Millennials. Generazione Y. Millennial generation. Generazione Peter Pan. Generation Next. Net generation. Tanti nomi per individuare un unico gruppo demografico caratterizzato dall'esser nato in un intervallo temporale preciso (anche se, a volte, balla qualche anno all'inizio e qualche anno alla fine) e da un profilo socio-culturale ben definito che lo distingue nettamente dal gruppo socio-demografico della cosiddetta “Generazione X”.
Quando nascono i Millennials
Pur non sussistendo “accordi” all'interno del mondo scientifico, ricercatori e commentatori sono soliti far rientrare all'interno della Generazione Y tutti i nati negli anni a cavallo tra l'inizio degli anni '80 e l'inizio degli anni 2000. Il termine “Generazione Y” fa la sua prima comparsa nel 1993 nelle pagine del magazine statunitense AdAge (abbreviazione di Advertising Age, “era della pubblicità” in italiano): in quell'occasione venne utilizzato per descrivere i teenager dei primi anni '90 e distinguere quei ragazzi dai ragazzi della Generazione X. Millennials, invece, è stata coniata qualche anno prima dagli studiosi William Strauss e Neil Howe. A voler essere precisi il termine è ideato nel 1987, quando i bambini nati nei primissimi anni '80 si affacciano sul mondo della scuola e i media iniziano a parlare dell'arrivo del nuovo millennio. Nel 1991 e nel 2000 Strauss e Howe tornano a parlare di Millennials nei loro libri “Generations: The History of America's Future, 1584 to 2069” e “Millennials Rising: the next Great Generation”.
Questi volumi hanno contribuito a generare una copiosa letteratura e un ampio dibattito sulla figura dei Millennials, soprattutto per individuare quale possa essere il range temporale entro il quale collocare le nascite della Generazione Y. C'è chi, come il Pew Research Center, li fa nascere tra il 1981 e il 1998; La University of Southern California e la London Business School sostengono, invece, che i Millennials siano nati tra il 1980 e il 1995; in Australia, infine, alcune fonti (compreso l'Ufficio delle Statistiche nazionale) adottano un range più ampio, che va dal 1982 fino al 2000.
Tratti caratterizzanti e valori della Generazione Y
Pur variando a seconda della regione di provenienza e dalle condizioni economiche e sociali di partenza, i Millennials condividono (più o meno globalmente) alcune caratteristiche ben definiti. Gli appartenenti alla Generazione Y, ad esempio, hanno una maggiore familiarità con l'utilizzo delle tecnologie digitali e i mezzi di comunicazione. La Generazione del millennio è stata plasmata anche dalla diffusione globale di Internet, con i suoi mezzi di comunicazione “istantanea” (email, SMS e servizi di messaggistica istantanea), la moltiplicazione delle fonti informative (resa possibile dalla presenza di portali come YouTube, ma non solo) e la sua comunicazione interculturale globale (garantita, tra gli altri mezzi, da social network come Facebook e Twitter). La Generazione Y, o anche Net Generation, è la generazione dei nativi digitali, la generazione dei selfie (il 55& di loro, più le donne che gli uomini, ammette di aver condiviso un autoscatto su Facebook) e degli UGC (User Generated Content), la generazione che ha vissuto in prima persona la comparsa e la rapida espansione dei personal computer e dell'informatica commerciale. Secondo gli studiosi William A. Draves e Julie Coates, autori del volume “Nine Shift: Work, Life and Education in the 21st Century” l'intera cultura dei Millennials è stata fortemente influenzata dalla presenza del web, tanto a livello sociale quanto a livello economico, portando a una forte differenziazione della Generazione Y dalle generazioni precedenti.
Non tutti, però, concordano. Stando a Strauss e Howe I Millennials hanno tratti che li accomunano con la Great Generation (nati tra il 1901 e il 1924): condividono, ad esempio, un forte senso di appartenenza alla comunità nazionale e locale e un senso del dovere superiore alla norma. Altri studiosi, inoltre, sottolineano come i membri della generazione millenaria siano caratterizzati da un approccio neoliberale a livello sociale, politico ed economico: questa tendenza si manifesta in una maggiore tolleranza (nei confronti del matrimonio tra persone dello stesso sesso, ad esempio), un maggior ottimismo nei confronti del futuro, una sorta di predisposizione alla competitività, ma anche alla testardaggine e al narcisismo.
Generazione digitale
Se davvero si vuole trovare un tratto che accomuni tutti i membri della Generazione Y e metta d'accordo tutti gli studiosi, sembra ci si debba obbligatoriamente rivolgere al lato tecnologico della discussione. I Millennials, come accennato, sono i primi a vivere e crescere con i personal computer in casa e ad avere accesso alla banda larga. Internet, dunque, svolge un ruolo predominante nella loro formazione scolastica e personale.
Sono di questa opinione, ad esempio, gli studiosi Junco e Mastrodipasqua che, nel 2007, hanno ampliato i lavori di Strauss e Howe con un'approfondita ricerca sulla personalità dei Millennials svolta su un campione rappresentativo degli studenti universitari statunitensi. Da questi dati emerge come gli appartenenti alla Generazione Y fanno un uso maggiore della tecnologia rispetto a chi li ha preceduti: il 97% possiede un computer in casa, il 94% un telefono cellulare e il 56% un lettore mp3. Una diffusione così massiccia di gadget tecnologici ha favorito la diffusione di Internet e l'utilizzo di strumenti e servizi collegati: il 75% fa uso di servizi di messaggistica istantanea (chat e altre applicazioni come WhatsApp e Skype), oltre il 50% ricava la maggior parte delle proprie informazioni dal web e fa ampio utilizzo delle reti sociali online (secondo una recente ricerca del Pew Research Center, l'81% dei Millennials ha un account Facebook). Mediamente, trascorrono circa 3,5 ore al giorno sul web. “I Millennials hanno un rapporto speciale con le tecnologie – sostiene Lee Rainie, direttore del Pew Internet & American Life Project . Non sono tutti tech-savvy, nel senso che non tutti sanno cosa succede 'sotto il cofano' dei loro gadget ma hanno un tipo di attaccamento particolare al potere comunicativo di questi nuovi strumenti tecnologici”.