Una crescita lenta, ma costante. Il numero di consumatori che predilige prodotti a chilometro 0 o comunque frutto del commercio equo e solidale è in lenta, ma inesorabile crescita. In loro aiuto arriva anche la tecnologia, sotto forma di un'app che aiuta a destreggiarsi tra le famose “scatole cinesi” di marchi e società dietro cui sono solite nascondersi le grandi multinazionali. L’applicazione in questione si chiama Buycott e guida i consumatori attraverso la giungla di marchi e nomi verso un consumo critico e consapevole permttendogli di evitare i prodotti industriali e frutto di OGM, ossia di organismi geneticamente modificati.
Consumo critico
Buycott è un neologismo coniato nel 2005 negli Stati Uniti e utilizzato per la prima volta il 17 maggio di quell’anno dall’attivista Jeff Cohen. Da allora buycott viene utilizzato come contrario di boycott, ovvero boicottaggio e il perché è presto detto. Il buycott (o positive buing, acquisto positivo) prevede la promozione del consumo critico, indicando quali marche e quali prodotti acquistare per un fine politico o sociale. Jeff Cohen, ad esempio, promuoveva l’acquisto di benzina dai distributori della catena venezuelana Citgo, perché Hugo Chavez era l’unico Presidente democraticamente eletto in un Paese produttore di petrolio.
L’applicazione
L’applicazione, disponibile sia per Android che iOS, permette ai consumatori di fare acquisti seguendo la loro etica e i loro principi morali. Ed è proprio questo il motto in cui si riflette Buycott: “Ti sei mai chiesto – si legge sul sito web dell’app – se i tuoi soldi finiscono con il finanziare cause a cui ti opponi? Buycott ti aiuta ad organizzare la spesa di tutti i giorni così da rispecchiare i tuoi principi”. Grazie alla scansione del codice a barre, da effettuare con la fotocamera di cui sono dotati ormai tutti gli smartphone in commercio, si potranno conoscere vita, filiera produttiva e distributiva del prodotto, nonché informazioni essenziali per la decisione d'acquisto sulla società che lo realizza. Si potrà scoprire, ad esempio, se un determinato marchio utilizza sementi OGM e optare, quindi, per una casa produttrice che coltiva in maniera biologica ortaggi, verdura e frutta. Non solo. Partendo dal codice a barre, l’applicazione sarà in grado di ricostruire “l’albero genealogico” della società che detiene questo o quel marchio. In questo modo, ad esempio, si saprà se una marca è in qualche modo “dipendente” da società o aziende che producono armi o che maltrattano i loro lavoratori. Insomma, l’arma virtuale perfetta nelle mani dei consumatori critici di tutto il mondo.
Pur disponendo di un database ampio e variegato, sono ancora molti i marchi e i prodotti che mancano all’appello. Per questo il drappello di giovani programmatori statunitensi che hanno realizzato Buycott esortano i consumatori a segnalare eventuali “pezzi” mancanti e arricchire così il database.
Campagne di promozione
Buycott, però, permette di essere parte attiva nel processo di cambiamento, aderendo a delle campagne di promozione (o di contestazione) di marchi e prodotti. A oggi si registrano circa un centinaio di campagne attive con oltre 40.000 utenti iscritti. Le campagne di maggior successo sono quelle contro i prodotti OGM e in particolare contro Monsanto, gigante statunitense leader nel settore delle sementi e dell’agricoltura.
11 giugno 2013