale italiano sono rosee. Con la maggiore diffusione di smartphone e altri dispositivi mobili che permettono di accedere alla Rete e la conseguente riduzione del digital divide, le cifre non potranno che continuare a crescere in maniera esponenziale.
La sfida internazionale
L'e-commerce potrebbe rappresentare il motore della ripresa per una nuova e migliore diffusione del Made in Italy nel mondo. Il commercio elettronico rappresenta un'ottima occasione per l'abbattimento delle barriere e per l'apertura verso mercati esteri anche per piccole botteghe artigianali.
Secondo i dati diffusi da Casaleggio e associati, solo il 55% delle aziende italiane ha già attivato canali di vendita verso l'estero, mentre il restante 45% (quasi la metà del panorama commerciale italiano, quindi) non ha ancora allargato i propri orizzonti – sia culturali sia commerciali. Nel corso dell'ultimo anno, secondo i dati dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm–School of Management del Politecnico di Milano, il commercio elettronico estero è cresciuto del 23%, con i settori dell'abbigliamento e del turismo a fare la parte del leone.
La frontiera del mobile commerce
Al fianco del commercio elettronico “tradizionale”, si sta velocemente sviluppando una nuova branca, chiamata mobile commerce. La sempre maggiore diffusione di smartphone e tablet ha infatti permesso la nascita di un comparto commerciale dedicato esclusivamente ai clienti mobili. Un comparto in rapida crescita, che nel 2012 ha fatto registrare un fatturato-record di 427 milioni di euro, con una crescita del 160% rispetto all'anno precedente (dati Osservatorio eCommerce B2c Netcomm–School of Management del Politecnico di Milano).
Secondo l'analisi dello studio Casaleggio e Associati, il mobile commerce è già divenuta la nuova frontiera del commercio digitale, con il tablet a fare da traino all'intero settore. Il mobile commerce, sempre secondo Casaleggio, starebbe cambiando anche il modo in cui guardiamo e il modo con cui interagiamo con il televisore.
Grazie al fenomeno del dual screen commerce, sono sempre più le persone che effettuano acquisti online mentre guardano programmi televisivi. Acquisti, naturalmente, a tema con le immagini che scorrono sullo schermo. Ebay, ad esempio, ha da poco lanciato l'app per iPad Watch with Ebay. Una volta sincronizzata con lo Smart Tv, questa app permette di acquistare gli oggetti in vendita sul portale di aste online, mantenendo una stretta correlazione con ciò che si sta guardando.
9 settembre 2013