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Biografia di Leonardo Chiariglione, papà degli mp3

Da sempre appassionato di elettronica e telecomunicazioni (oltre che della cultura giapponese) crea il formato MPEG ed mp3 nella prima metà degli anni '90

Leonardo Chiariglione

Se oggi è così semplice scambiarsi file musicali sul web e non solo è, in gran parte, merito suo. È stato lui a volere con forza la nascita del consorzio MPEG che, nel giro di pochi anni, è stato in grado di sfornare alcuni dei formati file e codec di compressione più famosi e utilizzati nel mondo della multimedialità. Ed è sempre lui a voler condividere il merito con gli altri studiosi e ingegneri che con lui hanno collaborato a quell'impresa. “Nella maggior parte dei casi c’è qualcuno che rappresenta un lavoro, ma c’è un gruppo di lavoro dietro un progetto. Quello che abbiamo fatto assieme a quel gruppo, di cui era la guida, ha cambiato la musica: sarebbe antistorico negarlo”. Lui è Leonardo Chiariglione, classe '43, papà degli mp3.

La formazione

Nato a Villar Dora, piccolo paese alpino in provincia di Torino, Leonardo Chiariglione si forma alla scuola dei Salesiani di Torino, dove frequenta – con profitto – il Liceo Classico. Decide, a differenza di molti suoi compagni di classe, di abbandonare la strada degli studi umanistici per intraprendere quella degli studi scientifici. Si iscrive alla Facoltà di Ingegneria Elettronica del Politecnico, dove – complice la vicinanza dell'Olivetti e dei laboratori di ricerca e sviluppo Telecom – frequenta alcuni degli ambienti più stimolanti del mondo informatico e del mondo delle telecomunicazioni italiano di metà anni '60.

Si laurea nel 1969 e, dopo qualche mese, si trasferisce in Giappone per il dottorato di ricerca in comunicazioni elettriche presso l'Università di Tokyo. Nel 1971 fa rientro in Italia, dove è chiamato a collaborare con i gruppi di ricerca del CSELT (Centro studi e laboratori telecomunicazioni), il laboratorio ricerca e sviluppo della SIP con sede a Torino. Leonardo Chiariglione inizia a far da spola tra Torino e il Giappone, dove porta a compimento gli studi accademici ottenendo il PhD nel 1973 con una tesi sui processi stocastici nelle telecomunicazioni.

La ricerca

Tornato in Italia, si dedica completamente alla ricerca. Inizia ad occuparsi di trasmissione del segnale televisivo, con un occhio di riguardo per il nascente settore della televisione ad alta definizione (HDTV, High-definition television). Il lavoro di Leonardo Chiariglione è stimolante e permette di ottenere anche risultati interessanti; nonostante ciò è comunque caratterizzato da alti e bassi. La mutevolezza è dovuta soprattutto alla mancanza di uno standard univoco cui rifarsi: gli interessi in gioco sono troppo grandi e nessuno dei competitor sembra pronto a fare un passo indietro. È a questo punto della sua carriera, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 che il ricercatore piemontese matura la convinzione che il settore audiovisivo abbia bisogno di standard aperti e univoci, che favoriscano lo sviluppo di nuove tecnologie.

Prima che ciò accada, però, sarà necessario attendere il 1986, quando lo stesso Chiariglione darà vita allo HDTV Workshop, kermesse pensata e organizzata per parlare degli sviluppi tecnologici del settore dell'alta definizione televisiva al di là degli interessi di specifiche industrie.

 

Leonardo Chiariglione

 

Le immagini

La vera svolta arriva però qualche mese dopo, nel marzo 1987 più precisamente. Chiariglione partecipa a un meeting organizzato dal comitato che sviluppa e mantiene il formato JPEG (Joint Photographic Experts Group), nel corso del quale sono mostrati e spiegati i lavori intrapresi e i relativi processi di standardizzazione. Qui il ricercatore italiano incontra nuovamente Hiroshi Yasuda, compagno di corso conosciuto in Giappone negli anni del dottorato e ora tra i massimi esperti mondiali dei processi di standardizzazione dei contenuti multimediali. Leonardo Chiariglione ne approfitta per illustrare al collega nipponico i risultati delle sue ricerche e il cammino che vorrebbe intraprendere.

Tra i due scocca la scintilla e l'intesa è immediata: Yasuda avvia immediatamente i contatti con l'ISO (Organizzazione internazionale per la standardizzazione dei formati) per la creazione di un gruppo di lavoro che possa coadiuvare fattivamente Chiariglione nel processo di sviluppo. Nel 1988 nasce il Moving Picture Experts Gourp (abbreviato in MPEG).

 

Leonardo Chiariglione

 

Lo standard audiovideo

La prima riunione del gruppo – cui presero parte non più di 15, 20 persone – si tiene nel maggio dello stesso anno e serve a buttare giù idee e linee guida per la prima versione dello standard. Sotto il coordinamento di Emiliano Chiariglione, il gruppo inizia a lavorare allo sviluppo del tanto agognato standard: saranno necessari ben tre anni prima che lo MPEG 1.0 sia rilasciato. Sempre nel novembre 1992 il gruppo rilascia un formato standard per i file musicali, diretta emanazione dello MPEG 1.0: vede così la luce il formato mp3, acronimo di Moving Picture Expert Group-1/2 Audio Layer 3 e noto anche come MPEG-1 Audio Layer III.

Lo standard video è il primo realizzato per la trasmissione dati su banda stretta, pensato per la distribuzione di materiale multimediale tramite i nuovi media digitali. Il gruppo, però, stava già lavorando alla seconda versione dello standard – lo MPEG 2.0 – necessario a definire gli standard per la trasmissione di materiale audiovideo in alta qualità. Rilasciato nel 1994, questa soluzione si impone per le trasmissioni satellitari e via cavo. È a partire da questa data che il gruppo di studiosi e ricercatori torna a interessarsi del mondo legato al web: il nuovo obiettivo è un formato – lo MPEG-4 – che possa consentire la trasmissione di filmati audiovideo per mezzo di Internet e dei dispositivi mobili.

Tra la fine degli anni '80 e la seconda metà degli anni '90 Leonardo Chiariglione si imbarca in una lunga serie di iniziative che lo portano ad allontanarsi progressivamente dall'ambiente del CSELT (nel frattempo confluito dentro altre strutture di ricerca). Nel luglio 2003 arriva la sofferta decisione di abbandonare il laboratorio di ricerca italiano, pur restando membro del consiglio direttivo dello MPEG.

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Presente e futuro

Abbandonata quella che è stata la sua “seconda casa” per oltre un trentennio, Leonardo Chiariglione si dedica alla creazione di diverse società e iniziative. Tra queste spiccano il Digital Media project e il Digital Media in Italia. Mentre il primo ha l'obiettivo di identificare i fattori che influenzano negativamente lo sviluppo del mercato multimediale, la seconda vuole promuovere le eccellenze italiane nel settore dei media.

 

Chiariglione mentre riceve uno dei suoi tanti premi

 

Nel frattempo prosegue anche la sua attività di collaborazione all'interno del gruppo MPEG. I vari gruppi di ricerca sono ora impegnati sullo sviluppo degli standard MPEG-7 (descrittivo e non di codifica, serve a estrarre informazioni rilevanti dall'audio e dal video per effettuare ricerche semantiche inerenti) e MPEG-21 (il cui obiettivo è definire un quadro di lavoro per applicazioni mobili, dove sia possibile avere il supporto alla protezione digitale del diritto d'autore, ai sistemi di pagamento, alla verifica e alla valutazione di qualità).

A cura di Cultur-e
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