A chi non è mai capitato almeno una volta nella vita di sentire il nome “World of Warcraft” alzi la mano. Ecco, come immaginavamo quasi nessuno. Eh sì, perché, anche se non avete mai avuto il piacere di giocarci, di sicuro lo avrete sentito quanto meno nominare. World of Warcraft è un gioco fantasy tridimensionale ma, soprattutto, è il gioco MMORPG per eccellenza. Pubblicato da Blizzard Enterteinment nel 2004, World of Warcraft è il videogame più giocato al mondo, con oltre 12 milioni di utenti registrati online. Inutile dire, insomma, che si tratta di un vero e proprio successo mondiale, che tiene incollati al monitor del computer gli appassionati per ore e ore.
World of Warcraft, come tutti gli MMORPG, è ambientato in un universo parallelo e fantastico, dove personaggi dai poteri incredibili si combattono per la supremazia del loro mondo virtuale. Queste sono alcune delle caratteristiche chiave dei giochi MMORPG, Massively Multiplayer Online Role-Playing Game (ovvero giochi di ruolo online multigiocatore di massa), ma non di certo le uniche. I giochi di ruolo online sono sì ambientati in universi fantastici, ma non tutti sono legati al mondo della mitologia medievale e nordica come lo è WoW. Ad esempio Guild Wars 2 è ambientato in un mondo dominato dalla magia e dai maghi, mentre Star Wars: Old Republic è ambientato nelle atmosfere spaziali della serie creata da George Lucas. In tutti i MMORPG il giocatore in carne ed ossa crea un proprio avatar attraverso il quale vivere all’interno del mondo virtuale. Con questo alter ego virtuale combatterà, interagirà con gli altri iscritti e creerà alleanze. L’avatar potrà essere migliorato e sviluppato a seconda dei gusti di chi lo controlla, che potrà potenziarlo grazie ai punti-esperienza accumulati nel corso del gioco o l’acquisto di estensioni del gioco.
Il mondo virtuale dei MMORPG, però, non è tutto rose e fiori. Ci sono anche delle spine. E che spine. Una delle più acuminate è quella che va sotto il nome di dipendenza. Proprio perché questi giochi sono ambientati in veri e propri universi alternativi, con le loro regole, le loro leggi, i loro abitanti, la loro realtà. Una realtà che può sembrare così reale – passateci il gioco di parole - che per alcune persone può essere facile “perdersi” al suo interno. Non sono rari i casi di giocatori incalliti risucchiati dentro il gioco, incapaci di smettere. Perché? Per un misto di narcisismo e mania. Vogliono migliorare il loro personaggio, renderlo più forte, più bello, più attrezzato in modo da conquistare l’approvazione e l’ammirazione dei loro compagni e degli avversari. Approvazione e ammirazione che, magari, non è mai arrivata nella real life.
Nei casi più “lievi” di dipendenza, si possono avere reazioni come quella del giocatore di basket russo Andrej Kirilenko, che si è fatto tatuare su tutta la schiena la figura del suo giocatore di World of Warcraft. In caso di dipendenza “pesante”, invece, le conseguenze possono essere tragiche, tanto da sfociare a volte in casi di suicidio.
4 dicembre 2012