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Come la tecnologia ha cambiato il nostro rapporto con la musica

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I file MP3 e i lettori di musica digitale hanno modificato il modo in cui consumiamo musica e il modo in cui la concepiamo. Ecco cosa bisogna aspettarsi per il futuro

Musica digitale

In principio c'era il vinile. Vennero poi le musicassette con nastro magnetico. Seguite, infine, dai CD. Oggi la musica viaggia in forma dematerializzata: grazie allo streaming musicale si può accedere a una libreria di tracce audio infinita (o quasi) consultabile da qualunque luogo e con qualsiasi dispositivo. Deezer è un po' un caso emblematico della rivoluzione copernicana che ha stravolto (e travolto) questo mondo: oltre 30 milioni di tracce audio sempre disponibili da qualunque dispositivo dotato di una connessione al web (computer, smartphone, tablet e, non appena saranno realizzate le varie app, anche su smartwatch). E se per i nativi digitali questa è la norma, per coloro che sono cresciuti nel XX secolo accumulando e collezionando musicassette e CD audio lo streaming di musica appare come un nuovo mondo da esplorare lentamente, passo dopo passo.

Se si volesse andare a cercare il colpevole, si dovrebbe guardare verso il web e la costante crescita che lo ha interessato negli ultimi anni. Sono sempre di più i servizi accessibili grazie a un normale browser e connessioni sempre più potenti e veloci hanno hanno ulteriormente amplificato il fenomeno. La banda larga, infatti, ha avuto il merito di rendere accessibile la conoscenza ad una vastissima platea di utenti, ma non solo: anche la musica (insieme a contenuti video e multimediali di ogni genere) è ormai a portata... di dito. Ciò, ovviamente, ha causato un cambiamento fondamentale nel modo in cui si pensa e si percepisce la musica e quelle canzoni che hanno avuto (e avranno) un ruolo di grande rilevanza nella nostra vita.

Come ci siamo arrivati

La musica in streaming non nasce dal nulla: le sue radici affondanonel XIX secondo, quando le prime registrazioni sonore iniziano a fare capolino nei salotti europei e statunitensi. A trasformare completamente il panorama, però, non sono né i vinili o le musicassette, né tanto meno i CD. Sono i file MP3 dell'ingegnere italiano Leonardo Chiariglione che permettono all'industria musicale di dematerializzare le canzoni e offrire a tutti nuovi panorami artistici e commerciali. Una volta che le onde sonore sono convertibili in una lunga sequenza di “uno” e “zero”, diventa molto più semplice far viaggiare la musica da un capo all'altro del pianeta.

Collezione di CD

Il panorama, dunque, muta con estrema velocità. La possibilità di comprimere migliaia di canzoni e tracce musicali in un dispositivo tascabile e grande pochi centimetri cubici fa sì che le abitudini musicali di tutti cambino in fretta. Basta pensare, ad esempio, che dalla sequenzialità tipica di vinili, musicassette e CD si passa in fretta a un grado di libertà di fatto illimitato e semplicemente impensabile sino a qualche anno prima dell'introduzione dei lettori MP3. Con dispositivi come l'iPod (introdotto nel 2001 da Steve Jobs), ad esempio, è possibile ascoltare migliaia di canzoni in ordine sparso: sono gli algoritmi del lettore MP3 a mischiare le tracce e scegliere al posto dell'utente quale musica riprodurre. Cambia radicalmente, dunque, il modo in cui la musica viene consumata e concepita.

iPod shuffle

Ma in un universo diventato ormai liquido i cambiamenti sono all'ordine del giorno. Con la comparsa dei primi servizi di musica in streaming la musica non è più acquistata e posseduta, ma semplicemente affittata. Come accade con Deezer, il pagamento del canone mensile dà modo di accedere a una discografia composta da decine di milione di tracce solo per un periodo limitato nel tempo: pur avendo tutta la musica che si vuole a portata di dito, si avrà un rapporto più impersonale e meno diretto con essa.

Cosa aspettarsi

Tutto, però, è ancora in divenire. Se i servizi di musica in streaming sono i protagonisti di oggi, quelli del domani sono ancora tutti da definire. E anche se si sta assistendo a un ritorno di fiamma per i vinile, è improbabile che dalla musica totalmente dematerializzata si torni verso il collezionismo di supporti fisici. Più probabile, invece, che servizi come YouTube contendano la scena ai vari Deezer e Spotify.

Musica su YouTube

Pur non essendo così organizzato e focalizzato sulla musica come lo sono i servizi di streaming, YouTube si sta sempre più specializzando in questo senso. E, fatto da non sottovalutare, per il momento è completamente gratuito. Per questo è considerato da milioni di utenti la fonte primaria - e preferita - per l'ascolto di musica in streaming: è sufficiente una singola ricerca per poter accedere ad una libreria musicale sconfinata nella quale poter trovare indifferentemente gli ultimi successi delle hit mondiali o i grandi classici della musica di tutti i tempi.

A cura di Cultur-e
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