Al giorno d’oggi i big data vengono utilizzati per raccogliere informazioni sugli utenti nei settori più disparati. E a dirla tutta sanno di noi molto più di quanto potremmo immaginare.
I big data sono grandi o grandissime quantità di dati, che vengono catalogate e analizzate attraverso strumenti specifici.
Fare una stima della quantità di big data che circola oggi sul web è molto difficile; ma per avere un’idea più concreta basterà considerare che un solo aeroplano produce circa 20 terabyte di dati ogni ora. E che questa cifra emerge limitando l’analisi alla sensoristica che tiene sotto controllo il suo motore.
I big data si trasformano in conoscenza attraverso strumenti e tecnologie diversi. Ma l’intelligenza artificiale e i modelli di machine learning sembrano quelli in grado di portare questa conoscenza a un livello di valore mai visto prima.
L’AI è infatti in grado di assimilare le informazioni contenute nei big data e trasformarle in qualcosa di più: concetti inediti, o addirittura previsioni più o meno accurate.
Come vengono usati i big data nel retail e la finanza
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Il settore della vendita al dettaglio stato tra i primi a trarre vantaggio dall’analisi dei big data, anche perché si tratta di una filiera che produce tantissimi dati ad ogni passaggio.
I primi beneficiari di queste informazioni sono i venditori, che grazie ai big data possono gestire al meglio i loro inventari: tenendo sotto controllo le vendite ma anche adattando gli ordini grazie all’analisi predittiva.
I big data sono il nuovo carburante che alimenta le analisi di mercato più approfondite. Grandissime quantità di informazioni che tengono traccia di milioni di acquisti: dando un quadro dettagliato delle preferenze degli utenti, in base alla singola customer experience.
Proprio lo studio del comportamento degli utenti permette di ottenere almeno altri due grandi traguardi. Il primo ha a che fare con l’aggiustamento del prezzo dei singoli prodotti, un adeguamento che ormai può venire seguito 24 ore su 24, incrociando dati storici e aggiornamenti in tempo reale.
Il secondo ha invece a che fare con una conoscenza maggiore del proprio target. Al giorno d’oggi lo storico di acquisti e preferenze dei clienti è alla base di campagne e promozioni sempre più mirate.
Retail e finanza usano i big data per monitorare attività e preferenze dell’utente
Volendo allargare il raggio dell’analisi, è possibile passare dal retail al dettaglio alla finanza: un altro settore organizzato attorno alla conoscenza del denaro, che ha tratto giovamenti oltremodo significativi dall’analisi dei big data.
Anche gli enti e le aziende Fintech, come le organizzazioni bancarie, aggiornano costantemente i loro servizi partendo da uno studio costante dei consumatori.
Tenendo conto delle informazioni comportamentali di cui sopra, ma anche basandosi sui feedback che vengono lasciati al termine delle operazioni più disparate.
Ma i big data hanno anche permesso di migliorare la gestione del rischio sotto diversi punti di vista: dal rischio di credito a quello di mercato, passando per il rischio operativo.
Infine gli enti e le aziende FinTech spesso utilizzano parte del proprio capitale per fare investimenti sul mercato. E anche in questo caso l’uso dei big data permette di orientare al meglio la singola strategia.
Come vengono usati i big data nella sanità e l’intrattenimento
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Negli ultimi anni la sanità è stata letteralmente rivoluzionata dall’avvento dei big data e forse è ancora presto per comprendere a pieno quanto e come le grandi quantità di informazioni possono continuare a migliorare l’assistenza medica.
Molto ruota attorno alla creazione e la condivisione delle cosiddette EHR: cartelle cliniche elettroniche, che possono contenere informazioni di vario tipo.
E che, soprattutto, possono venire aggiornate e monitorate in tempo reale, attraverso l’integrazione con i dispositivi dell’Internet of Things (IoT).
L’integrazione di IoT e big data permette alle diverse organizzazioni sanitarie di scambiare velocemente informazioni tra loro, con diversi vantaggi considerevoli.
Il primo ha a che fare con la circolazione di dati relativi al singolo paziente che ora può muoversi molto più liberamente da un professionista, un reparto o una struttura all’altra.
L’analisi predittiva ha un impatto tanto sulla sanità quanto sull’intrattenimento
Il secondo vantaggio ha a che fare con la ricerca. La condivisione e l’incrocio dei big data permette infatti di velocizzare considerevolmente l’individuazione di modelli di vario genere.
Da quelli dedicati alla salute della popolazione a quelli legati all’incidenza di una malattia e senza dimenticare i modelli che definiscono l’efficacia di una cura, un trattamento o una terapia.
Gli stessi big data che potenziano la sanità, rendendo le nostre vite più sicure, stanno dando un grandissimo contributo anche al nostro intrattenimento.
Il monitoraggio del comportamento degli utenti permette alle piattaforme di creare un’offerta personalizzata come non mai: a partire dai suggerimenti, fino ad arrivare alla pubblicità.
Ma, come già espresso in precedenza, l’analisi predittiva applicata ai big data permette di andare oltre il qui ed ora. Per questo i colossi dell’intrattenimento sono addirittura in grado di attivare operazioni di up selling o scontistiche, ancor prima che l’utente manifesti un’esigenza.
Quante altre cose sanno i big data di noi?
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Nei capoversi precedenti è stata data una panoramica dell’utilizzo dei big data da parte di alcuni importanti settori industriali. Ma la lista delle cose che i big data sanno di noi non finisce certo qui.
Ad esempio i motori di ricerca come Google conoscono e archiviano tutto quello che viene cercato da tutti gli utenti che li utilizzano.
Questi big data sono una fonte straordinaria di informazioni e possono abilitare attività di marketing di ogni genere.
È possibile parlare di big data anche nel caso degli smartphone. Ad esempio parlando di come i GPS permettono di individuare la posizione di ogni utente in qualsiasi momento del giorno o della notte.
Infine spazio ai social network, che ormai fanno un uso dei big data che rimanda direttamente alla fantascienza di un passato non troppo lontano.
Basti pensare che sono in grado di profilare gli utenti a partire dalle loro attività e interazioni. Arrivando persino a predire la fine di amicizie e relazioni, con una percentuale di successo preoccupante.
Per saperne di più: Big data, cosa sono