Nessun brainstorming. Nessuna intuizione geniale. Il più delle volte i nomi più celebri dell'universo hi-tech sono frutto del caso. Nascono, ad esempio, da una somiglianza “fisica” con qualche animale o con qualche altro oggetto; da un errore di pronuncia o da un nome storpiato; da qualche fatto accaduto nel corso dello sviluppo del programma o del processo di creazione del gadget. Insomma, dietro i vari mouse, cookie, spam et similia c'è molta fantasia e intuizione, unite ad una grossa dose di fortuna.
Bluetooth
Haralnd Blatant è un re scandinavo realmente esistito a cavallo tra il X e XI secolo dopo Cristo. La sua forza era tale che, in pochi anni di guerre e battaglie, fu in grado di riunire sotto il suo vessillo le agguerrite e riluttanti tribù svedesi, norvegesi e danesi, creando il primo grande regno del Nord Europa. Quando il consorzio di sviluppo del Bluetooth – guidato dalla svedese Ericsson – si trovò a dover scegliere un nome per la nuova tecnologia, ci furono ben pochi dubbi: Bluetooth, come la traslitterazione inglese del celebre sovrano norreno. Infatti, così come il re era stato in grado di riunire i popoli del Nord Europa, il consorzio si proponeva di creare una tecnologia comunicativa capace di riunire e mettere in contatto (e comunicazione) tra di loro dispositivi di natura diversa (smartphone, tastiera, automobile e molto altro ancora).
BlackBerry
Per anni il marchi canadese è stato leader del mercato degli smartphone. Pochi, però, conoscono quale sia la reale origine del nome. Inizialmente sarebbe dovuto essere leapfrog, versione anglo-americana del gioco della “cavallina”, poiché i canadesi di BlackBerry già prevedevano che il loro prodotto avrebbe “saltato” su tutti gli altri competitor presenti sul mercato. Si passò poi a un più ragionevole strawberry, dato che i piccoli pulsanti della tastiera ricordavano da vicino i semini della fragola. Il nome, però, era troppo “lento” per alcuni e così si optò per il definitivo BlackBerry.
Nintendo Wii
Dopo anni di assenza dal mercato delle console, la casa nipponica torna a far parlare di sé nel 2006 con il Nintendo Wii. Nonostante il suo hardware non fosse allo stesso livello delle rivali di sempre – Sony PlayStation e Microsoft Xbox – ebbe un enorme successo di vendite e di critica. Merito anche di un nome più che azzeccato. Prima di tutto per la pronuncia: Wii ha lo stesso suo di we, noi in inglese. Non ha, inoltre, una diretta traduzione in alcuna delle lingue parlate ed ha quindi una valenza universale e comprensiva.
Wikipedia
L'enciclopedia più famosa al mondo deve il suo nome alla crasi di due altre parole. La seconda parte (pedia, dal greco antico παιδεία che vuol dire "formazione") ha un'origine piuttosto ovvia, la prima (wiki) un po' meno. Deriva dal software utilizzato per realizzare l'enciclopedia – Wiki, per l'appunto – che permette la creazione collaborativa e condivisa di testi e contenuti. Il nome del software è stato scelto da Ward Cunningham, sviluppatore della piattaforma web, che la ascoltò per la prima volta nel corso di un viaggio alle Hawaii: wiki, nella lingua locale, vuol dire veloce. Nel suo insieme, quindi, Wikipedia sta per cultura veloce, immediata.
Mouse
“Non so perché lo abbiamo chiamato così. Ogni volta che posso, me ne scuso”. Nonostante la sua invenzione abbia rivoluzionato il modo con cui ci si interfaccia con i computer desktop e laptop e abbia contribuito alla diffusione su scala globale del personal computer, Douglas Engelbart non sembra essere troppo fiero del nome che il suo team di ricerca scelse per il mouse. Lo stesso Engelbart descrive in più occasioni l'origine del nome: somigliante a un topo (mouse in inglese) per la forma e il cavo/coda, non c'era proprio altro modo per chiamarlo.
Blog
In inglese la parola log ha significato di diario, soprattutto nell'ambiente navale dove il logbook è il giornale di bordo dove vengono riportati fatti e rotta seguita nel corso del giorno. Il termine venne mutuato nel lessico tecnologico quando sul web iniziano a spuntare i primi siti con contenuti personali. Insomma, dei diari sul web, ovvero dei web-log. Com'è semplice immaginare, il passaggio da questa forma alla forma contratta (blog) è stato pressoché immediato.
Cookie
I cookie sono piccole porzioni di codice che permettono ai browser e ai portali web di conservare informazioni di vario genere (soprattutto personali). Affondano le proprie radici agli albori dell'informatica, quando i magic cookie erano utilizzati per condividere informazioni comuni tra programmi installati sullo stesso computer. Lou Montoulli, l'ingegnere che ideò i web cookie, spiega in più occasioni il perché della scelta: “Ho sentito per la prima volta il termine magi cookie durante un corso universitario sui sistemi operativi. Il termine cookie è la prima cosa che mi è venuta in mente mentre ne sviluppavo i meccanismi e, inoltre, apprezzo il termine anche da un punto di vista estetico”.
Bug
Millenovecentoquarantasette. Laboratori di ricerca e sviluppo della Marina Militare statunitense. Una giovane Grace Hopper tenta a tutti i costi di rimettere in funzione il Mark II, calcolatore in dotazione al suo reparto. La Hopper ha però poca fortuna, così decide di smontare pezzo per pezzo il mastodontico computer, scoprendo che una piccolissima falena (bug in inglese), andata a finire tra gli ingranaggi, aveva messo KO il Mark II. “Primo caso reale di ritrovamento di un bug” annotava tra i suoi appunti la giovane informatica statunitense che, dopo aver rimosso l'imperfezione (il primo debugging della storia), poté tornare ai propri studi.
Spam
In origine c'era la carne in scatola Spam. Poi vennero i Monty Python e il loro sketch con la carne in scatola utilizzata per realizzare ogni tipo di pietanza. La scena diventa virale e il termine, cantato ripetutamente dagli attori, finisce con l'essere utilizzato nelle primissime web chat per identificare contenuti noiosi e ripetitivi che nessuno vuole. Da qui l'identificazione con la posta elettronica-spazzatura (lo spam) così tanto diffusa oggi.
Meme
Fu il biologo britannico Richard Dawkins a coniare, per primo, il termine meme. Nella sua ottica, i meme sono i componenti base delle tradizioni culturali e svolgono, all'interno della cultura umana, la stessa funzione che i geni svolgono per il DNA. Il termine venne poi adottato dalla comunità web, che lo utilizza per identificare contenuti divenuti virali nel giro di pochi minuti.
Hacker
Agli albori dell'informatica, la parola hacker non era necessariamente sinonimo di pirata informatico. Indicava tutte quelle persone con un grande interesse al mondo dell'elettronica in generale. Si sviluppò così la cosiddetta “cultura hacker”, che racchiudeva tutte quelle attività legate al mondo dell'hi-tech. Con il tempo il termine ha assunto anche un valore negativo, andando ad indicare quegli esperti informatici che utilizzano le loro conoscenze per apportare danni a sistemi informatici di vario genere. Tuttavia, ancora oggi esistono hacker “onesti” (i cosiddetti white hat hacker) che preferiscono definire le loro nemesi cracker.
Firewall
Firewall (letteralmente muro di fuoco) è un termine vecchio di centinaia di anni e indica un muro costruito per difendere le abitazioni e altre costruzioni civili da possibili incendi. Il software omonimo svolge, più o meno, lo stesso ruolo: difende il sistema informatico da possibili infezioni virus.