Chiunque si connette a Internet utilizza, in maniera più o meno consapevole un Domain Name System (DNS): un sistema generalmente impostato di default sia dai produttori di router e modem che dagli operatori che offrono servizi legati alla connettività.
Da un certo punto di vista i DNS assolvono grossomodo tutti alla stessa funzione (tradurre un URL in un indirizzo IP) e lo fanno in maniera tendenzialmente corretta. Eppure molti utentiscelgono, almeno in determinate occasioni, di cambiare DNS.
Le ragioni dietro questo desiderio variano di caso in caso: c’è chi cerca maggiorevelocità e chi desidera maggiore privacy. Così come c’è chi vuole andare oltre le limitazioni di un DNS, magari per accedere a contenuti specifici.
In tutti questi casi la procedura da seguire è molto semplice e passa direttamente per l’interfaccia web del proprio router. L’utente non deve fare altro che connettersi a Internet, visitare un indirizzo IP specifico e modificare le impostazioni del caso.
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1. Cos’è e a cosa serve il DNS
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L’acronimo DNS sta per Domain Name System e indica un sistema che si occupa di tradurre gli URL in indirizzi IP che permettano comunque di identificare il server su cui si trova la pagina cercata.
Tutti i contenuti online sono identificati da un indirizzo IP: una combinazione formata da più triplette di numeri che possono assumere valori variabili tra lo 000 e il 255, in base alle norme del protocollo TCP/IP e la notazione IPv4. A ciò va aggiunto che, con l’affiancamento dello standard IPv6 all’IPv4, sono stati aumentati considerevolmente gli indirizzi IP univoci disponibili, in modo da accompagnare la crescita costante di pagine e siti web.
Di solito è possibile distinguere tra DNS, DDNS e DoH. Il DDNS, o DNS dinamico, si distingue per via della possibilità di mantenere un indirizzo fisso, memorizzabile per una singola rete domestica. Il DoH, o DNS over HTTPS, è invece pensato per migliorare il livello di sicurezza informatica dell’utente grazie a specifiche risoluzioni DNS attraverso il protocollo HTTPS.
La funzione di mappatura tra nomi e numeri svolta dal DNS viene poi efficientata da una cache che permette di memorizzare un indirizzo IP già visitato. In questo modo il sistema non ha bisogno di chiedere ad altri server la stessa informazione più volte.
Inoltre, per evitare disallineamenti dovuti ad aggiornamenti o cambiamenti vari, le informazioni restano nella cache per un tempo limitato, oltre il quale il dato sull’indirizzo IP viene richiesto nuovamente al DNS autoritativo.
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2. Perché cambiare DNS
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Si comincerà col dire che, di solito, i server DNS predefiniti non danno problemi particolari e, anzi, garantiscono un’esperienza di navigazione soddisfacente e sicura. Al tempo stesso Le ragioni che possono portare un utente a cambiare DNS sono molteplici: a partire da piccoli, grandi malfunzionamenti della rete, fino ad arrivare al desiderio o la necessità di visitare pagine oscurate, bloccate o non disponibili all’interno di una specifica regione geografica.
Gli utenti che cercano maggiore velocità di solito prediligono DNS specifici, performanti soprattutto dal punto di vista della latenza: l’intervallo di tempo che passa tra il momento in cui viene inviata una richiesta sul web e quello in cui viene recepita una risposta.
Gli utenti che cercano una sicurezza superiore potrebbero invece optare per DNS sviluppati da compagnie che utilizzano protocolli o sistemi di sicurezza particolarmente avanzati. O da aziende che propongono funzionalità specifiche a tutela della privacy online: ad esempio monitorando le attività dei browser ed eliminando costantemente i dati di navigazione registrati.
Esistono diversi criteri da tenere a mente quando si pensa a un cambio di Domain Name System: innanzitutto è consigliabile scegliere un DNS sufficientemente recente, in modo da garantirsi che la sua black list sia sufficientemente aggiornata.
In alternativa è anche possibile optare per DNS personalizzati che permettano di navigare liberamente, senza restrizioni di sorta. Attenzione poi alla velocità del server, che spesso dipende dal suo livello di affollamento.
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3. Come cambiare DNS del router
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Per cambiare DNS è possibile intervenire direttamente sul proprio router, in modo che poi la modifica venga applicata a cascata a tutti i dispositivi collegati senza il bisogno di ulteriori cambiamenti delle impostazioni.
Innanzitutto è necessario essere collegati alla rete Wi-Fi su cui intervenire, dopodiché bisogna aprire il browser che si utilizza normalmente per la navigazione su Internet. Quindi bisogna digitare nella barra dell’URL l’indirizzo IP 192.168.0.1 oppure quello 192.168.1.1 e premere il tasto invio.
A questo punto sul monitor dovrebbe apparire il pannello di gestione del proprio router. Qui l’utente non deve fare altro che cercare l’area dedicata alle impostazionidel dispositivo e andare poi a modificare i DNS.
Per accedere al pannello potrebbero essere richiesti nome utente e password, che potrebbero essere ancora quelli di default. Ciò vuol dire che potranno essere trovati entrambi o all’interno del manuale d’uso del router, o sulla sua confezione. In caso di difficoltà a reperire le credenziali, è comunque possibile cercare sul web indicazioni ulteriori relative al produttore del proprio device oppure al proprio fornitore di servizi.
Per cambiare DNS bisogna infine inserire manualmente le cifre di riferimento all’interno delle barre dedicate. Esistono diversi indirizzi DNS disponibili sul web e l’utente non deve fare altro che selezionare quello più in linea con le sue esigenze.
Dopo avere confermato il cambio di DNS è possibile che il router si riavvii, ma, già a partire dalla connessione successiva, sarà possibile verificare l’avvenuta sostituzione. A meno che il singolo device non sia predisposto per impedire una modifica strutturale di questo genere. Si pensi in tal senso ai router forniti direttamente dagli operatori telefonici, spesso in forma di comodato d’uso.
Per saperne di più: Cos'è il DNS e come funziona