Sarà stato, forse, l'ambiente familiare in cui è cresciuto a fargli pronunciare il fatidico no. O, probabilmente, la consapevolezza che la sua applicazione possa valere, nel giro di qualche mese, molto di più rispetto a quanto era stata valutata da Mr. Facebook. Qualunque sia stata la ragione che ha portato Evan Spiegel a rifiutare i 3 miliardi di dollari offertigli sull'unghia da Mark Zuckerberg non più tardi di qualche mese fa, oggi il papà di Snapchat è una celebrità di livello mondiale.
È stato l'unico, da un anno a questa parte, ad avere la forza di rifiutare l'assegno a nove zeri che Zuckerberg era pronto a strappare. Così, a differenza di Oculus Rift e Whatsapp, Snapchat continuerà nel suo processo di sviluppo in solitari. Almeno per il momento.
Ragazzo fortunato
C'è da dire che il destino ha arriso più volte a Evan Spiegel. Nato il 4 giugno 1990 in una delle famiglie più in vista di Los Angeles (sia il papà, sia la mamma sono avvocati di successo), ha sempre vissuto in un ambiente ovattato e facoltoso. La sua prima casa era una villa da quasi 5 milioni di dollari situata nella parte occidentale di Los Angeles, mentre la sua adolescenza trascorreva tra vacanze estive in Europa, break primaverili alle Hawaii e pomeriggi spesi al Tennis Club. Spiegel crebbe come un ragazzo ambizioso, ma allo stesso tempo apprezzabile e a modo.
Questo quadretto idilliaco, però, non corrispondeva gioco-forza alla realtà. Spesso e volentieri Evan Spiegel si lasciava andare in comportamenti da bambino viziato e poco attento alle sue finanze. Ciò lo portò più volte a scontrarsi apertamente con il padre, anche nel corso del processo per il divorzio dei due genitori.
Il futuro papà di Snapchat chiedeva a gran voce una BMW 535i, automobile da oltre 75.000 dollari. Un desiderio che il padre non volle esaudire, scatenando così le ire del ragazzo.
La causa di separazione
Quando i genitori misero fine al loro ventennale matrimonio, Evan decise inizialmente di restare con il padre e trasferirsi con lui nella sua nuova abitazione. La villa, distante poche centinaia di metri dalla precedente, venne completamente arredata dal giovane Spiegel, cui venne concessa carta bianca sotto ogni punto di vista.
Nonostante tutto, l'allora diciassettenne Evan Spiegel non demordeva: il suo vero obiettivo era la nuova automobile e l'avrebbe ottenuta a qualsiasi costo. Non era dello stesso avviso il padre, fermo nella sua convinzione che la Cadillac Escalade da poco acquistata (per 56.000 dollari) fosse più che sufficiente. I litigi continuarono, sino a quando Evan non decise di fare ritorno dalla madre. Disposta a ricompensarlo per l'affetto mostrato con una BMW 535i nuova fiammante.
L'amore per il design
Nel frattempo, Spiegel aveva iniziato a coltivare il suo amore per il design. Una passione nata durante un corso estivo presso l'Otis College of Art and Design di Los Angeles. L'insegnante di graphic design, in particolare, ebbe una certa influenza sul giovane Spiegel e lo invogliò a seguire le sue inclinazioni artistiche e creative. Negli ultimi anni di high school Evan Spiegel divenne un assiduo frequentatore della redazione del giornalino scolastico, sino a diventarne uno dei redattori più capaci, intraprendenti e dotati.
Questa esperienza permise al papà di Snapchat di acquisire i primi rudimenti di marketing e vendita: ogni redattore, infatti, aveva il compito di vendere spazi pubblicitari, così che il giornale potesse auto-finanziarsi. Non solo Evan dimostrò uno spirito imprenditoriale senza pari, ma riuscì ad istruire i suoi compagni/colleghi sulle tattiche da utilizzare per vendere la maggior quantità di spazi possibile.
L'approdo a Stanford
Grazie anche a queste sue capacità creative e imprenditoriali, Evan Spegel venne ammesso alla Stanford University. Qui ebbe il primo, vero approccio con il mondo dell'imprenditoria e dell'alta tecnologia. Nel 2011 entrò a far parte del progetto Intuit, un'iniziativa della Stanford business school. Qui partecipò allo sviluppo di TxWeb, servizio rivolto principalmente al mercato indiano che utilizzava le informazioni presenti sul web e le inviava via SMS ad utenti sprovvisti di accesso alla banda larga.
In seguito Spiegel coinvolse Bobby Murphy, suo compagno nella confraternita Kappa Sigma, in un progetto totalmente slegato da qualsiasi attività universitaria: FutureFreshman.com, sito web rivolto ai futuri studenti di College e ai loro genitori.
Nel 2011 Reggie Brown, altro confratello Kappa Sigma, propone a Evan Spiegel un abbozzo di idea per un'app di messaggistica istantanea. Realizzarne una che invii immagini che si auto-distruggano nel giro di pochi secondi. Spiegel intuisce immediatamente che l'idea è di quelle buone e coinvolge nel progetto Bobby Murphy, cui viene affidato il compito di realizzare l'app. Nel luglio del 2011 il lavoro di sviluppo è terminato e viene lanciata sull'App Store con il nome di Picaboo. Il resto è storia. Una storia chiamata Snapchat.
4 aprile 2014