Fratello di Twitter. Con una parentela così importante – e pesante – sul groppone, la vita diventa difficile per chiunque. Figurarsi per una sorta di editor di testo web-based con sogni da grande piattaforma editoriale. Una descrizione, a dir la verità, un po' ingenerosa. Medium, frutto del lavoro di Evan Williams e Biz Stone, è molto di più rispetto ad un semplice editor testuale e un po' di meno rispetto ad una piattaforma di pubblicazione o una piattaforma di blog. Un prodotto ibrido, insomma, frutto dell'esperienza che i due hanno acquisito nelle loro passate esperienze, Twitter e Blogger su tutte.
Medium, un posto per le idee
Lanciata un po' in sordina il 25 settembre 2012, Medium è “un nuovo posto su Internet dove condividere idee e storie più lunghe di 140 caratteri. E non solo tra amici”. Il virgolettato è tratto dal post scritto – su Medium, naturalmente – dallo stesso Evan Williams il giorno in cui la piattaforma venne presentata. Più che un post una sorta di manifesto, necessario per spiegare quali fossero le funzionalità della nuova piattaforma e quali gli obiettivi da raggiungere.
Medium, spiega Williams – è una piattaforma editoriale per testi di qualsiasi genere: dalle brevi storie scritte dal vicino di casa sino agli articoli di approfondimento scritti da giornalisti professionisti. Un luogo dove concentrarsi esclusivamente sulla scrittura, lasciando che sia la piattaforma stessa ad farsi carico del lavoro pesante della fase di editing e pubblicazione.
Come fosse un diario, uno Zibaldone d'altri tempi, Medium è quindi un “raccoglitore d'idee”. Idee di qualsiasi tipo e scritte da chiunque.
Il tempo è prezioso
Internet ci ha insegnato e fatto apprezzare l'importanza del tempo. Per questo Williams e Stone hanno lavorato sodo affinché il processo di pubblicazione dei post – o delle idee, come sono soliti chiamarle – è rapido e “indolore”. Quando si inizia ad utilizzare la piattaforma, ci si rende immediatamente conto che tutti gli sforzi sono concentrati sulla scrittura: l'utente non si troverà di fronte a complicate interfacce di formattazione o editing. Anzi, ci si ritroverà di fronte ad una pagina quasi completamente bianca dove inserire un'immagine header, un titolo e il corpo del testo. Null'altro.
L'editing dei testi è basato sul sistema WYSIWYG (What you see is what you get, ciò che vedi è ciò che ottieni se tradotto in italiano), così da facilitare ulteriormente il compito dello scrittore. Se si volesse formattare il testo, ad esempio, basterà selezionarlo per vedere comparire gli strumenti necessari. Se si volesse inserire un immagine, un video o qualsiasi altro contenuto multimediale basterà inserire il link e premere il tasto invio: sarà poi la piattaforma di pubblicazione a riconoscerlo e visualizzarlo in maniera adeguata. I testi, inoltre, saranno salvati automaticamente e ripetutamente in modo che il lavoro fatto non vada mai sprecato.
Medium, inoltre, può essere a tutti gli effetti considerato un esperimento di editoria sociale. Gli utenti possono collaborare nella stesura degli articoli prima e dopo la loro pubblicazione, apportando correzioni, modifiche ed integrazioni. Grazie alle note, inoltre, si potrà segnalare all'autore del post – o agli altri lettori – passaggi particolarmente complicati da comprendere o, eventualmente, contenenti errori.
Ciò che vedi è ciò che ottieni
L'interfaccia utente è, forse, l'aspetto più innovativo e, per alcuni versi, rivoluzionario di Medium. A differenza di moltissime altre piattaforme blog, nella piattaforma di Williams e Stone l'aspetto grafico passa in secondo piano per lasciare spazio ai contenuti. Lo stile della pagina e la formattazione del testo al suo interno sono quanto di più semplice si possa avere, in modo che l'attenzione del lettore – e dello stesso scrittore – siano concentrate esclusivamente sulle idee che l'autore del post ha voluto trasmettere.
Medium, quindi, può anche non essere considerato un CMS (Content Management System, sistema di gestione dei contenuti in italiano). O, almeno, non un CMS ordinario. Di primo acchito può sembrare un semplice editor di testo, ma con il tempo ci si accorge di quanto sia potente nella sua veste di medium (inteso, questa volta, come mezzo di comunicazione).
16 febbraio 2014