Se ne parla ormai da tempo. Almeno dal 2013, quando un designer olandese lanciò l'idea di Phoneblocks, smartphone modulare che avrebbe dovuto permettere di ridurre i rifiuti tecnologici (i RAEE) e contrastare l'obsolescenza programmata. Probabilmente, tutto sarebbe rimasto sulla carta se non fosse intervenuta Google e non avesse dato linfa all'idea con il progetto Ara.
Un'idea che sembra farsi sempre più concreta: nel corso dell'Ara developers conference, Paul Eremenko e David Fishman (rispettivamente prokect manager e team leader del progetto) hanno annunciato la prossima commercializzazione del primo smartphone Ara. Si chiamerà Gray Phone, costerà appena 50 dollari e potrà essere acquistato a partire da gennaio 2015.
Come funziona Ara
Sviluppato dall'Advance Technology and Project Group (ATAP, sino a qualche mese fa parte integrante di Motorola), il cuore del project Ara sarà una base metallica chiamata Endo (abbreviazione di endoscheletro). Questa base, grazie a dei magneti elettropermanenti (speciali attacchi a metà strada tra un normale magnete ed un elettromagnete), ospiterà i vari moduli di cui sarà composto il dispositivo componibile e li metterà in comunicazione l'uno con l'altro. Per evitare problemi o rallentamenti nelle comunicazioni tra un modulo e l'altro, Google adotterà e migliorerà il protocollo UniPro, un'interfaccia di comunicazione ad alta velocità ideata per i circuiti integrati degli smartphone.
Module developers kit
In concomitanza con la conferenza degli sviluppatori, l'ATAP ha rilasciato il module developers kit (MDK) del progetto Aara. Come accade con software e applicazioni realizzati da sviluppatori terzi grazie ai software development kit (pacchetto di sviluppo per applicazioni), i produttori hardware potranno realizzare loro moduli per smartphone Ara.
Queste componenti potranno poi essere acquistate nel module store, ovvero un portale di e-commerce dove gli utenti potranno acquistare i moduli per completare o migliorare il loro dispositivo. Basterà seguire le indicazioni del module development kit per mettere in produzione SoC più veloci, fotocamere più performanti o schede di memoria più capienti.
Tre dimensioni
Come specificato nella documentazione che accompagna la prima versione del MDK, l'endoscheletro di Ara sarà realizzato in tre diverse dimensioni. Maggiori le dimensioni di Endo, maggiore il numero di moduli e componenti che potrà ospitare.
Ciò non vuol dire, naturalmente, che ogni modulo dovrà essere prodotto allo stesso modo: la personalizzazione, sia dal lato utente, sia dal lato produttore, sarà garantita dalle diverse versioni di endoscheletro che Google rilascerà con il tempo. Disponendo in maniera differente le costole e la spina dorsale di Endo (questo il modo in cui Eremenko e Fishman hanno chiamato le barre che dividono gli spazi dei moduli) si potranno creare spazi differenti dove alloggiare i moduli.
Una fotocamera o un modulo di memoria, quindi, potrà occupare più o meno spazio a seconda della disposizione delle barre divisorie, garantendo agli utenti (e ai produttori) la libertà di costruirsi un cellulare a propria immagine e somiglianza.
Stampa 3D
Google, inoltre, sta lavorando con 3D System per sviluppare una nuova tipologia di stampante tridimensionale studiata ad hoc per realizzare le cover esterne dei vari moduli.
In particolare, le due società si stanno concentrando sullo sviluppo di materiali e tecniche costruttive per la produzione di massa di custodie personalizzate, che permetterebbero agli utenti di creare smartphone unici non solo nelle componenti hardware, ma anche nell'aspetto.
Problema Android
A mettere i bastoni tra le ruote al progetto Ara potrebbe essere, incredibilmente, Android. Il sistema operativo chiamato a gestire il nuovo ecosistema hardware sarà, com'era semplice attendersi, sarà quello del robottino verde sviluppato nei segreti laboratori di Mountain View.
Peccato, però, che ad oggi il sistema operativo mobile di Google non supporti la modularità dell'hardware e non disponga dei driver necessari a gestire un sistema così articolato. “Fortunatamente – ha sottolineato Eremenko – noi siamo Google”. Tradotto: ci stiamo già lavorando su. E il lavoro dovrebbe essere portato a termine entro dicembre, giusto in tempo per il lancio del Gray Phone. Eventuali ritardi, però, potrebbero avere serie ripercussioni sulla tabella di marcia prefissata da Big G.
19 aprile 2014