Tutto è nato con una email che Joe Gebbia, uno dei fondatori della società, ha inviato al suo amico e coinquilino Brian Chesky. Nel messaggio di posta elettronica Gebbia suggeriva a Chesky di trasformare il loft in cui abitavano a San Francisco, troppo costoso e grande per loro due, in un bed and breakfast di design che avrebbe permesso di guadagnare qualche dollaro extra utile a pagare l'affitto. Era l'ottobre 2007 la città californiana si preparava a ospitare un'importantissima conferenza rivolta a designer e progettisti e trovare una stanza libera in un qualsiasi hotel o albergo della città era impresa piuttosto ardua.
Nel giro di qualche giorno i due comprarono tre materassi ad aria (airbed) e trasformarono in loro salotto in altrettante sistemazioni per la notte, offrendo a eventuali ospiti anche la colazione. Sfruttando il passaparola nella loro cerchia di amici (sia Gebbia sia Chesky erano due designer) e grazie a qualche annuncio ad hoc, Gebbia e Chesky non ebbero difficoltà a trovare ospiti per il loro bed and brekfast di design (ma alquanto improvvisato), riuscendo a guadagnare quei dollari extra che tanto cercavano.
Allo stesso tempo, però, quell'esperienza li aiutò a capire che la loro idea poteva essere vincente: perché non creare un servizio che dia la possibilità a chiunque, in qualunque parte del mondo, di affittare un letto, una stanza o l'intera casa a perfetti sconosciuti provenienti da chissà dove? Per quanto assurda potesse apparire allora quell'idea, oggi sappiamo che ha portato alla nascita di Airbnb, un'azienda valutata 30 miliardi di dollari o poco meno, capace di rivoluzionare per sempre il mondo del turismo e il modo in cui le persone viaggiano.
Airbedandbreakfast.com
Nei primissimi mesi del 2008 a Gebbia e Chesky si unisce Nathan Blecharczyk, ex studente della Rhode Island School of Design proprio come i due coinquilini. Blecharczyk diventa lo Chief Technology Officer della nascente startup e realizza la prima versione del sito di Airbedandbreakfast.com. A dir la verità, inizialmente i tre volevano creare un servizio per cercare coinquilini, ma essendo un settore già "presidiato", decidono di tornare indietro sui loro passi e creare uno spazio per affitti temporanei di stanze o divani.
Dopo qualche insuccesso e molti passi falsi (nessuno vuole finanziare un'idea sin troppo estemporanea), Gebbia, Chesky e Blecharczyk ci riprovano lanciando nuovamente il sito a Denver, in occasione della convention del Partito Democratico del 2008 (quella che affiderà a Barack Obama il ruolo di candidato alla Presidenza degli Stati Uniti). Come accaduto qualche mese per il convegno a San Francisco, la scarsità di posti letto favorisce l'iniziativa dei tre designer, che riescono così a guadagnare i primi clienti dopo un bel po' di tempo. Per finanziare la loro startup, inoltre, Gebbia, Chesky e Blecharczyk lanciano una serie "limitata" di cereali ispirati proprio a Obama e McCain (candidato del Partito Repubblicano): anche in questo caso l'idea ha successo e permette loro di racimolare circa 40 mila dollari
Oltre ai soldi, però, il successo dell'iniziativa di Detroit consente ai fondatori di Airbnb di guadagnare l'attenzione e l'interesse di Paul Graham, venture capitalist di Y Combinator. Gebbia, Chesky e Blecharczyk sono invitati all'interno del celebre incubatore per un periodo di formazione di un mese oltre a ottenere un finanziamento per lo sviluppo del sito e dell'infrastruttura. Con i capitali ottenuti, i tre fondatori di Airbnb visitarono diversi host a New York, aiutandoli a creare degli annunci che fossero convincenti.
Partenza lanciata e cambio di nome
Nonostante i passi falsi iniziali e le porte in faccia ricevute, Gebbia, Chesky e Blecharczyk iniziano finalmente a veder realizzato il proprio progetto. Il numero di annunci cresce in maniera esponenziale nel giro di pochi mesi e già a marzo 2009 Airbedandbreakfast conta su 10.000 utenti e oltre 2.500 case vacanza o posti letto pronti per essere affittati. Nello stesso periodo, i tre fondatori decidono di cambiare nome: dal complesso airbedandbreakfast si passa a un più semplice Airbnb. Il passaggio porta fortuna: passano pochi giorni e Sequoia Capital concede alla società un finanziamento di 600 mila dollari. Il portale per l'affitto di camere, stanze e posti letto è ormai una realtà del panorama turistico statunitense.
Insomma, una vera e propria partenza lanciata che un po' travolge e trova impreparati i tre ex studenti della Rhode Island School of Design. Tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010 Chesky è costretto ad abbandonare il loft da cui tutto è partito per fare spazio ai dipendenti assunti e dormire da un host Airbnb differente ogni sera.
L'espansione internazionale e gli unicorni
Passano pochi anni e il "modello Airbnb" viene esportato un po' ovunque. Già nel 2011 il servizio è disponibile in 89 nazioni in tutto il mondo, con decine di migliaia di annunci disponibili e 1 milione di prenotazioni già effettuate. Ma il 2011 è un anno speciale nella storia di Airbnb: nella seconda metà dell'anno arrivano ulteriori finanziamenti per 112 milioni di dollari e una valutazione complessiva che supera 1 miliardo di dollari. Airbnb è ufficialmente diventato un unicorno della Silicon Valley.
Forte della nuova quotazione e di un numero crescente di host e turisti, Airbnb inizia a cercare uffici anche al di fuori degli Stati Uniti. Dalla fine del 2011 in poi vengono aperte sedi della società ad Amurgo, Londra, Berlino, Parigi, Milano, Barcellona, Copenaghen, Mosca e San Paolo del Brasile.
Grane legali e il nuovo logo
All'ampliarsi del raggio d'azione dell'azienda arrivano, inevitabilmente, anche alcune grane legali. Da un lato, alcuni utenti non si comportano esattamente "a modo" e mettono a soqquadro gli appartamenti che avevano affittato tramite la piattaforma di Gebbia, Chesky e Blecharczyk; dall'altro l'opposizione di hotel e bed and brekfast "tradizionali" spinge molte città ad adottare delle politiche anti-Airbnb, con sanzioni nei confronti dei padroni di casa che subaffitano spazi all'interno delle loro abitazioni. Non mancano, poi, tentativi di truffa Airbnb e padroni di casa un po' torppo voiyer, che mettono a dura prova la pazienza dei clienti.
Per "sviare" un po' l'attenzione e svecchiare l'immagine, nel 2014 Airbnb presenta un nuovo logo e una nuova immagine coordinata. La scelta fa inizialmente discutere e non trova molti apprezzamenti, ma alla lunga il nuovo stile grafico passa e diventa un "classico" del web design.
11 dicembre 2017