Nell'ambito delle telecomunicazioni e del mercato della telefonia fissa, con la locuzione accesso bitstream si indica una tipologia di accesso alla rete per la fornitura di servizi di accesso ad Internet a banda larga.
Il servizio bitstream
Si parla di bitstream quando l'operatore telefonico dominante (nel caso italiano Telecom) fornisce un servizio di accesso a banda larga ad un cliente finale e, allo stesso tempo, mette a disposizione la medesima infrastruttura di telecomunicazione ai suoi concorrenti. Questa tipologia di accesso alla rete, però, non sottintende nessun accesso diretto da parte dell’operatore telefonico alternativo all'infrastruttura stessa: sarà sempre l'operatore dominante a gestire, controllare e manutenere l'intera linea.
Come funziona il bitstream
Il servizio bitstream è quindi utilizzato per garantire anche ai cosiddetti OLO (Other Licensed Operator, “altro operatore con licenza”, ovvero un operatore telefonico alternativo rispetto al principale) gli stessi diritti di accesso all'infrastruttura posseduti dal gestore stesso. La tratta di una modalità di accesso garantita dal servizio bitstream e va dalla postazione del cliente finale (la presa telefonica di casa o di ufficio cui ci si collega per avere accesso ad Internet) sino alla centrale di competenza del gestore telefonico dominante. Qui, grazie ad un apparato DSLAM, avviene la multiplazione dei segnali (i pacchetti dei singoli clienti vengono raggruppati e trasmessi utilizzando un'unica linea) e il flusso così creato viene instradato verso il POP (Point of Presence, “punto di presenza”) dell'operatore concorrente. Sarà poi il POP ad occuparsi dello smistamento del traffico risultante e dell'instradamento finale verso l'infrastruttura di rete gestita dall'operatore alternativo.
Il gestore dell'infrastruttura di rete può fornire servizi di accesso alla banda larga bitstream in due differenti modalità: ATM ed Ethernet. Nel caso della fornitura ATM (Asynchronous Transfer Mode) il trasferimento dalla postazione del cliente finale al punto di presenza dell'operatore concorrente avviene per mezzo di pacchetti dati di dimensioni fisse (53 byte) con una tecnica di commutazione a circuito virtuale. Nel caso di fornitura Ethernet, invece, la trasmissione dei dati è effettuata con protocolli a commutazione di pacchetto, utilizzati per condividere la medesima rete comunicativa tra più nodi della rete.
Wholesale
L'accesso bitstream, dunque, si configura come un servizio wholesale (letteralmente “all'ingrosso”). In casi come questi, gli operatori concorrenti acquistano dal gestore dell'infrastruttura telecomunicativa il mero diritto di accesso anziché il diritto di gestione della rete o di parte di essa. Si differenzia, dunque, da servizi di accesso come l'Unbundling Local Loop o lo Shared Access dove l'operatore concorrente si fa carico della gestione e della manutenzione di parte della rete – in particolare di tutto quello che precede il famoso ultimo miglio (che rimane di proprietà dell'operatore telefonico dominante).
La legislazione europea
L'accesso bitstream è garantito, all'interno dei confini dell'Unione europea, da un'apposita regolamentazione tesa a ridurre le barriere in ingresso nel mercato delle telecomunicazioni e favorire la concorrenza. In particolare, se l'operatore telefonico dominante fornisce un servizio di accesso alla propria rete a banda larga ad una sua sussidiaria o a terze parti è obbligato a garantire il medesimo diritto di accesso a tutti gli altri operatori presenti sul mercato.
In sostanza sarà l'incumbent (l’operatore dominante) a controllare le percentuali di accesso alla rete e le aree geografiche dove sarà possibile usufruire del servizio di accesso bitstream.